venerdì 17 aprile 2020

Il virus frena ma uno studio rivela: ci sarebbero 6mila casi fantasma Si apre uno spiraglio: due vittime e tre contagi




La curva dei contagi potrebbe essersi davvero appiattita e anche quella delle vittime comincia a essere contenuta. Per la prima volta da quando è scattata l'emergenza, i nuovi casi di coronavirus non hanno superato la doppia cifra. Anzi, sono stati appena tre e anche il picco di Sassari ha subito uno stop: da un più 14, quarantotto'ore fa, a uno solo nuovo caso registrato giovedì. Lo stesso discorso vale per le vittime stroncate dal Covid-19: l'escalation dei giorni scorsi s'è bloccata o quasi.

Martedì i morti erano stati cinque, tre mercoledì e invece due ieri. Certo, è ancora troppo presto per sostenere che è cominciata la discesa verso quota zero, in una colonna e anche nell'altra. Soprattutto perché uno studio statistico dell'università San Raffaele di Milano sostiene invece che, in Sardegna, i casi positivi reali sarebbero oltre 7mila, a fronte dei 1.161 ufficiali registrati il 15 aprile. Ci sarebbe quindi un sommerso di quasi 6mila positivi sfuggiti finora ai controlli sanitari, ed è una quota che gli epidemiologi hanno catalogato come quella preoccupante dei «Covid fantasma».

Cauto ottimismo. A questo punto il picco potrebbe essere stato superato, ma non è detto. Come hanno ribadito diverse volte gli esperti del Comitato scientifico, serviranno almeno altri tre o quattro giorni con lo stesso andamento piatto, è quello registrato in queste ore, prima di annunciare che il contagio s'è fermato. Perché, ad esempio, gli ultimi dati vicini allo zero del bollettino della Regione potrebbero essere viziati da un numero inferiore di esiti sui tamponi effettuati mercoledì. E infatti, secondo la tabella dell'Unità di crisi, sono stati solo 401 (da 12.395 a 12.796) i nuovi test nasofaringei, mentre continuano a non essere dichiarati quelli rapidi.

È un dato, quello dei kit sierologici, che servirebbe invece a far capire quale è stata finora la quota di controlli a tappeto sulla popolazione. Comunque, numeri a parte, uno spiraglio comincia a intravedersi. Sarà quindi decisivo l'andamento da oggi e fino a domenica delle due curve, nuovi casi positivi e mortalità, per ipotizzare che dal 26 aprile in poi le attuali restrizioni sociali ed economiche diventino molto meno pesanti.

La lista nera. Il numero di morti è salito a 85. Le ultime due vittime erano nate a Ossi, 79 anni, e a Cagliari, 66. Entrambe sono donne, anche se in percentuale continuano a essere gli uomini i più colpiti: 61,4 contro 36,6. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 133, di cui 24 in terapia intensiva, e questi sono due dati stazionari.

I nuovi casi. Con gli ultimi tre accertati, il numero totale di positivi è salito a 1.164. Per l'esattezza sono 873, escluso il numero di decessi e quello dei pazienti guariti, che sono aumentati da 208 a 214. La distribuzione per provincia continua a vedere Sassari in testa con 764 casi, più uno rispetto all'ultimo aggiornamento, poi la Città Metropolitana di Cagliari (208, più uno), il Sud Sardegna, 86, Nuoro, 67 e infine 39 (+1) ad Oristano.

Gli asintomatici. Le tabelle dell'Unità di crisi continuano a ribadire che la percentuale di casi positivi senza sintomi rappresentano il 29,5 per cento del totale, ma la realtà potrebbe essere molto diversa. Secondo uno studio della facoltà di Medicina dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, i positivi sarebbero invece almeno 7.300. In collaborazione con la Johns Hopkins Cente for Humanitarian Health, i ricercatori hanno preso in considerazione per ogni regione il numero di morti a causa del Covid-19 e da lì sono partiti per calcolare i positivi reali.

A metà aprile in Italia, secondo questo studio, sarebbero in effetti oltre 2,5 milioni contro i 165mila dichiarati dall'Unità di crisi nazionale. In Sardegna, 7.200 contro i 1.164 ufficiali, cioè quasi sette volte tanto e con una percentuale intorno allo 0,45 per cento su un milione e 600 mila abitanti. La differenza fra i due dati, sia in Italia che nell'isola, è gigantesca ed ecco perché - secondo il San Raffaele - «dobbiamo andare a caccia degli ancora troppi positivi fantasma, aumentando i test, se vogliamo bloccare davvero la catena del contagio e cominciare a parlare di ritorno a una quasi normalità».

di Umberto Aime

Articolo tratto da la Nuova Sardegna del 17.04.2020

-----------------
Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca


Nessun commento:

Posta un commento