Con più
di 105mila contagiati, oltre 77mila italiani tuttora positivi e quasi 12mila e
500 morti, l'Italia raggiunge il picco del contagio. Ma non è una vetta quanto un “plateau”, un altopiano che va percorso tutto prima di intravedere la discesa. A un mese e mezzo dal 20 febbraio, quando a Codogno è stato diagnosticato il coronavirus al 38enne Mattia, gli scienziati pronunciano la parola tanto attesa da tutta Italia. Che non significa però la fine delle misure di contenimento e del distanziamento sociale: per le prime, si andrà avanti almeno fino a Pasqua; al secondo, dovremmo abituarci per mesi.«Arriverà il giorno - dice il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli -
che dimenticheremo questa pratica. Ma per i prossimi tempi il distanziamento
deve essere la nostra regola ferrea».
La
circolare del Viminale Certo, c'è un allentamento importante almeno dal punto di vista della salute psicologica: ora un genitore (uno alla volta) può uscire
di casa e camminare con i figli minori «purché in prossimità della propria
abitazione». La possibilità vale anche per chi deve accompagnare un anziano o un
disabile. Lo precisa l'ennesima circolare inviata dal Viminale ai
prefetti.
Si mette quindi fine al paradosso per
cui si poteva portare a prendere un po' d'aria un cane ma non un bambino.
Nessun cedimento su tutte le altre regole. Anzi, il governatore campano
Vincenzo De Luca mantiene in vigore la più restrittiva ordinanza regionale che
vieta i due passi sotto casa: «Vi sono realtà del Paese dove sta arrivando solo ora l'ondata più forte di contagio. Si rischia, per una settimana di rilassamento anticipato, di provocare
una impennata del contagio».
Meno terapie
intensive D'altronde aver raggiunto il picco non è certo una vittoria definitiva, con i numeri della pandemia che rappresentano la fotografia più cruda della catastrofe, assieme ai camion militari che continuano a portare le bare verso i forni crematori in tutta Italia. Anche ieri un'ecatombe: 837 vittime in un giorno, 35 l'ora.
Nella tragedia
ci sono però anche numeri incoraggianti.
Continuano a calare i nuovi ricoveri: il 26 marzo l'incremento era stato
di 1.276, sabato di 710, domenica di 409, lunedì di
397. Con la Lombardia che ospedalizza solo 68 nuovi pazienti e
l'Emilia che ne ha invece 14 in meno. Calano anche i nuovi ingressi in terapia intensiva: ieri 42, lunedì erano 75, il 26 marzo 120. Per la prima volta, inoltre, la Lombardia fa registrare due pazienti in meno in terapia intensiva. E anche le percentuali confermano il rallentamento: l'incremento del totale
dei contagiati passa dal 4,15% di lunedì
al 3,98% di ieri e quello delle terapie intensive dall'1,92%
all'1,06%.
Il test
alla Consulta Tra i nuovi contagiati anche la presidente della Corte
Costituzionale: Marta Cartabia si è sottoposta al
test, dopo aver accusato alcuni sintomi, ed è risultata
positiva. Al momento, fanno sapere dalla Consulta, «è in buone
condizioni generali e si trova in isolamento nella sua abitazione a
Milano, da dove continuerà a seguire i lavori e l'attività della Corte
costituzionale, secondo la programmazione prevista, attraverso i
sistemi telematici già predisposti».
Secondo
gli scienziati i dati di questi giorni hanno un valore preciso. «La curva ci
dice che siamo al plateau e dire che siamo al plateau vuol dire che siamo
arrivati al picco» sottolinea il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, che però avverte: «Dal pianoro l'epidemia può ripartire». Inoltre, l'ormai famoso 'R con zero - l'indice di trasmissione del virus - è vicino all'uno (un positivo ha la potenzialità di infettare una persona, ndr) ma va portato almeno allo 0,5.
Articolo
tratto da L’Unione Sarda del 01.04.2020
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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