lunedì 31 agosto 2020

Comunicato. Il Partito dei RossoMori voterà NO al prossimo referendum costituzionale.


 


E già, noi ROSSOMORI diciamo NO alla schiforma costituzionale oggetto del prossimo referendum.

 

BALLA CA NO’

 

Il 20 e 21 settembre si svolgerà in Italia il referendum sulla riduzione dei parlamentari. Ciò che viene proposto è un taglio netto di deputati e senatori pari a circa il 36%. Qualora vincessero i sì, l’Italia diventerebbe il paese europeo con meno parlamentari in rapporto alla popolazione.

 

Il referendum interviene in un momento di grande difficoltà del paese, accompagnato da un forte e diffuso sentimento di disagio che rende facile il gioco di coloro che, irresponsabilmente, alimentano in vento dell’antipolitica. Gli effetti di questa riforma, qualora venisse confermata, non intaccheranno minimamente le ragioni del disagio, del malessere, delle difficoltà pesanti che gravano sui cittadini. Viceversa, paradossalmente, renderanno più difficile rappresentare tali criticità e imporle all’attenzione della politica e al suo dovere di trovare soluzioni. I Rossomori respingono con forza questo attacco violento alla democrazia parlamentare ed alla sua più importante istituzione.

 

Convintamente voteremo NO

 

Perché riducendo il numero dei parlamentari, le minoranze politiche, territoriali, culturali, linguistiche, regionali vedrebbero ancora ridotto il loro spazio di azione. Crescerebbe ulteriormente la dimensione di coloro che non hanno voce e non trovano, già nel sistema attuale, adeguatamente rappresentati i propri bisogni e le proprie istanze. Ancora una volta sarebbero maggiormente penalizzate le fasce sociali marginali e i territori periferici poco popolati.

 

Perché avrebbero accesso al parlamento solo ai grandi partiti organizzati che hanno enormi risorse economiche, mediatiche e di propaganda e tutto ciò che oggi è minoritario, in un paese dove già l’astensione tocca punte del 50%, resterebbe per sempre escluso.

 

Perché questa riforma va contro i sardi. Il taglio alla rappresentanza politica della Sardegna sarebbe pesantissimo e potrebbe rivelarsi disastroso quando, necessariamente, saranno ridefiniti i collegi.

 

Perché nessuna legge elettorale potrebbe mai attenuare gli effetti nefasti di questa riforma. Piuttosto è’ inaccettabile ed intellettualmente disonesto che una modifica costituzionale venga approvata sulla base di future ipotetiche riforme dei sistemi di voto. E’ noto che da almeno un trentennio, in Italia, le leggi elettorali si cambiano con frequenza straordinaria, spesso in base ai sondaggi dell’ultima ora ed alle convenienze delle maggioranze momentanee che attraverso questa via cercano di blindare sé stesse a volte anche violazione dei principi della Costituzione.

 

Perché riducendo le indennità dei parlamentari, eliminando i privilegi di cui godono, rendendo più sobria la gestione della Camera del Senato nonché dei ministeri è possibile ridurre i costi della politica senza per ciò comprimere i diritti democratici dei cittadini e dei territori. Rossomori voterà NO perché crede che una rappresentanza diffusa, generalizzata ed inclusiva sia il presupposto della giustizia, dell’equità, del contrasto alle diseguaglianze imperanti e crescenti, della affermazione piena dei diritti individuali e collettivi.

 

Partito dei RossoMori

         https://partitorossomori.wixsite.com/rossomori

(31 Agosto 1997) muore Lady Diana Spencer


 

Sono uno spirito libero, ad alcuni non piace, ma io sono fatta così.” (Lady Diana Spencer)

 

(31 Agosto 1997) In un incidente stradale avvenuto nel tunnel de l'Alma, a Parigi, muore Lady Diana Spencer, il compagno Dodi Al-Fayed e l'autista, Henri Paul. Tra le numerose ipotesi sono formulate teorie su un complotto i cui mandanti sarebbero i membri della famiglia reale inglese. Per partecipare ai funerali, celebrati il 6 settembre nell'Abbazia di Westminster, si riversano sulle strade di Londra circa 3 milioni di persone. Le esequie sono seguite dalle televisioni di tutto il mondo.

 

Un'irriconoscibile Mercedes blindata, con all'interno i corpi dei viaggiatori, è recuperata in seguito ad uno spaventoso incidente stradale. Da allora, anche a distanza di anni, regolarmente si susseguono ipotesi per spiegare l'incidente. Qualcuno sospetta addirittura che la Principessa in quel periodo fosse incinta: il fatto che il principino William avrebbe avuto un fratellastro musulmano, sarebbe stato (sempre secondo le ipotesi) disdicevole per la famiglia reale.

 

Inizialmente si optò per un funerale privato, poiché Diana non era più un'Altezza Reale, ma l'improvvisa e inaspettata reazione del popolo britannico, in lacrime per la perdita dell'amata principessa, spinse la casa reale a optare per i funerali di Stato. La regina Elisabetta, che con tutta la famiglia era rimasta a Balmoral, in Scozia, dopo i ripetuti attacchi da parte tanto della stampa quanto del suo stesso popolo (che la accusavano di non mostrare rimorso per la morte di Diana), acconsentì a issare a mezz'asta la bandiera sul palazzo reale e a tornare immediatamente a Londra. Il 5 settembre apparve in una diretta televisiva dove rendeva omaggio alla nuora scomparsa, chiamandola "un essere umano straordinario", che "nei momenti felici come in quelli di sconforto, non aveva mai perso la capacità di sorridere, o d’ispirare gli altri con il suo calore e la sua bontà."

