venerdì 24 aprile 2020

Un vicino ritorno alla vita. Di Toto Dessopiu




Giro di boa, veleggiamo di fronte ai nostri specchi, chi barba, chi trucco e via il giorno sta per arrivare, prove tecniche di vestizione, "mi metto questa cosa o sarà meglio prendere un capo spalla?" Le domande diventate inconsuete riemergono dal nostro personale Trivia. Tute, pigiami, basta, basta, ma mentre ci rechiamo in disordinato incedere verso i nostri bagni, culliamo i compagni dei nostri giorni, "sai, avevo quello con l'orsetto, ma comodo!!", "davvero?, ricordi l'acquisto fatto, l'azzurrino con le margherite", dietro ai carrelli della spesa, in fila come per le tessere annonarie conversazioni sino a ieri impensabili.

Negli occhi di tutti si legge gioia e speranza, propositi che nemmeno Marco Polo aveva mai osato avere. Per chi vive la normalità dei duecento metri immaginare spiaggia, periferia, addirittura il paese vicino, da sempre dileggiato per alcune abitudini che anticamente erano comuni tra i suoi abitanti. Gran gala dell'uscita, le signore che son indecise sull'orario esaminano tailleur e abiti lunghi, per i signori la scelta è tra un blu informale (ma severo) e lo smoking.

"Passata è la tempesta, odo augelli far festa", ed i vari single che progettano rivisitazioni di Le notti di Cabiria o una nuova edizione di Le Mille e una notte, pensando già a contrattazioni assurde, "con mascherina o senza?" Ed io?, il me stesso che vive dentro ognuno di noi che pensa, che farà adesso?, il mio ed il tuo narrare son stati messi a dura prova, ora si torna alla realtà dell'incontro.

"Eri bella lo sai, e che bella che sei" dice la canzone, gli occhi parlano, dicono quelle cose inespresse dalle parole, carezzano, frugano, spogliano. E la canzone continua "non andare, vai, non restare, stai, non parlare, parlami di te", perché finalmente, occhi negli occhi possiamo farlo, sappiamo di poterlo fare senza costrizioni o vie di fuga, son giorni che sogniamo di farlo.

Oggi, mentre ci prepariamo ad issare le vele e metterle al vento, mentre il Jolly Roger sull'albero maestro garrisce mostrando la gioia nuda, abbiamo scoperto una cosa in noi. Ecco la scoperta di questo periodo che ci avvolge, ed è di una bellezza sconvolgente osservarla, "queste cose le sai perché siam tutti uguali", dice il poeta, ed è bello. Inizia la giornata, un sorriso alla vita, ci siamo, ci saremo, pensiamolo in coro " io sopravvivrò"

Di Toto Dessopiu

Nessun commento:

Posta un commento