Leggevo a proposito
della possibilità di sperimentare soluzioni alternative proprio in Sardegna,
per cominciare a riavviare la produzione anche in tutto il resto d'Italia.
Naturalmente la parola sperimentazione non mi fa impazzire, in breve, quando esperimenti
qualcosa non hai risultati certi, la parola stessa
"esperimento" può essere sostituita con "prova", i cui
risultati sono imprevedibili. Dunque, immagino, che ci siano degli accorgimenti affinché l'esperimento
sia indirizzato il più possibile verso una direzione, che dovrebbe essere
quella di riaprire le attività produttive e poi i locali, le pasticcerie, i bar
(quali esercizi o attività produttive possano riaprire non è dato sapere,
tuttavia si può aspettare)
La base dell'esperimento è la seguente. Permettere ai cittadini sardi di circolare
liberamente, a patto che nel proprio cellulare abbiano una "app" che
ne monitorano gli spostamenti. Secondo elemento dell'esperimento: i sardi non
possono andare in altre regioni, mentre gli altri cittadini possono arrivare il
terra sarda, ma naturalmente in tutti i porti (e aeroporti) sarà fatto il
tampone e le eventuali verifiche. Terzo elemento: deve essere garantito ai
sardi tutte quelle misure necessarie per la protezione dal covid 19
(mascherine, guanti, maggiori protezioni per medici etc...)
Potrebbero esserci di
certo degli elementi positivi, molte attività produttive sarebbero trasferite dalle zone più colpite
alla Sardegna, con conseguente aumento della richiesta occupazionale. Inoltre,
dovrebbero essere riaperte strutture in crisi come il Porto Canale di Cagliari,
perché se davvero arrivasse maggiore produzione maggiore sarebbe la necessità
di delocalizzazione dei prodotti. Gli esercizi commerciali riaprirebbero, forse
si salverebbe, almeno in parte, la stagione turistica.
Tuttavia mi chiedo: quante possibilità ci sono che questo
esperimento possa sfuggire di mano? immaginiamo poi un contagiato che i controlli non siano
riusciti a intercettare, e poi individuarlo, per esempio, in un ristorante,
durante una della tante feste paesane lungo la costa, una festa in spiaggia
organizzata durante la notte, con conseguente scambio di liquidi (bere da una
stessa bottiglia) come talvolta accade sopratutto tra i più giovani.
Insomma, se si dovesse riaprire la
Sardegna, dovremmo avere misure di sicurezza altissime. Non nascondo, tuttavia,
che la voglia di una vita normale è tanta, sopratutto ora, con l'arrivo delle
belle giornate. Non facciamoci prendere dalla fretta, e se proprio dobbiamo
essere parte in causa di quest'esperimento, che la Sardegna ottenga un
ulteriore aiuto nella ripresa dalla crisi. Un fortissimo aiuto, non le
briciole.
Vincenzo Maria D’Ascanio
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