 

Lady Diana sarà celebrata per molti motivi, ma dal punto di vista storico è importante ricordarla per le sue numerose battaglie (partendo dalla lotta per combattere l’emarginazione delle persone affette da HIV per arrivare all’assistenza dei senza tetto di Londra). Inoltre Diana fu la più importante alleata degli attivisti anti-mine, un’alleata dell’importanza insostituibile, considerato l’impatto che riusciva ad avere sui mass media. Durante una visita, che fu documentata dalla BBC con un documentario (Heart of the Matter), la principessa fu fotografata mentre metteva la propria vita a rischio, attraversando un campo minato bonificato di recente.

 

«Avevo letto le statistiche secondo le quali l'Angola ha la più alta percentuale di amputazioni al mondo», disse alle telecamere. «Che una persona su 333 ha perso un arto, nella maggior parte dei casi per colpa dell'esplosione di una mina. Ma non ero preparata alla realtà dei fatti». L'impegno di Diana per l'attività di sminamento catturò l'attenzione del pubblico e, anni dopo l'inizio della campagna da lei sponsorizzata, il sostegno alla causa continua. Grazie a lei ed alle sue amicizie, si moltiplicarono gli attivisti e soprattutto si moltiplicarono i finanziamenti per le ONG schierate sul campo.

 

Dopo la sua morte, Diana fu tumulata nella proprietà di famiglia, ad Althorp, in Northamptonshire, su una piccola isola nel mezzo di un laghetto chiamata Round Oval. La cerimonia, in forma strettamente privata, ebbe luogo subito dopo il funerale e vi presero parte l'ex-marito Carlo, i figli, la madre ed i fratelli di Diana. Tra le sue mani fu posto un rosario, un dono che Diana aveva ricevuto da Madre Teresa di Calcutta, che morirà pochi giorni dopo di lei.

 

venerdì 28 agosto 2020

(28 Agosto 1828) Nasce Lev Nikolaevic Tolstoj.


 

"Per l’ultima volta vi dico: rivolgete tutta la vostra attenzione a voi stesso, mettete le catene ai vostri sensi e cercate la beatitudine non già nelle passioni, ma nel vostro cuore. La fonte della beatitudine non è fuori, ma dentro di noi (Lev Tolstoj, dal libro “Guerra e pace”).

 

(28 Agosto 1828) Nel governatorato russo di Tula nasce Lev Nikolaevic Tolstoj, scrittore e drammaturgo russo. Critico e saggista in materia politica e filosofica, Tolstoj è autore di romanzi divenuti eterni classici della letteratura mondiale come "Guerra e pace" e "Anna Karenina". Tutta la sua opera si rivela l'affresco di un’epoca di transizione, nelle quali la volontà di cambiamento si intrecciano con la condanna dell’ineguaglianza, dell’ingiustizia e dello sfruttamento, fenomeni fortemente presenti nella società russa del periodo. Preso di mira dalla censura zarista, con la pubblicazione del romanzo "Resurrezione," nel 1899, Tolstoj viene scomunicato dalla Chiesa ortodossa. Muore il 7 novembre 1910.

 

Tolstoj dal 1844 al 1847 frequentò la facoltà di orientalistica e poi quella di giurisprudenza all'università di Kazan, senza tuttavia terminare gli studi. All'inquietudine degli anni giovanili cerca valide risposte nei libri (la Bibbia, Rousseau); incline alla vita dissipata ma dotato di un forte senso morale, s'impone rigide regole comportamentali che non rispetta, ricorre presto alla forma di autocontrollo del diario, che proseguirà fino alla morte.

 

Divenne celebre in patria grazie a una serie di racconti sulla guerra; il nome di Tolstoj acquisì presto risonanza mondiale per il successo dei romanzi "Guerra e pace" e "Anna Karenina", a cui seguirono altre opere sempre più rivolte all'introspezione dei personaggi e alla riflessione morale. La fama di Tolstoj è legata anche al suo pensiero pedagogico, filosofico e religioso, da lui espresso in numerosi saggi e lettere che ispirarono, in particolare, la condotta non-violenta dei tolstoiani e del Mahatma Gandhi.

 

Nel 1909 lo scrittore tenta – con appelli alla Duma di Stato e a Stolypin – di convincere il governo ad abolire la proprietà privata della terra, per scongiurare una grande rivoluzione, che egli reputa imminente. Già nel precedente articolo "Al popolo lavoratore" (1902) Tolstoj aveva affrontato l'argomento, individuando nella proprietà fondiaria la maggiore ingiustizie sociali. La liberazione della terra tuttavia non doveva avvenire con la violenza, ma attraverso il boicottaggio (dei contadini a lavorare la terra altrui) e la disobbedienza (dei soldati nel reprimere le occupazioni).

 

Desideroso di compiere il tanto vagheggiato "salto" decisivo col quale avrebbe lasciato tutto per Cristo, Tolstoj mise in pratica il progetto di andarsene di casa. Il crescendo di liti con la moglie e con i figli gli causarono enormi sofferenze. Così, nella notte del 28 ottobre 1910 (secondo il calendario giuliano), dopo essersi accorto che la moglie frugava di nascosto fra le sue carte, lo scrittore, sentendosi più che mai oppresso, si allontanò di soppiatto da Jasnaja Poljana, dirigendosi verso la Crimea su treni di terza classe, accompagnato dal medico personale, amico fidato.

