giovedì 30 luglio 2020

Viale Marconi, a febbraio il senso unico





Se ne parlava da nove anni, da quando è stato presentato il progettoper la prima volta. Ora occorrerà attendere appena 190 giorni e, a metà febbraio del 2021, viale Marconi diventerà finalmente a senso unico. La rivoluzione del principale asse viario della città, che collega il capoluogo con Quartu e gli altri centri dell'hinterland (Quartucciu, Monserrato e Selargius), è pronta a decollare.

I lavori, finanziati dalla Regione con 1,5 milioni per rendere più scorrevole e sicura una delle strade più trafficate della Sardegna (nelle ore di punte transitano più di tremila veicoli ogni ora, oltre 30 mila ogni giorno) partiranno lunedì prossimo. «Da questo momento l'impresa può cominciare i lavori e avrà 190 giorni di tempo per completare il primo lotto che porterà all'istituzione del senso unico in viale Marconi verso Cagliari», afferma l'assessore al Traffico, Alessio Mereu.

 Primo step: la rotonda. Il primo intervento è a Genneruxi (gli operai stanno già allestendo il cantiere) dove sarà realizzata una rotatoria che eliminerà i semafori dal grande incrocio tra via dell'Abbazia, via Berlino, via Stoccolma e via Lione, all'altezza del distributore di benzina. Contestualmente saranno aperti due svincoli nell'Asse mediano, uno esistente e mai utilizzato che costeggia la lottizzazione Magnolia, in via Cettigne, e un altro invece mai realizzato, per entrare in via Berlino (accanto al supermercato, in prossimità delle rampe): i nuovi svincoli elimineranno il tappo che ogni giorno si crea nelle ore di punta proprio sulle rampe. Sempre a Genneruxi, pochi metri oltre la nuova rotatoria, nascerà una grande isola spartitraffico che eliminerà i semafori tra via Stoccolma e via Costantinopoli.

In viale Marconi. Terminati i lavori a Genneruxi (verosimilmente a settembre), gli operai si sposteranno in viale Marconi, nel tratto tra via Galvani e via Mercalli, per dare corpo e gambe alla rivoluzione del traffico. «Saranno realizzati marciapiedi larghi 2,5 metri su entrambi i lati, due corsie preferenziali per i bus», una per ogni senso di marcia, «allargata la carreggiata e istituito il senso unico di marcia delle auto verso Cagliari», dall'altezza della caserma dei vigili del Fuoco fino all'incrocio con via Galvani, spiega l'assessore Mereu.

La strada Arginale, che costeggia il canale, sarà l'unica via di uscita dalla città verso Quartu e gli altri centri dell'hinterland. Arrivati alla fine dell'Arginale, si potrà girare a sinistra e imboccare il nuovo senso unico di viale Marconi verso Cagliari oppure proseguire verso Is Pontis Paris, come avviene oggi.

Code addio. «La creazione delle due corsie preferenziali», spiega l'assessore Mereu, «dovrebbe garantire lo smaltimento di un flusso di traffico notevole con tempi di percorrenza finalmente ridotti per i mezzi pubblici». Si tratta dunque di una mini rivoluzione in grado di eliminare le code chilometriche. «Siamo convinti che il senso unico in viale Marconi sia la soluzione giusta», conclude l'assessore, «ma se non dovesse andare bene siamo pronti a fare un passo indietro dopo una fase di sperimentazione».

 

Mauro Madeddu

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Federico Marini
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Articolo tratto da L’Unione Sarda del 30 Luglio 2020


mercoledì 29 luglio 2020

Visita al Nuraghe Paddaggiu, Castelsardo. Di Natalia Guiso.



Il piccolo viaggio verso il nord della Sardegna continua con la visita al nuraghe Paddaggiu. Sembra un bellissimo monotorre, ubicato in un punto strategico da cui si può ammirare anche la Domus de janas chiamata roccia dell'elefante. Mano a mano che ci si avvicina, ci si rende conto che doveva esserci stato anche un esteso villaggio.

Il nuraghe è circondato da un antemurale, o un muraglione di sostegno, ed era provvisto di due non più visibili torri. Il nuraghe si trova ancora mezzo interrato. Appena entri, ti imbatti in un secondo architrave con dei segni a V in sequenza, non so se causali o fatti successivamente o chissà...

