Il caso del Covid 19 dovrebbe se non altro insegnarci una cosa,
tutta la smania di grandezza e la presunta superiorità del mondo occidentale è
stata mortificata. E' bastato un virus
neanche tanto micidiale (almeno dando uno sguardo alle statistiche) per
portarci a vivere come delle bestioline in gabbia. Delle bestioline terrorizzate,
anche perché ci siamo trovati ad affrontare la pandemia senza adeguati mezzi di
protezione.
Sono stati fatti errori quasi grotteschi, come mettere gli anziani tutti
nelle stesse strutture e farle frequentare da personale che entrava ed usciva
dalle stesse RSA. Non si sono chiuse le frontiere quando dovevano essere
chiuse, pullman con tifosi dalle zone più colpite a girare l'Europa e l'Italia.
Abbiamo visto i camion
che andavano, uno dopo l'altro, a bruciare i corpi. Abbiamo visto cosa accade negli
Stati Uniti, dove si sotterrano le persone in quelle che somigliano tanto a
fosse comuni, la grande America, dove il trasporto con l'ambulanza ti costa
3500 dollari. Abbiamo visto forze dell'ordine perdere totalmente il controllo
della situazione, infermieri e medici fare turni massacranti perché i tagli hanno ridotto la
sanità pubblica a qualcosa che a stento può gestire l'ordinario (col necessario
arrivo dei medici dall'estero).
Il possedere a
profusione beni materiali non significa aver costruito delle grandi civiltà. Perché
se consideriamo proprio lo stato leader del mondo occidentale, gli USA,
possiamo chiaramente vedere come la sua sanità sia da paese del terzo mondo. Perché tutti abbiamo potuto vedere
l'egoismo dei singoli Stati dell'Unione europea, quando tutti ci rendiamo conto
che il benessere di una nazione dipende anche dal benessere dei nostri vicini.
Ognuno può trarre la
lezione che preferisce da questa pandemia da Corona Virus. Tuttavia, un
insegnamento può essere questo: il nostro mondo fondato
sul consumismo può crollare da un momento all'altro, dunque impariamo a tendere la mano a
chi sta peggio di noi, perché potremmo essere noi ad avere bisogno degli altri,
in un futuro non troppo lontano.
Vincenzo Maria D’Ascanio
Nessun commento:
Posta un commento