 

Sulla sua scrivania lasciò aperta una copia dei Fratelli Karamazov di Dostoevskij al punto in cui il figlio si abbandona alle vie di fatto con il padre. Durante il viaggio tuttavia, a causa del freddo e della vecchiaia, lo scrittore ben presto si ammalò gravemente di polmonite e non andò oltre alla stazione ferroviaria di Astàpovo, dove morì.

 

Tamponi per i Sardi? No, iniezioni di propaganda sciovinista. Di Liberu – Lìberos Rispetados Uguales


La situazione di risalita dei contagi in Sardegna, come effetto di un afflusso turistico colpevolmente incontrollato, viene incredibilmente presentato dai media italiani come se fosse la scoperta di un enorme focolaio. Solo ai più distratti può essere sfuggito come le notizie vertano quasi sempre, per non dire sempre, sull’apprensione per gli italiani che andando via dalla Sardegna potrebbero portare il virus in Italia.

 

Sostanziale menefreghismo invece per la condizione dei Sardi, che ora si ritrovano su un’isola in cui è nuovamente presente il Covid, per colpa dell’Italia, con la complice inettitudine del governo regionale e per la strafottenza di tanti vacanzieri, in un mix di incompetenza e arroganza coloniale che ha vanificato mesi di duri sacrifici di un popolo intero.

 

Che sia una campagna italiana di attacco contro la Sardegna è evidente. Ed è altrettanto evidente che a una campagna di questo tipo non può seguire altro che una valanga di disdette per le prenotazioni, con un danno economico enorme. Si riaffaccia, anche qui, l’evidenza di quanto Liberu diceva già ad aprile,quando avvisava che il guadagno relativo ad una breve apertura sarebbe stato poca cosa rispetto al danno che ne sarebbe conseguito. Ma evidentemente la politica regionale doveva obbedire a ben altri interessi e non al puro buonsenso, ed ora se ne vedono le conseguenze.

 

E’ normale che monti il risentimento e la rabbia dei nostri cittadini per tanta stupidità, e non poteva che moltiplicarsi alla notizia dei test a pagamento presso il Mater Olbia mentre in alcune regioni italiane vengono offerti test gratuiti per chi torna dalla Sardegna. Non si capisce come sia possibile che i Sardi, che spendono circa la metà dell’intero bilancio regionale per la Sanità, e che da quel bilancio arrivino copiosi finanziamenti per il Mater Olbia, non abbiano diritto ad un test gratuito. Possibile che si trovino sempre i soldi per tutto e per tutti, e non si trovino mai i soldi per difendere la salute dei Sardi?

 

Ha dell’incredibile, in questo quadro a tinte fosche, la notizia dell’esibizione delle frecce tricolori, questa mattina, sui cieli di Decimomannu. Ancora una volta l’Italia, davanti all’ignobile atteggiamento delle sue autorità nei confronti del popolo sardo, risponde a colpi di propaganda tricolore. Mentre da una parte va avanti il trattamento discriminatorio e la campagna di boicottaggio economico, lo Stato trova i soldi per giocare a fra volare gli aeroplanini sulle nostre teste.

 

Come in una grottesca rivisitazione dell’episodio di Maria Antonietta, il popolo sardo ha bisogno di sicurezza sanitaria, l’Italia risponde con le frecce tricolori. Un tentativo pietoso di distrarre l’attenzione con un po’ di propaganda sciovinista, e di dare una riverniciata ad un’immagine dell’Italia che i Sardi vedono ogni giorno di più come ostile e predatrice.

 

Ma l’epidemia è stata la dimostrazione definitiva che i Sardi non possono più permettersi di affidare ad altri il diritto di decidere del proprio destino e di regolare i rapporti tra la nostra isola e il resto del mondo. Fare decidere ad altri, chiunque essi siano, ci metterà sempre nelle condizioni in cui ci troviamo ancora oggi: presi in giro, criminalizzati, tenuti in ostaggio da interessi stranieri. Il pieno diritto all’autodecisione, ormai è assolutamente evidente, è l’unico modo che abbiamo noi Sardi per difendere la nostra stessa esistenza.

 

Di Liberu – Lìberos Rispetados Uguales

#Liberu

 

 

06 Settembre 2020. IV Edizione Storie di donne... donne e la storia


 


Evento organizzato da Mezcla Intercultura

Vico Parrocchia, 11, 09028 Sestu CA, Italia

dalle ore 10:30 alle 12:00

 

"Storie di donne...donne e la storia" giunge alla sua IV edizione, questo spazio dedicato al mondo delle donne ci ha visto spesso raccontare fatti e problematiche che non ci permettevano sicuramente di affrontare certi argomenti a cuor leggero,ma quest'anno già carico di pesantezza ha fatto nascere in noi l'esigenza di uno spazio dedicato alle donne, non meno importante , ma più leggero e sereno, da tutto questo e dal grande successo che ebbero durante la scorsa edizione della "Festa del Libro" , nasce lo spazio di creatività e condivisione dei laboratori curati dalla bravissima Angelica Piras.