Comunque guardando l'andito coperto a lastre trasversali, ti rendi conto che quel nuraghe nasconde un segreto. Quando ho guardato il soffitto e ho visto un certo tipo di fattezza il cuore inizia a battermi forte! In effetti dalla scala principale a sinistra si vede un altro architrave, illuminando la fessura con le torce si intravede una piccola camera con finestrelle... curiosi e sempre più emozionati scendiamo di corsa nella camera principale del mastio e cerchiamo nella nicchia destra la scala, per la mia immensa gioia c'è!

Tale scala portava ad una stanzetta segreta oggi di difficile accesso. Guardando anche i filari del mastio ci rendiamo conto che si aprivano alcuni interstizi che fanno pensare che ci fosse un ballatoio di legno. Ogni volta che mi ritrovo innanzi a stanze segrete o a sospetti ballatoi all'intero sito, nonostante nel mio piccolo cerco di documentarmi la mente non può fare a meno di farsi mille domande.

Non posso esprimere i sentimenti che si innescano nel cervello, nello stomaco, nel cuore! è sempre un’emozione immensa pensare a quanto fossero geniali e ingegnosi...  

Nuraghe Paddaggiu - Castelsardo!!!
Instagram Nuraviganne - Facebook Naty Guì

#exploration #history #photography #sardinia #archeologia #culture #ancient #nature
#Sardaigne #Sardinia
#Sardegna
Ph:NG CF


Natalia Guiso








Sporcizia e vandali nei rioni storici



Angoli di strada scambiati per bagni pubblici, pavimentazione appiccicosa per l'alcol e - a volte - il vomito, odore di urina. Castello, Villanova, Marina, Stampace: i rioni storici «sono sporchi», dicono i residenti, invasi da frotte di maleducati che non sanno cosa significhi vivere in modo civile. Come in piazza del Carmine e viale Trieste, dove solo due giorni fa i vigili urbani hanno multato (3.333 euro) un giovane africano che faceva pipì su un muro. Per tacere del Bastione di Saint Remy, bullizzato nel weekend da orde di ragazzini armati di bottiglie: il risultato la mattina seguente sono cocci di vetro a terra, chiazze ovunque, il marmo delle panchine divelto e a volte lanciato sui balconi delle abitazioni sottostanti.

«Paghiamo un'autocisterna per pulire le scalinate e parte della piazza», sottolinea Florian Kuster, gestore di Caffè De Candia e Caffè degli Spiriti. «C'è casino ogni notte, non si può più stare», protesta la signora con due buste della spesa nelle mani alla Marina, «le strade sono schifose e la situazione peggiora. Me ne vado, vendo la casa con la morte nel cuore». E che la situazione sia complicata lo conferma il drastico giudizio di Gianni Piga, capo centro della società “Eta Ambiente”: «Mai vista una situazione simile. Sono disgustato dai miei concittadini».

Cani e maleducati. Dal corso Vittorio Emanuele II a via Napoli, da via Dettori a piazza Carlo Alberto i problemi principali sono identici: la pipì dei cani e le buste dell'umido a terra, il cui contenuto rende appiccicosa (e macchia) la pavimentazione stradale. «Neanche con un secchio pieno di acqua sono andati via», ricorda davanti alla sua pasticceria Ecuador il 68enne Riccardo Murgia. Parla dei residui animali trovati all'ingresso, «e sullo scalino», pochi giorni fa. «È gente maleducata. Di recente ho chiesto a un giovane se fosse modo di comportarsi e ha minacciato di lanciarmi il suo pitbull contro». La malsana abitudine di scambiare le serrande dei negozi per urinatoi è confermata poco più avanti da Alessio Vadilonga, proprietario col fratello di “Runner” («ogni mattina dobbiamo usare la varechina»), da Patrizio Curreli, titolare del Caffè del Corso, e da Simona Carta della libreria Sant'Eusebio: «Si sente l'odore anche quando sembra pulito».

Plastica e blatte. Situazione non diversa da quella che si vive alla Marina. In piazza Yenne il fine settimana lascia sul campo «cartacce, bottiglie e cicche di sigaretta» giurano i passanti, e via Baylle non è da meno. «Tutta la zona è sporca», assicura Pietro Paolo, titolare della caffetteria Tiffany, e ogni proprietario deve pulire. «L'ho sempre fatto a prescindere», sottolinea Omar Ghiani del Lamarì internet Caffè in via Napoli, «l'urina lasciata dagli animali è dovuta alla maleducazione dei proprietari, spesso residenti e anziani. C'è da dire che anni fa la situazione era peggiore». Se per i ragazzi al lavoro all'Antica Hostaria il problema vero sono «le blatte, ovunque», per Silvia Lai di “Vetrina è...laboratorio orafo” «davanti al negozio trovo liquidi indefiniti, urina di cane, lattine. La gente lascia birre sui davanzali. Servono più controlli e pulizia».

