sabato 4 aprile 2020

Pimpirias de istoria/istoriografia su Mazzini. Quello che i testi scolastici non ci hanno mai raccontato. Di Francesco Casula.




1. Mazzini scrisse un libretto sulla Sardegna*, ferocemente critico contro la politica coloniale dei tiranni sabaudi: alcuni passi. “La Sardegna fu sempre trattata con modi indegni dal Governo sardo (leggi dai Savoia): sistematicamente negletta, poi calunniata, bisogna dirlo altamente”. “Mera appendice d’Italia“ . “Quell’isola dal clima temperato, dal suolo mirabilmente fecondo destinato dalla natura alla produzione del frumento, dell’olio, del tabacco, del cotone, dei vini dei melaranci, dell’indaco; ricca di legname da costruzioni marittime, e di miniere segnatamente di piombo argentifero, fu guardata da un governo che non fu mai se non piemontese, come terra inutile, buona al più a raccogliere, monopolizzatori d’uffici, gli uomini i quali, se non impiegati nella capitale, avrebbero screditato il Governo” . “Vittorio Amedeo accettò a malincuore, e dopo ripetute proteste, nel 1720, da Governi stranieri, al solito, la Sardegna in cambio della Sicilia. E diresti che la ripugnanza con la quale egli accettò quella terra in dominio, si perpetuasse, aumentando, attraverso la dinastia”.

2. Mazzini eletto due volte nel Parlamento: e due volte l’elezione non venne convalidata perché “condannato a morte”. Le terza elezione fu convalidata ma fu lui a non accettare perché antimonarchico e antisabaudo. Il 25 febbraio 1866 Messina fu chiamata al voto per eleggere i suoi deputati al nuovo parlamento di Firenze. Mazzini era candidato, nel secondo collegio, Mazzini vinse con larga messe di voti. Il 24 marzo, dopo due giorni di discussione, la Camera annullava l'elezione in virtù delle condanne a morte precedenti.

il governo dichiarerà che mentre le sentenze di tutti gli altri paesi preunitari erano decadute con l'Unità per l'estinzione degli stati che le avevano emesse, la condanna a morte di Mazzini da parte di un tribunale sabaudo era ancora valida, perché non era stata unificata l'Italia, ma solo ampliati i confini del Piemonte. Due mesi dopo gli elettori del secondo collegio di Messina tornarono alle urne: vinse di nuovo Mazzini. La Camera, dopo una nuova discussione, il 18 giugno riannullò l'elezione. Il 18 novembre Mazzini viene rieletto una terza volta; dalla Camera, questa volta, arrivò la convalida.

Mazzini, tuttavia, anche nel caso fosse giunta un'amnistia o una grazia, decise di rifiutare la carica per non dover giurare fedeltà allo Statuto Albertino, la costituzione dei monarchi sabaudi. Egli infatti non accettò mai la monarchia e continuò a lottare per gli ideali repubblicani. Nel 1868 lasciò Londra e si stabilì in Svizzera, a Lugano. Due anni dopo furono amnistiate le due condanne a morte inflitte al tempo del Regno di Sardegna: Mazzini quindi poté rientrare in Italia e, una volta tornato, si dedicò subito all'organizzazione di moti popolari in appoggio alla conquista dello Stato Pontificio.

L'11 agosto partì in nave per la Sicilia, ma il 14, all'arrivo nel porto di Palermo, fu tratto in arresto (la quarta volta nella sua vita) e recluso nel carcere militare di Gaeta. La prima volta fu arrestato dal tiranno sabaudo Carlo Felice nel 1830, per attività cospirative.

*Giuseppe Mazzini, La Sardegna, Casa editrice Il Nuraghe, Cagliari, 1923

Di Francesco Casula
Storico e saggista
Autore, tra gli altri, de “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”

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