Ma non ci bastava, allora abbiamo pensato di allargare questo evento ai bambini,l'abbiamo fatto con Storie di donne raccontate ai bambini,ogni incontro prevede un lettura dedicata ad una donna che con la sua storia, con il suo operato, ha contribuito a cambiare questo mondo così complicato. Questo spazio dedicato alla scoperta ed alla conoscenza ,perchè questi bambini che saranno il futuro,possano capire che ogni loro idea,pensiero, gesto anche il più semplice può contribuire a costruire la bellezza del mondo che ci circonda.Ma se è vero che vogliamo far crescere adulti responsabili ,vogliamo anche continuare ad avere bambini felici e per questo dopo ogni lettura di Storie di donne raccontate ai bambini,si potrà assistere ad uno spettacolo di burattini a cura delle Compagnie del Cocomero.


VI ASPETTIAMO!!


I LABORATORI E GLI SPETTACOLI SARANNO GRATUITI MA LA PRENOTAZIONE SARA' OBBLIGATORIA!!
AIUTATECI NEL RISPETTO DELLE REGOLE E DELLE NORMATIVE ANTICOVID!

giovedì 27 agosto 2020

La necessità di costruire servizi universali e di qualità per l’infanzia. Di Elisabetta Piccolotti.


 


Arrivano le prime indiscrezioni sull’assegno unico per le famiglie, un assegno universale modulato sull’Isee, che verrà erogato a tutti coloro che hanno a carico dei figli e che sostituisce circa 8 tra bonus e detrazioni. Pare che l’operazione costi complessivamente circa 22 miliardi, di cui 1,9 sono riduzioni di imposte che prima pagavano i datori di lavoro.

 Lo dico sottovoce: non sarebbe meglio riflettere su come utilizzare almeno una parte di queste risorse per costruire servizi universali e di qualità per l’infanzia?

 Solo per fare degli esempi, tra le cose più urgenti:

- asili nido pubblici gratuiti per tutti nell’intera penisola,

- eliminazione definitiva delle classi pollaio,

- tempo pieno per tutti coloro che ne facciano richiesta

- scuole di musica e corsi sportivi pomeridiani gratuiti, finanziati dai comuni, anche e sopratutto per quei bimbi le cui famiglie hanno un reddito basso.

- sostegno alla genitorialità, e più personale specializzato nei tribunali e nei servizi sociali dedicato al sostegno dei bimbi che vivono in famiglie difficili, in condizione di grave povertà educativa o materiale.

 Chissà quanta parte di quei 22 miliardi annui finirà davvero nella difesa dei diritti e del futuro dei bambini. L’idea che per migliorare la vita dei bimbi sia necessario erogare assegni agli adulti non mi ha mai convinta. Sopratutto se lo Stato che eroga gli assegni non è capace a monte di garantire i servizi con la qualità e la quantità che servono per prendersi cura davvero di ogni singolo bimbo e ogni singola bimba di questo paese

 

Elisabetta Piccolotti

 

martedì 25 agosto 2020

28 Agosto. Il Leone imbrigliato.

 


Evento organizzato da Contemporary - Festival Arte d'Avanguardia

Venerdì dalle ore 18:30 alle ore 20:00

 

Evento Online

 

Venerdì 28 agosto, alle 18:30, nel il giardino dell’Ex-Montegranatico a Donori (CA), sarà presentato il libro Il leone imbrigliato, di Maurizio Coccia, edito da Castelvecchi nel 2019.
Il testo indaga il rapporto fra i tre principali protagonisti dell’arte contemporanea: artisti, istituzioni, pubblico.


Si discutono i pionieri della pratica risalendo nei decenni sino al principio del nuovo secolo, quando entrano in gioco strategie alternative e prendono slancio nuove pratiche curatoriali più accentratrici e performative. Insieme all’autore, ne discuterà Roberto Loddo de Il Manifesto Sardo.

L’iniziativa si offre anche come presentazione dell’edizione 2021 di Contemporary - Festival di Arte e avanguardia, di cui saranno anticipati i lineamenti principali e le attività connesse.
È prevista anche una diretta disponibile sulle pagina Facebook del manifesto sardo del Contemporary Festival D’Arte D’Avanguardia. Contemporary - Festival di Arte e Avanguardia è una manifestazione biennale, della durata di tre giorni, che si tiene a Donori (CA), a fine estate.


Nasce da un’idea di Roberto Follesa che, dal 2015, è affiancato nella direzione artistica da Maurizio Coccia.
Silvia Schirru, Roberto Loddo, Pietro e Paolo Marchi completano il gruppo.
Ogni nuova edizione conferma e consolida la sua originaria vocazione internazionale.

Mancu abba in broca. Di Liberu – Lìberos Rispetados Uguales

 


La crisi legata alla mancanza di acqua a Nuoro e Mamoiada per la rottura della condotta di Janna ‘e Ferru è solo l'ultima prova dell'inaffidabilità e dell'inefficienza del gestore Abbanoa. Un poltronificio utile ai partiti unionisti di centrodestra e centrosinistra, che in questi anni non hanno fatto altro che piazzare i propri uomini all'interno dei posti chiave, trascurando lo scopo principale: l'approvvigionamento idrico dei cittadini sardi.


Condotte colabrodo e in materiali pericolosi per la salute dei cittadini (si pensi che la condotta incriminata è in cemento-amianto), nessun reale piano di sostituzione e ammodernamento della rete ma solo interventi per tamponare eventuali guasti.


