1. Mazzini scrisse un libretto sulla Sardegna*, ferocemente critico
contro la politica coloniale dei tiranni sabaudi: alcuni passi. “La Sardegna fu sempre
trattata con modi indegni dal Governo sardo (leggi dai Savoia): sistematicamente negletta, poi
calunniata, bisogna dirlo altamente”. “Mera appendice d’Italia“ . “Quell’isola
dal clima temperato, dal suolo mirabilmente fecondo destinato dalla natura alla
produzione del frumento, dell’olio, del tabacco, del cotone, dei vini dei
melaranci, dell’indaco; ricca di legname da costruzioni marittime, e di miniere
segnatamente di piombo argentifero, fu guardata da un governo che non fu mai se
non piemontese, come terra inutile, buona al più a raccogliere, monopolizzatori
d’uffici, gli uomini i quali, se non impiegati nella capitale, avrebbero
screditato il Governo” . “Vittorio Amedeo accettò a malincuore, e dopo ripetute proteste, nel
1720, da Governi stranieri, al solito, la Sardegna in cambio della Sicilia. E
diresti che la ripugnanza con la quale egli accettò quella terra in dominio, si
perpetuasse, aumentando, attraverso la dinastia”.
2. Mazzini eletto due volte nel Parlamento: e due volte l’elezione
non venne convalidata perché “condannato a morte”. Le terza elezione fu convalidata ma
fu lui a non accettare perché antimonarchico e antisabaudo. Il 25 febbraio 1866
Messina fu chiamata al voto per eleggere i suoi deputati al nuovo parlamento di
Firenze. Mazzini era candidato, nel secondo collegio, Mazzini vinse con larga
messe di voti. Il 24 marzo, dopo due giorni di discussione, la Camera annullava
l'elezione in virtù delle condanne a morte precedenti.
il governo dichiarerà
che mentre le sentenze di tutti gli altri paesi preunitari erano decadute con
l'Unità per l'estinzione degli stati che le avevano emesse, la
condanna a morte di Mazzini da parte di un tribunale sabaudo era ancora valida,
perché non era stata unificata l'Italia, ma solo ampliati i confini del
Piemonte. Due mesi dopo gli
elettori del secondo collegio di Messina tornarono alle urne: vinse di nuovo
Mazzini. La Camera, dopo una nuova discussione, il 18 giugno riannullò
l'elezione. Il 18 novembre Mazzini viene rieletto una terza volta; dalla
Camera, questa volta, arrivò la convalida.
Mazzini, tuttavia, anche nel caso fosse giunta un'amnistia o una
grazia, decise di rifiutare la carica per non dover giurare fedeltà allo
Statuto Albertino, la costituzione dei monarchi sabaudi. Egli infatti non accettò mai la
monarchia e continuò a lottare per gli ideali repubblicani. Nel 1868 lasciò
Londra e si stabilì in Svizzera, a Lugano. Due anni dopo furono amnistiate le
due condanne a morte inflitte al tempo del Regno di Sardegna: Mazzini quindi
poté rientrare in Italia e, una volta tornato, si dedicò subito
all'organizzazione di moti popolari in appoggio alla conquista dello Stato
Pontificio.
L'11 agosto partì in
nave per la Sicilia, ma il 14, all'arrivo nel porto di Palermo, fu tratto in
arresto (la quarta volta nella sua vita) e recluso nel carcere militare di
Gaeta. La prima volta fu arrestato dal tiranno sabaudo Carlo Felice nel 1830,
per attività cospirative.
*Giuseppe Mazzini, La Sardegna, Casa editrice Il Nuraghe,
Cagliari, 1923
Di Francesco Casula
Storico e saggista
Autore, tra gli altri,
de “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”
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