lunedì 20 aprile 2020

Il virus può essere ancora pericoloso, o mancano le informazioni necessarie? Di Pier franco Devias



In giro vigono ancora regole ferree, addirittura anche regole personalizzate da picchiatori di strada con tanto di stella di sceriffo, ma allo stesso tempo si programma una riapertura tra poche settimane. Notizie di riapertura che giungono negli stessi giorni in cui si apprende che questo virus è in grado di ricontagiare anche le persone già guarite.

Io non ho nessuna competenza medica ma ho il difetto di usare ogni tanto
il cervello. Quindi ragionando mi chiedo se veramente chi vuole riaprire le porte è convinto che la gente rispetterà prescrizioni di distanziamento. Cioè dico, molti le rispetteranno sicuramente, ma forse chi vive nei palazzi non sa che il giorno che gira la voce che si può uscire, la gran parte della popolazione si riverserà nelle strade con un'euforia isterica tipo annuncio di fine della guerra, con sbornie e spuntini e baci promiscui a piedi di santi. E andare in mezzo a questa folla festante, sudata e sputacchiante col fischietto a dire di stare a distanza, sarà come catapultarsi all'Oktoberfest a strillare di bere responsabilmente.

Se non si ha la percezione di questa realtà non si capisce quanto la gente sia esasperata da questo periodo di reclusione senza lavoro, con molta preoccupazione, molta noia, molta tensione e molto spesso anche in compagnia di persone con cui non si va d'accordo o - peggio - con il proprio maltrattante.
Per cui pretendere che si esca tutti come formichine potrà essere accettato da pochi, il resto sarà una mandria di bufali festosi che travolgerà tutto.

Ma il virus non fa distinzioni e contagia chiunque si trovi alla sua portata. Sarebbe perciò perlomeno ingenuo credere che, date queste condizioni, non ripartano i contagi. Cioè, a lavoro ci vogliamo tornare tutti, io per primo, ma inizia a venirmi il dubbio che visto che non sanno come uscirne ci vogliono mandare al macello per cercare di tenere buona la tensione sociale. Della serie: "piuttosto che mandargli altri soldi a casa, vadano a morire: i soldi ci servono per salvare le banche". Ma potrei sbagliarmi, per cui mi affido alla ragione e al dubbio.

Perciò:
- considerando che il vaccino non esiste ancora
- che il virus contagia tutti, anche quelli già guariti
- che i pochi posti di terapia intensiva continuano a rimanere pochi
nel caso di un improvviso aumento dei contagiati
- che il virus non è sconfitto, semplicemente lo abbiamo riportato alle condizioni di fine febbraio
- che il virus se ti deve contagiare non conosce i calendari e lavora a marzo come a maggio

A questo punto, con molta preoccupazione, mi chiedo:
1)
se questo virus non è abbastanza pericoloso da impedire che si ritorni alla normalità, allora perchè ci avete rinchiuso per due mesi?
2)
se invece il virus è pericoloso e mortale, perchè ci fate tornare alla normalità e ci mandate a morire dopo averci picchiato fino al giorno prima per ogni gesto di normalità?
Sarebbe bello se chi governa, a Roma come a Cagliari, ci desse una risposta..

Di Pier Franco Devias


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