Nel pieno di una pandemia globale, con i cittadini già provati da mesi di isolamento e di chiusura delle attività economiche, a cavallo di un ponte di ferragosto tra i più torridi degli ultimi anni, i cittadini si trovano a dover fare la fila fin dalle prime ore del mattino per avere qualche decina di litri d'acqua per i bisogni essenziali.
Quello che sta succedendo è indegno di una società che vuole considerarsi civile. Sono questi i problemi che fanno emergere le contraddizioni che ci mostrano che l'apparenza del nostro vivere da "occidentali" si frantuma in pochi attimi davanti a problemi reali che una politica incapace, di centrodestra così come di centrosinistra, ha semplicemente messo sotto il tappeto per decenni.

 

Il soddisfacimento di un bisogno elementare come l’accesso all’acqua potabile non può essere affidato a una società che, a fronte di stipendi esorbitanti per i suoi dirigenti, si dimostra incapace di pianificare il rinnovo periodico della sua rete di distribuzione, vivendo di emergenza e tirando a campare. Crediamo che sia venuto il momento di mettere in discussione in ogni sede possibile l’attuale dipendenza di Abbanoa dall’influenza dei grandi partiti: non è più rinviabile una radicale riforma che ponga al centro della società la competenza e l’ottimizzazione delle risorse e non la lottizzazione politica.

 

In chiusura intendiamo esprimere la solidarietà alla protezione civile comunale, impegnata con le numerose richieste di acqua da parte delle persone più fragili, e alle squadre di emergenza attualmente impegnate nella riparazione delle tubature. I lavoratori sono costretti a operare a temperature proibitive e sotto ferragosto, scontando col loro sacrificio l’incompetenza e il lassismo di una classe dirigente che oggi più che mai si dimostra inadatta e incompatibile con gli interessi dei cittadini.

 

Liberu – Lìberos Rispetados Uguales

#Liberu

 

lunedì 24 agosto 2020

(24 Agosto 1929) al Cairo nasce Yasser Arafat.

 

"Se ci tenete tanto a dare una patria agli ebrei, dategli la vostra: avete un mucchio di terra in Europa, in America. Non pretendete di dargli la nostra. Su questa terra noi ci abbiamo vissuto per secoli e secoli, non la cederemo per pagare i vostri debiti." (Yasser Arafat)

 

(24 Agosto 1929) al Cairo nasce Yasser Arafat. La data e il luogo della sua nascita non sono mai stati confermati con certezza. Il suo certificato di nascita, depositato all'università del Cairo, attesta che nacque al Cairo (Egitto) il 24 agosto 1929. È proprio nella capitale egiziana che svolge gli studi universitari in ingegneria. Sposati gli ideali della causa palestinese fonda Al Fatah il primo movimento per la liberazione della Palestina (alcuni storici del movimento palestinese fanno risalire il fatto al 1959). A questa causa dedicherà tutta la vita. In Giordania e poi in Libano si batte per preservare i campi profughi e farne il centro delle milizie che lotteranno per la creazione di uno Stato indipendente palestinese.

 

Nel 1969 diventa capo dell’OLP, Organizzazione per la Liberazione della Palestina,e nel 1988 riconosce ad Algeri lo Stato d'Israele. Inizia così un cammino complesso che lo porta a siglare gli accordi di Oslo del 1993. Questi, entro cinque anni, prevedono l'autogoverno per i palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza. Nel 1994 riceve, insieme ai leader israeliani Shimon Peres e Yitzhak Rabin, il Premio Nobel per la Pace per l'opera svolta ai fini della pacificazione del Medio Oriente.

 

Nel dicembre del 2000 tuttavia, in seguito ad una visita di Ariel Sharon alla spianata della Moschea al-Aqsa - considerata per fini puramente provocatoria dagli osservatori internazionali - lo scontro tra israeliani e palestinesi si riaccende con rinnovata violenza in quella che prende il nome di Seconda Intifada. Essa rappresenta la fine degli sforzi per modificare e rendere efficace l'apparato di governo rappresentato dall'Autorità nazionale palestinese, tanto che vi è chi l'ha letta come un modo dell'anziano leader di riprendere il controllo dinanzi a spinte centrifughe.

 

Anche la sua morte rimane un momento oscuro: alcuni sostengono fosse affetto da Aids, nonostante famiglia e sostenitori abbiano sempre negato. Da anni malato, peggiorò gravemente durante i giorni in cui le forze di sicurezza israeliane lo tennero in isolamento, accusandolo di aver appoggiato alcuni attacchi terroristici. Nell’ottobre del 2004 fu ricoverato a Parigi, dove morì l’11 novembre dello stesso anno, senza alcuna autopsia. Solo nel 2012 la vedova, Suha Tawil, presentò un esposto in Francia, sostenendo che il marito non fosse deceduto per cause naturali.

 

In Svizzera, un istituto di indagini sulla radioattività rivelò di aver trovato tracce di polonio sugli effetti personali di Arafat, e il sospetto di avvelenamento fu rafforzato anche dopo la riesumazione della salma tre anni dopo: fu riscontrato un innaturale alto livello di polonio radioattivo nelle costole e nel bacino del leader. Contro le conclusioni delle ricerche svolte in Svizzera si pongono i risultati di russi e francesi: un’agenzia federale russa stabilì che non c’erano tracce di avvelenamento radioattivo nella salma e che il leader sarebbe morto per cause naturali; il polonio avrebbe dovuto infatti contaminare anche le persone che vivevano a stretto contatto con lui.