Grave il problema «dei minimarket» secondo Fabio Vacca dell'Angolo Rosa in via Dettori, «vendono alcol anche quando non possono. Sta diventando una piaga sociale. In giro ci sono molti ragazzini maleducati». Un declino che non risparmia Villanova - in via San Saturnino i giovani si radunano per bere sino all'alba e lanciare bottiglie nei giardini della case - e le strette strade di Castello, dove si trovano «birre, fazzoletti, plastica, cartacce. A volte anche vomito» precisa Claudia Zuddas, 20 anni, al lavoro al Cafè Plazuela in piazza Carlo Alberto: «Naturalmente puliamo noi. E il weekend è peggio». Andrea Manunza

Articolo tratto da “L’Unione Sarda” del 29 Luglio 2020

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Federico Marini
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martedì 28 luglio 2020

Perché la “mela buona” della Caserma Levante è in realtà una mela avvelenata. Di Pier Franco Devias



Ho seguito la vicenda del carabiniere giovane della caserma delle torture, presentato dai giornali come la "mela buona" tra le mele marce, nella classica storia strappalacrime (di coccodrillo) all'italiana. E insomma in sintesi questa "mela buona" era un giovane carabiniere che vedeva i crimini dei colleghi e restava allibito. Si sfogava col padre - ex carabiniere - spiegandogli al telefono che i suoi colleghi commettevano continue violazioni, ma lui non partecipava. E il padre, sospettando di essere intercettato, gli rispondeva di non parlarne al telefono "che qua siamo tutti spiati".

Io sinceramente non vedo cosa ci debba essere di positivo nella condotta di questo ragazzo e pure del padre. Anzi, dirò di più: è sulla tolleranza di migliaia di queste presunte "mele buone" che avvengono mostruosi crimini nelle caserme. Tu dirai: sarà sicuramente migliore di quelli che torturano. Ma io ti rispondo: e chi potrebbe mai torturare se non avesse al suo fianco qualcuno che non vede e non sente? Qui non siamo davanti al caso dell'impiegato menefreghista che vede malaffare e si fa i fatti suoi per quieto vivere: qui siamo al culmine della disonestà intellettuale. Perchè se io ti pago per fare rispettare la legge, se il tuo mestiere è quello di fare rispettare la legge, nessuno meno di te può chiudere un occhio.


E se invece tolleri, fai finta di non vedere, non denunci strane manovre, pestaggi, torture, perchè in quella caserma ci devi lavorare ed è duro "fare l'infame", allora non stai solo tollerando: stai lasciando che quel crimine avvenga, stai collaborando alla sua concretizzazione. Però ti prendi lo stipendio da difensore della legge, e magari allo spiantato con la revisione scaduta dici inflessibilmente "Ci doveva pensare prima". E se tuo padre, che è un ex carabiniere, ti dice di non parlare dei crimini al telefono perchè ci sono inquirenti che possono sentire, non sta forse incoraggiando l'omertà? Oppure si era abituato a imputarla sempre alla "profonda Barbagia"?


Io onestamente ricordo nella mia vita ben poche, pochissime denunce di agenti nei confronti di altri agenti per crimini commessi nelle caserme. Di storie di persone picchiate invece ne ho sentite parecchie, e non credo che fossero tutti bugiardi. Possibile che quelle mele marce che picchiavano avessero intorno sempre e solo mele marce? Possibile che non vedesse e non sentisse mai niente una mela buona?


Oppure non sarà il caso di iniziare ad ammettere che attorno alle mele marce non ci sono, mai, mele buone? Perchè chi vede e sente, se fosse una mela buona, denuncerebbe subito, onorando quella difesa della legge per cui è pagata. Più probabilmente - e mi rendo conto che è socialmente difficile trovare l'onestà per ammetterlo - le mele marce esistono perchè intorno trovano non mele buone ma mele avvelenate. Che sembrano buone, ma possono anche farti morire.


