L’idea di un virologo: utilizzare i sardi come cavie. La storia si ripete. Di Pier Franco Devias

Ieri un virologo italiano dell'università di Padova ha proposto che si usasse la Sardegna, ma sarebbe più onesto dire i Sardi, per fare un test. In sintesi si tratterebbe di programmare una riapertura controllata di una zona, col tracciamento di geolocalizzazione delle persone che entrano. Se la persona che entra poi risulta contagiata, allora grazie a questo tracciamento si risale a tutte le persone che sono precedentemente entrate in contatto con lui. In pratica, al netto dei giri di parole, stai scegliendo una zona con le cavie per vedere cosa succede, e se succede qualcosa puoi riuscire a tracciare le persone potenzialmente infettate dalla persona geolocalizzata. Alla faccia dei divieti tanto raccomandati.

Ma il virologo spiega candidamente: "Senza il test di un modello non si può ripartire". E quindi quel modello, guarda caso, propone che lo facciano i Sardignoli, che tanto come carne da macello vanno sempre bene. La motivazione sarebbe che la Sardegna ha un basso livello di contagio e quindi sarebbe adatta per fare il test. Quindi in pratica, visto che noi Sardi abbiamo lavorato bene e responsabilmente, standocene tappati a casa anche a costo di mandare a rotoli le nostre aziende, come premio dovremmo fare le cavie!

Ma se vuole il signor virologo glieli segnalo io dei luoghi in Italia in cui c’è un bassissimo contagio. Come mai non li ha presi in considerazione? Forse pareva brutto dire la verità? Allora magari provo a ipotizzare quale potrebbe essere il motivo che ha fatto preferire la Sardegna: potrebbe essere che male che vada, se il suo test di apertura sfugge di mano e inizia a galoppare il contagio, vi viene più facile chiudere tutto e farci fare la fine del topo? Perché come alternativa il signor virologo ha proposto anche la Sicilia, che guarda caso è pure quella un’isola. Ma si sa, la Sardegna, anzi, I SARDI per l’Italia sono sempre stati utilizzati come cavie, così se c’è qualcosa che va storto meglio a un Sardo che a un Italiano. Tanto poi basta dire che anche loro sono italiani.

I Sardi furono utilizzati come carne da macello per sperimentare le “ondate” d’attacco nelle trincee della Guerra mondiale. Per testare la diffusione pianificata della malaria come arma di guerra durante il regime fascista. Per sperimentare gli effetti del DDT sulla popolazione, scelta su espressa raccomandazione dell’Italia nel secondo dopoguerra tra le varie ipotesi avanzate dalla Fondazione Rockfeller in tutto il mondo. Per eventuali (e poi verificatisi) danni collaterali e diffusione di patologie derivanti dalla sperimentazione di materiali bellici nei poligoni militari e nei territori circostanti.

Oggi, dopo aver emanato decreti, raccomandato ossessivamente di stare in casa e non uscire per nessun motivo non urgentissimo, dopo aver vietato anche di portare le condoglianze a un parente e dopo aver invocato pure i militari nelle strade… arrivano a proporre di fare girare liberamente le persone in una zona per vedere cosa succede. Così possono vedere se questi Sardignoli muoiono in tanti o in pochi.

E Solinas, Solinas!, e vi peserà sulla coscienza per tutta la vita a voi che lo avete mandato a governare, lo sapete cosa ha detto? Non ha detto qualcosa come “Farabutti, come vi permettete, non siamo le vostre cavie”. Ha detto “E’ troppo presto”. Giuratemi che non ve lo dimenticherete!

Pier Franco Devias