 

Anche i francesi smentirono l’ipotesi di avvelenamento: Arafat morì per una grave infezione, rilevatasi letale a causa dell’età. Il caso della morte di Arafat resta ancora aperto, così come aperto è ancora il progetto per cui il leader palestinese lottò tutta la vita: nonostante il riconoscimento formale da parte di molti Paesi sia aumentato, l’indipendenza e l’autodeterminazione per il popolo palestinese è ancora una lunga strada da percorrere


 

Opinioni politiche e macchina del fango. Di Lucia Chessa.

 


Cresce tra i sostenitori del Si al referendum sul taglio dei parlamentari, l’abitudine a tacciare da poltronari coloro che si schierano per il NO. Non fai in tempo ad accennare un argomento, ad impostare un ragionamento, a sollevare un’obiezione sulla schiforma costituzionale che taglia il parlamento invece che le indennità dei parlamentari, che diventi sedutastante portatore di qualche interesse basso, se non tuo di un tuo amico, di qualche aspirazione disonesta e malcelata che, sotto sotto, ti fa tramare contro gli interessi della gente.

E quindi si organizzano gli eserciti di moralizzatori, di invasati custodi del bene comune perché tu che voti NO, come ha detto il ministro Di Maio, sei establishment, cioè appartenente ad un gruppo di potere che ha un interesse losco a conservare lo status quo.

Praticamente lui che siede al governo cambiando poltrona da un ministero all’altro, che è stato capo-politico, come amava definire sé stesso, lui il cui ministero spende 700.000 euro all’anno di suoi consulenti, segretari, collaboratori alla Casalino, in aggiunta ai normali organici dei palazzi ministeriali. Ecco lui deve venire a dire a me che voto NO che sono establishment.

A me che non sono nessuno, che milito in un partito che vive esclusivamente autofinanziato dai suoi iscritti, che dopo il secondo mandato da sindaco ho rifiutato con caparbietà la terza ricandidatura, che non sto aspettando lui ad insegnarmi cosa è honestà-honestà anzi potrei fargli qualche lezione (a lui e ai suoi) su come si amministrano e si tutelano i beni comuni.

Ascù ma ti ghiras ca ses unu nudda?

 

Di Lucia Chessa

 

domenica 23 agosto 2020

Future presentazioni de “Carlo Felice e i tiranni sabaudi” di Francesco Casula.

 


150 presentazioni di “Carlo Felice e i tiranni sabaudi” entro il 2020? Il maledetto COVID-19 per circa 6 mesi ha impedito la presentazione di “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”. Fortunatamente siamo riusciti, per un pelo, nella presentazione (la centotrentesima) a Roma (Biblioteca del senato) il 21 febbraio scorso, proprio prima dell’inizio della maledetta pandemia.

 

Abbiamo ripreso solo il 5 agosto (131esima) a Teulada e l’11 (132esima) a Sant’Anna Arresi. Il 25 saremo a Santa Teresa di Gallura. Per settembre sono state già definite le presentazioni a Seneghe il 3, a Arzana il 5 e a Barisardo il 18.

 

Sono in corso di programmazione e definizione presentazioni a Paulilatino, Escalaplano, Bonorva, Nurachi, Ales, Sassari, Nuoro, Cagliari, Orgosolo. Ma anche in Italia: per ottobre è prevista una presentazione a Colleferro (Roma).

 

L’obiettivo è quello di raggiungere 150 presentazioni entro il 2020. Per proseguire poi nel 2021: i Comuni sardi sono ben 377: duncas, dobbiamo continuare, ancora non ne abbiamo fatto neppure la metà! Il 29 agosto inoltre ci sarà a Cagliari (ore 19, Palazzo regio) la rappresentazione teatrale “Processo alla statua di Carlo Felice” con la regia del bravissimo Gianluca Medas e con me nella veste dell’accusatore delle malefatte del tiranno sabaudo, che da re come da vicerè fu sanguinario, famelico e ottuso.

 

Ha scritto su di lui Pietro Martini (peraltro filo monarchico e filo sabaudo): “Era alieno dalle lettere e da ogni attività che gli ingombrasse la mente”. Insomma un perfetto imbecille!

 

Francesco Casula

Saggista, storico della letteratura sarda

 autore del libro, tra gli altri, de “Carlo Felice e i tiranni sabaudi

 

venerdì 21 agosto 2020

E’ arrivato il conto. Di Liberu

 


 

Non era difficile immaginare, da tempo c’erano le avvisaglie e con un po’ di buonsenso si sarebbe potuto prevedere tutto ciò. I nostri documenti che già ad aprile prevedevano il disastro e proponevano risposte, sono stati costantemente ignorati dalla politica regionale e censurati dai principali mezzi di informazione. Ora da più parti si tenta la santificazione di Solinas che, secondo la vulgata, non sarebbe stato ascoltato quando chiedeva controlli sanitari per venire in Sardegna. Il che è sicuramente vero e gli fa onore.