La logica dell'omertà e del cameratismo delinquenziale è quanto di peggio uno Stato possa tollerare per la sua reputazione. E quindi no, non è con una campagna simpatia sui media, o con quattro fiction, o inventando la telenovela della mela buona che vi riguadagnate la credibilità, ma solo punendo sistematicamente, senza pietà, i criminali in divisa con pene esemplari. Chi commette i reati e anche chi li permette, col silenzio e la tolleranza. Altro che "mele buone"!


Ma finora no, non mi pare proprio che si vada in quella direzione.

Anzi...
Pier Franco Devias

Truzzu, 12 mesi da sindaco: venti milioni per le scuole



Il dato politico è che il sindaco Paolo Truzzu si è presentato alla conferenza stampa per il primo bilancio della sua amministrazione senza neppure un assessore. Ad affiancarlo sugli scranni che durante le sedute ordinarie appartengono alla Giunta, sono stati i capigruppo del Consiglio comunale e il presidente dell'assemblea Edoardo Tocco.

«I gruppi consiliari rappresentano i partiti e io che sono un uomo di partito e ho l'abitudine di fare le scelte insieme ai partiti, seppur in autonomia, ho pensato che fosse giusto raccontare l'attività di tutta l'amministrazione, anche del Consiglio», spiega il leader di Fratelli d'Italia alla chiusura dell'incontro con i giornalisti, un'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

La scuola. Impossibile ignorare la campagna lanciata dal centrosinistra che per alcune settimane ha imperversato sui social con “L'alfabeto delle promesse mancate”. «A chi gioca con l'alfabeto consiglio di studiare le tabelline», è la frecciata scoccata a proposito dei «2,4 milioni di euro destinati alla scuola e andati persi perché la precedente amministrazione non è stata in grado di spenderli. Spero riusciremo a recuperarne almeno la metà». Ed è proprio il capitolo scuola quello sul quale Truzzu pone l'accento: «Già a novembre scorso avevamo destinato 3,5 milioni alla manutenzione degli edifici scolastici che - vista la situazione attuale - a settembre avranno bisogno di più spazi. L'investimento totale in questo settore sarà di 20 milioni».

Rifiuti. Tema scottante è quello dei rifiuti. «Nessuno ha la bacchetta magica ma sono convinto che la situazione rispetto a un anno fa sia migliorata. Uno dei problemi è il sistema di spazzamento e pulitura delle strade: abbiamo chiesto alla società di presentare un nuovo progetto, avrebbero dovuto farlo già nei giorni scorsi». Innalzato anche il livello dei controlli «con una media di 30mila euro di sanzioni erogate al mese» e «l'apertura dell'ecocentro a Sant'Elia, l'affidamento dei lavori per quello di San Paolo e la progettazione delle nuove isole ecologiche».

Piazze e luci. «Quando ci siamo insediati abbiamo ereditato spazi per la cultura e impianti chiusi, scuole al limite dell'agibilità. In un anno abbiamo aperto la Passeggiata coperta, la Grotta della Vipera, piazza Nazzari, piazza Matteotti, risolto il problema del mercato di viale Trento trasferendo gli ambulanti nel parcheggio Cuore e liberando i residenti da una situazione di degrado che andava avanti da troppo tempo. Inoltre abbiamo asfaltato 20 chilometri di strade, sistemato 3 chilometri di marciapiedi e sostituito 2.000 punti luce. Vogliamo una città che sia sempre più sostenibile e verde».

Le firme.
A proposito della città del futuro che l'amministrazione intende disegnare, il sindaco ha sottolineato l'importanza della firma per i lavori nel porticciolo della piccola pesca (in ritardo da anni), quello per l'istituzione dell'area naturale nel parco di Santa Gilla (che coinvolge sette comuni dell'area metropolitana) e la rimozione del vincolo paesaggistico sul Porto canale «che consentirà di sbloccare opere per oltre 100 milioni di euro». In chiusura Truzzu ha anche aggiunto: «Come sapete uno dei nostri progetti punta alla riqualificazione del lungomare ed entro l'anno bandiremo la gara internazionale per piazza Matteotti».

Coronavirus. Soddisfatto anche per «la gestione tempestiva dell'emergenza provocata dal coronavirus che ha evitato tensioni sociali che invece si sono verificate in altre Città metropolitane. Abbiamo risposto a 17mila chiamate arrivate al nostro numero, erogato 3.200 bonus in appena una settimana e distribuito 25.000 mascherine». Sui sondaggi che danno in calo il suo consenso poi dice: «L'importante è lavorare, le cose non si fanno per avere consenso ma per rispettare gli impegni presi».

