domenica 26 aprile 2020

La spietata ingordigia del grande capitale. Liberu - Lìberos Rispetados Uguales



No, non ci eravamo sbagliati, quando nel nostro manifesto/proposta “Pane Terra Libertade” dicevamo che a causare il massacro nel nord Italia erano stati gli avidi interessi della borghesia. E a confermarlo indirettamente sono i dati snocciolati dal Viminale, che spiegano – senza intravvedere alcuna responsabilità nella morte di decine di migliaia di innocenti – che nel periodo che va dal 23 marzo al 23 aprile più di 192mila aziende hanno continuato a produrre nonostante la quarantena e chiedono di poter continuare a farlo.

Mentre si imponeva la chiusura di scuole, negozi, piccole imprese, con milioni di persone costrette a stare in casa, più volte colpevolizzate da certa politica, talvolta anche aggredite da agenti autoproclamatisi giustizieri, la grande borghesia nord italiana continuava a fare affari. Anche a costo della vita dei lavoratori.

A proteggerla una politica che nelle sue disposizioni ha dimostrato di essere comandata a bacchetta da Confindustria, vera autrice della lista delle attività essenziali. E la politica, che dovrebbe avere al centro dei suoi interessi la vita dei cittadini, si adegua mettendo l’interesse della borghesia al di sopra di tutti.

E così sulle 192.443 aziende che hanno richiesto ai prefetti di poter continuare l’attività già in corso nonostante la quarantena, il 55,8% arriva proprio dalle tre regioni più colpite, tutte del nord Italia. Tra queste ben il 23% del totale delle domande di prosecuzione arriva dalla sola Lombardia, più il 16,4% dal Veneto e un altro 16,4% dall’Emilia Romagna. Le verifiche condotte sino al 24 aprile hanno riguardato 116.237 comunicazioni e hanno portato all'adozione di soli 2.631 provvedimenti di sospensione dell’attività, appena il 2,3%.

Tutto ciò, se si considera lo spostamento quotidiano di centinaia di migliaia di lavoratori, costretti a stiparsi su treni e metropolitane, a lavorare spessissimo senza adeguati strumenti di sicurezza in luoghi di lavoro affollati, spiega chiaramente il perche in quelle zone c’è stata una così alta diffusione del virus. La scelta di smantellare la sanità pubblica per potenziare quella privata, spiega invece perché le persone sono morte come mosche.

In entrambi i casi si evince che milioni di persone e di piccole e medie aziende sono state lasciate andare in rovina, privilegiando la grande impresa e la grande borghesia italiana, che col placet della politica ha continuato a fare affari anche se il suo sistema produttivo uccideva migliaia di persone.

Purtroppo queste dinamiche non sono una novità, ma sono le basi su cui è stata costruita l’economia e la politica italiana: oggi si è solo avuta la tragica dimostrazione che questa economia e questa politica veramente è disposta a lasciare morire decine di migliaia di persone, pur di soddisfare gli interessi di un pugno di avidi capitalisti e banchieri.

Crediamo che davanti a questo scenario sia necessario ribadire che le classi popolari, i disoccupati, i precari, gli studenti, gli operai, i lavoratori dipendenti e i proprietari delle piccole e medie imprese non devono pagare una crisi creata dai grandi interessi privati e da una direzione politica tesa a privilegiare il grande capitale.

Chiamiamo tutti i lavoratori alla lotta per la difesa dei propri diritti e sproniamo il popolo sardo a rivendicare il diritto di decidere totalmente, in casa sua e non a Roma, le sorti del proprio destino.
Per leggere il manifesto/proposta “Pane Terra Libertade” clicca qui:



Liberu - Lìberos Rispetados Uguales


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