Ma è anche vero, ridimensionando un po’ le cose, che Solinas ha tenuto duro fino a maggio, con la bassa stagione, chiedendo controlli sanitari severi ma senza proporre niente di concreto. Il primo giugno poi, con una clamorosa retromarcia, dichiarava: "Per venire in Sardegna dal 3 giugno è sufficiente fare una prenotazione, e noi invitiamo tutti i turisti a prenotare perché l'Isola intende accoglierli a braccia aperte", piegandosi a decisioni romane che riducevano i controlli a una sostanziale buona volontà. Dopodiché la situazione è andata progressivamente degenerando, con una miriade di arrivi senza alcun controllo sanitario, né alla partenza né all’arrivo.


Nel mese di luglio, assieme all’assessore al turismo, lo stesso Solinas che prima era paladino dei controlli sanitari rigidi, arrivò ad indignarsi per l’applicazione della legge che vietò l’arrivo di turisti dagli USA, lamentando che si trattava di un “viaggio di lavoro”. Il classico viaggio di lavoro estivo con appresso due bambini piccoli. Parlò di grave danno d’immagine per la Sardegna: non si riferiva al fatto che dal posto più contagioso del mondo fossero arrivati turisti, ma che non si volesse infrangere la legge in loro favore.
Nel corso della stagione, a tutti i livelli, è diminuito anche il numero di tamponi giornalieri, forse per evitare di spaventare i vacanzieri si è voluta cinicamente seguire la dottrina di Donald Trump: “Se non facessimo test avremmo pochissimi casi”.


In questo quadro, mentre migliaia di turisti vanno e vengono dai luoghi più contagiosi del mondo, nei giorni scorsi Solinas non ha trovato di meglio che segnalare il pericolo contagio… da parte dei migranti! A questa vergognosa condotta da scaricabarile incallito, fa eco l’atteggiamento – a dir poco ignobile – dei media italiani che in questi giorni presentano la Sardegna come focolaio del virus. Giusto per ricordare che quando inizia la caccia al nero, prima o poi anche tu sarai il nero per qualcuno.

 

A questo punto sarebbe giusto chiedersi se la proposta di Liberu, fatta già ad aprile, non fosse la migliore risposta. Una misura che puntava alla massima apertura delle attività, delle sagre, dei concerti e delle feste che tanto benessere portano alla Sardegna, da ottenere con una chiusura regolata e razionata all’entrata esterna. Proponevamo che si evitassero arrivi di massa disordinati, permettendo alcune migliaia di rientri quotidiani di Sardi e di turisti in maniera controllata, anche considerando che già in piena quarantena entravano in Sardegna oltre un migliaio di persone ogni giorno. Sarebbe stato un ingresso non massivo e sicuro, che avrebbe salvaguardato tutti

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Il presidente Federalberghi Sardegna nei giorni scorsi ha dichiarato che il suo settore ha perso circa il 75%. Pur di accontentare gli albergatori però sono state cancellate feste e sagre, con gravissimo danno per centinaia di paesi, mentre ristoratori e baristi anche della zone interne sono stati messi in croce da misure di emergenza dovute all’apertura massima per un turismo minimo. Adesso in Italia agitano l’immaginario dell’infetto che viene dalla Sardegna, mentre da noi andranno in fumo anche prossime iniziative importanti come Cortes Apertas e le tante feste autunnali, con milioni di euro di danno per quelle famose zone interne che non si dovrebbero spopolare.

 

Una situazione disastrosa che rende ancor più urgente la necessità di una nuova classe politica, capace di difendere gli interessi generali del popolo sardo davanti alle lobby e al potere romano.

 

Liberu – Lìberos Rispetados Uguales
#Liberu

 

23 Agosto. Stefano Bollami.

 


 Evento organizzato da Fondazione Stazione dell'arte UlassaiStefano Bollani e Rocce Rosse Blues

 

Domenica dalle ore 21:30 alle ore 23:00

 

Biglietti

https://www.boxol.it/it/event/stefano-bollani/304811

Saluterà il pubblico della Stazione dell'Arte seduto al suo pianoforte il vulcanico Stefano Bollani, il jazzisti ospite immancabile delle ultime edizioni della rassegna non ha bisogno di inventare musica e ne fa letteralmente ciò che vuole. Bollani approda alla rassegna blues con il suo tour dedicato al capolavoro di Andrew LLoyd Webber & Tim Rice. A 50 anni dalla pubblicazione dell'album originale ‘Jesus Christ Superstar’, il pianista ha creato la sua personale versione del musical con il benestare del compositore inglese. “Piano Variations on Jesus Christ Superstar” è una versione totalmente inedita e interamente strumentale per pianoforte solo, ma che custodisce come un tesoro l'originale.

giovedì 20 agosto 2020

L'Armata Rossa chiude il capitolo della "Primavera di Praga."

 

 (20 Agosto 1968) I carri armati sovietici invadono Praga. Durante la notte le truppe dell'Armata Rossa entrano nella capitale della Cecoslovacchia con l’obiettivo di bloccare sul nascere il nuovo corso politico avviato da Alexander Dubèek, propenso ad una via più democratica del sistema comunista. É la fine della "Primavera di Praga": i carri armati sovietici distruggono la speranza dell’avvento di un “socialismo dal volto umano”. La dirigenza cecoslovacca denuncia al mondo intero l’invasione e il 21 agosto il Parlamento lancia un appello in cui si denuncia l'atto di violenza internazionale in contrasto con i principi degli accordi di alleanza".