Sedute online. Al presidente Edoardo Tocco il compito di «ringraziare tutti perché se la gestione dell'Aula può essere complicata di persona, capite bene quanto lo sia con le sedute sulla piattaforma digitale. Posso garantire il mio impegno alla città e assicurare che stiamo lavorando tutti per confermare la fiducia che ci è stata data».

I consiglieri. Più concentrati sullo scontro con l'opposizione e desiderosi di replicare a dichiarazioni varie e post social, i rappresentanti dei gruppi di maggioranza. Antonello Floris (FdI) ha detto che «il nostro problema è la comunicazione, facciamo le cose ma non le diciamo abbastanza. Chi ci ha preceduto invece martellava con gli obiettivi raggiunti». Raffaele Onnis (Riformatori) ha attaccato il centrosinistra per l'appalto rifiuti stipulato durante l'era Zedda e colto l'occasione per smentire i numeri diffusi sulla raccolta.

Roberto Mura (Psd'Az) ha ringraziato il sindaco per l'esposizione e sottolineato l'importanza di due mozioni (di cui è stato promotore) su Famiglia e Università. Mentre Alessandro Balletto (Forza Italia) ha ricordato la riduzione di Tari e Cosap per agevolare le imprese danneggiate da Covid e Roberta Perra (Lega), insolitamente loquace, ha evidenziato il lavoro delle Politiche sociali.

Mariella Careddu

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Federico Marini
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lunedì 27 luglio 2020

Virus, l'Isola teme l'ondata di luglio «Settimana decisiva»



«Chi ha fa il test e parte per le vacanze senza attendere l'esito è un irresponsabile». Stefano Vella vorrebbe essere ancora più duro, ma si trattiene. Il caso dei due turisti torinesi positivi al coronavirus arrivati a Palau nei giorni scorsi sembra isolato. Però non va neanche sottovalutato. Nelle ultime settimane l'impennata dei contagi, che si erano arrestati a fine giugno, c'è stata: «È vero, ma sperare che non ci fosse nemmeno un caso “importato” mi pare troppo. L'importante è essere preparati, e la Sardegna mi pare lo sia. Ho visto che c'è un buon utilizzo delle mascherine e di tutte le misure di precauzione», dice l'infettivologo, componente del comitato tecnico scientifico che affianca la Giunta dall'inizio dell'emergenza.

La curva I numeri fotografano una ripresa dei contagi collegata all'arrivo dei turisti e dei sardi che rientrano nell'Isola dopo viaggi in Italia o all'estero. A giugno si sono registrati 9 casi in tutto (appena 3 nelle ultime due settimane del mese), poi il contatore ha ripreso a girare: 10 nuovi positivi nella prima metà di luglio, 12 in questo secondo scorcio. Tanti sono d'importazione: oltre alla coppia di torinesi sbarcata a Palau (e che si era sottoposta prima di partire al tampone) c'è il sassarese rientrato dal Kazakistan dove si trovava per lavoro, lo studente nuorese che ha contratto il virus a Barcellona e una volta arrivato in Sardegna ha contagiato i genitori, la turista romana in vacanza a Sant'Antioco.

Il sistema «Buona parte dei rischi di contagio sono legati alla responsabilità personale: chi sta male o ha sintomi sospetti deve dirlo subito. Tutti gli altri invece devono sapere che il virus circola ancora, è un'emergenza globale come vediamo dai bollettini quotidiani. La Sardegna ha adottato alcuni sistemi, come il modulo da compilare all'ingresso e l'app, che sono di grande aiuto. Con il tracciamento si può ricostruire la rete di contatti dei positivi, è fondamentale», spiega Vella.

Sotto osservazione. I casi di “ritorno” sotto osservazione in tutta Italia, e lo dimostra l'obbligo di quarantena introdotto dal ministero della Salute per chi arriva da Romania e Bulgaria. La Regione Lazio poi ha annunciato i test per chi torna in pullman dai Paesi a rischio. E se fosse necessario un nuovo giro di vite sui trasporti? «Al momento godiamo ancora dell'effetto positivo del lockdown», ricorda Vella, «il Governo sta mettendo alcuni paletti, ma direi che al momento non è né fattibile né auspicabile sospendere i collegamenti. Comunque sono decisioni che vanno prese a livello nazionale. La settimana che sta cominciando sarà determinante, perché arriveranno nell'Isola tante persone per le vacanze. Solo dopo si potranno tirare veramente le somme».

