venerdì 24 aprile 2020

Lo sterminio del popolo armeno.


(24 Aprile 1915) Inizia lo sterminio del popolo armeno, il primo genocidio del 900'.  Una tragedia che trova le sue radici nel 1894, con le prime, violente repressioni della protesta armena da parte degli ottomani e della fazione dei “giovani turchi”, dopo secoli di pacifica convivenza, e culmina con le stragi del 1915, complice l’ingresso della Turchia in guerra. A scatenare la violenza è la decisione di alcuni armeni di arruolarsi nell’esercito russo. Tanto basta perché i turchi comincino a uccidere i soldati armeni del proprio esercito e l’elite culturale di quel popolo. Ed è solo l’inizio: leggi speciali, deportazioni, massacri.

Secondo il parere di Andrea Riccardi un elemento determinante fu la proclamazione del jihd da parte del sultano-califfo Maometto V il 14 novembre 1914. Lo storico inglese Arnold J. Toynbee ritiene invece che quello dei Giovani Turchi, gruppo in cui militava anche Atatürk e che di fatto condusse la guerra, fosse un gruppo caratterizzato da elementi più nazionalisti che islamici.

Sono dunque ordinate le marce della morte, deportazioni verso il centro dell’Anatolia, che coinvolgono un milione e duecentomila persone, massacrate dalle milizie turche o sfinite dalle malattie o dalla fame. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 furono eseguiti i primi arresti tra l'élite armena. L'operazione continuò l'indomani e nei giorni seguenti.

In un solo mese, più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al parlamento furono deportati verso l'interno dell'Anatolia e massacrati lungo la strada. Friedrich Bronsart von Schellendorf, tedesco e Maggiore Generale dell'Impero ottomano (nell'ottica degli stretti rapporti che questi ultimi avevano con l'Impero Prussiano), fu individuato come "l'iniziatore del regime delle deportazioni armene".

Le "marce" furono dunque organizzate con la supervisione di ufficiali dell'esercito tedesco e si possono considerare come "prova generale" ante litteram delle più note marce della morte perpetrate dai nazisti ai danni dei deportati nei propri lager durante la seconda guerra mondiale. Migliaia di armeni furono massacrati dalla milizia curda e dall'esercito turco. Le fotografie di Armin T. Wegner sono la testimonianza di quei fatti. La notizia del genocidio comincia a diffondersi, nel mondo. Le reazioni sono indignate. Gli Stati Uniti inviano aiuti, l’Inghilterra, a fine guerra, preme perché si arrivi a un processo. I responsabili delle stragi vengono condannati a morte, ma riescono a fuggire. La vendetta armena li raggiungerà lo stesso

Malgrado le controversie storico-politiche, un ampio ventaglio di analisti concorda nel qualificare questo accadimento come il primo genocidio moderno, e soprattutto molte fonti occidentali enfatizzano la "scientifica" programmazione delle esecuzioni. Secondo lo studioso tedesco Michael Hesemann, si dovrebbe più compiutamente parlare di genocidio cristiano, così scrive nel suo libro Völkermord an den Armeniern (Herbig Verlag), pubblicato nel 2012.

#vincenzomariadascanio



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