 

Il processo di destalinizzazione che si era sviluppato in Cecoslovacchia dall’inizio degli anni Sessanta fu accompagnato da crescenti pressioni in senso riformista (soprattutto fra intellettuali e studenti) e da una forte ripresa dell’autonomismo slovacco. Il rinnovamento di gran parte del gruppo dirigente aprì la strada a un processo di riforme democratiche che ottenne presto un largo sostegno popolare, investendo importanti aspetti della vita politica ed economica del Paese (libertà di stampa, riattivazione dei partiti non comunisti e delle organizzazioni di massa, riorganizzazione del sistema produttivo, maggiore autonomia dall’URSS ecc.).

 

Il timore, da parte sovietica, che questi sviluppi potessero pregiudicare la collocazione internazionale della Cecoslovacchia e rappresentare una minaccia per la stabilità dell’intero blocco orientale portò, dopo una serie di avvertimenti, all’invasione del Paese da parte delle truppe del Patto di Varsavia. I dirigenti cecoslovacchi furono costretti a bloccare il processo riformatore, progressivamente indeboliti e infine sostituiti da una nuova leadership più gradita a Mosca.

 

Nel tardo pomeriggio del 16 gennaio 1969, lo studente Jan Palach si recò in piazza San Venceslao, al centro di Praga, e si fermò ai piedi della scalinata del Museo Nazionale. Si cosparse il corpo di benzina e si appiccò il fuoco con un accendino. Rimase lucido durante i tre giorni di agonia. Ai medici disse d'aver preso a modello i monaci buddhisti del Vietnam. Al suo funerale, il 25 gennaio, parteciparono 600 000 persone, provenienti da tutto il Paese. Jan Palach decise di non bruciare i suoi appunti ed i suoi articoli (che rappresentavano i suoi pensieri e i suoi ideali), che tenne in un sacco a tracolla molto distante dalle fiamme. Almeno altri sette studenti, tra cui l'amico Jan Zajíc, seguirono il suo esempio e si tolsero la vita, nel silenzio degli organi d'informazione, controllati dalle forze d'invasione.

 

Il segretario del Partito Comunista Italiano Luigi Longo condannò l'invasione ma alcuni dirigenti del partito decisero che quella presa di posizione non era sufficiente. Bisognava insomma dire di più e cioè sostenere una volta per tutte che il socialismo reale in Urss e nei paesi satelliti era definitivamente fallito, dopo le speranze aperte con il XX° congresso del 1956. Quei compagni, che diedero poi vita al gruppo de il manifesto , furono radiati dal partito con l'accusa di frazionismo il 24 novembre 1969, dopo la pubblicazione, nel secondo numero della rivista omonima, dell'editoriale dal titolo "Praga è sola".

    

I miei ringraziamenti. Di Francesco Casula.

 



Questo volume, il terzo della mia “Letteratura e civiltà della Sardegna” (Edizioni Grafica del Parteolla, 2013-2016), dedicato interamente al Teatro in lingua sarda, non avrei potuto scriverlo senza la collaborazione, il contributo e la consulenza di tanti amici e di molti Autori di testi presenti nel volume stesso.
Tanti Autori che mi hanno messo a disposizione le loro opere ma anche altro materiale (recensioni, giudizi critici apparsi sulla stampa ecc.).


A loro il mio più sentito ringraziamento. Essi sono: Bruno Michele AresuAntonio Contu, Mario Deiana (deceduto l’anno scorso), Giulio MameliPiero Marcialis, Adriana Puddu Anedda, Giovanni Paolo Giampaolo SalarisGigi Tatti, Salvatore Vargiu.


Ringrazio inoltre Marco Sini e Gianni Argiolas, Marcello e Gianni Garbati, per il materiale e i libri donatimi per una maggiore conoscenza i primi due della loro compaesana, Albina Angioni; i secondi del loro padre Domenico Garbati, autori ambedue presenti nel volume.


Ringrazio anche Vincenzo SpigaTonio Pani, e Bruno Agus per le preziose informazioni sui cantadores sardi e Giantonio Tronci, Presidente della Pro Loco di Guamaggiore, per averci messo a disposizione una rarissima fotografia.

 

Un particolare ringraziamento va


-a Fabritziu Dettori, per le traduzioni dal sassarese all’Italiano, dei testi dei commediografi di Sassari Giovanni Ennas e Battista Ardau Cannas;


-a Lussorio Cambiganu per le traduzioni dei testi della Commedia del pattadese Padre Luca Cubeddu, “Sa congiura iscoberta de sas Bajanas Madamizantes”;


-a Angelo Carboni-Capiali per il copioso materiale da lui prodotto e messomi a disposizione sulla commedia stessa di Cubeddu;


-a Giovanni Casciu, valente vocabolarista e lessicografo, per i suggerimenti e i consigli offertimi, specie in relazione alla interpretazione di molte espressioni idiomatiche sardo-campidanesi;


-a Franco Carlini, da sempre mio prezioso consulente, per quanto attiene al campidanese;


-a Tonino Loddo, valente studioso di Lanusei che mi ha messo a disposizione le sue ricerche e i suoi lavori sul compaesano Tonio Dei, da cui ho abbondantemente attinto per delineare la figura e l’opera del Dei stesso;


-al mio Editore Paolo Cossu, per il coraggio e la generosità per la pubblicazione di questa mia ulteriore opera e per i numerosi testi teatrali da lui editi e messimi sempre a disposizione.

 

Di Francesco Casula