I numeri. Intanto in Sardegna il numero dei contagi si è fermato. Nessun nuovo caso segnalato dall'unità di crisi regionale, su 337 tamponi eseguiti nelle ultime ore (103.086 dall'inizio dell'epidemia). Restano 6 i pazienti ricoverati in ospedale, ma nessuno di questi è in terapia intensiva. Stabile anche il dato delle persone in isolamento domiciliare (13). Invariato il numero delle vittime, 134 da marzo a oggi
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Michele Ruffi
Dall’Unione Sarda del 27 Luglio 2020

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Federico Marini
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domenica 26 luglio 2020

La società che vogliamo è quella della Caserma levante? I cittadini devono scegliere. Di Lucia Chessa.



Se ho capito bene c’era una mela sana nella caserma di Piacenza. Isolata e silenziosa, forse fin troppo silenziosa, come sono tutte le mele sane in ambienti dove le mele marce sono la regola e, sfrontatamente, rotolano luminose guardando le mele sane dall’alto in basso, con l’aria di chi ha capito come gira il mondo e sa come si fa. La mela sana pare sia un giovane carabiniere, figlio di un carabiniere in pensione, deluso di ciò che ha trovato nell’arma.

Un giovane che decide di non partecipare ai misfatti, immagino già per questo pagando un qualche prezzo e correndo qualche rischio, ma che non riesce a dare altra forma e sostanza alla sua dissociazione ed alla sua sincera indignazione. Non va oltre, forse non trova il coraggio. Evidentemente sa quanto sarebbe difficile e solitaria la sua battaglia e sa quanto è improbabile, per lui, trovare sponda oltre le mura di quella caserma insignita, non più tardi del giugno 2018, di una onorificenza per “l’esemplare” contrasto alla criminalità e allo spaccio di droga.

Sull’isolamento delle mele sane in ambienti a illegalità diffusa come spesso se ne trovano in Italia (che in tema di corruzione vanta primati europei) occorrerebbe scrivere trattati di sociologia. Sui meccanismi di emarginazione e di espulsione di quelli che non si allineano e non si adeguano; sulla indulgenza diffusa verso accozzati, accozzatori, distributori di favori; sul biasimo e il fastidio verso coloro che scoperchiano fogne di illegalità; su quelli che consapevolmente accordano consenso a corrotti e delinquenti conclamati e a volte anche condannati, occorrerebbe effettuare studi seri cercando di misurare anche il tasso di masochismo politico contenuto nella scelta di un disonesto quale proprio rappresentante.

A Bitti, che è il paese dove sono nata, c’è una magnifica espressione. Una delle tante che la lingua sarda rende disponibili a rappresentare ogni tipo di realtà: non b’at parmu de terrinu sanu. La magistratura, l’università, la politica, il mondo dell’informazione, il mondo dell’impresa, le forze dell’ordine, la pubblica amministrazione... tutto sembra avere bisogno di una decisa spolverata, se no non si respira. Ma credo che soprattutto siano i cittadini a dover scegliere, con responsabilità, che paese vogliono.

Di Lucia Chessa.

sabato 25 luglio 2020

Si su chelu fit in terra si l’aian serradu puru! Comunicato di Liberu.



Qualche giorno fa, il Consiglio regionale ha approvato una legge, la 21 del 13/07/2020, che di fatto le permetterà di riscrivere il PPR estromettendo il ministero per i Beni e le Attività culturali dal processo di co-pianificazione urbanistica su fascia costiera, beni identitari zone agricole.

Interpretazione autentica del PPR del 2006 che a dire dei proponenti era necessaria e mirata a sbloccare i lavori della 4 corsie della Sassari - Alghero. A niente è servita la notizia che la Ministra delle Infrastrutture, avesse annunciato l’approvazione del progetto stesso in Consiglio dei Ministri.

Non sono tardate le reazioni delle forze politiche di minoranza in Regione, anche di quelle che la scorsa legislatura hanno alla fine desistito per le troppe proteste, dal proporre loro una nuova legge urbanistica che sarebbe andata, crediamo, nella stessa direzione.

Queste le loro dichiarazioni “ La scusa della Sassari - Alghero è un bluff”, “il vero obiettivo della legge è quello di far cadere i vincoli, questo è un colpo di mano”,“si tratterà di una sanatoria dei tanti abusi edilizi” e via dicendo. Tutti a stracciarsi le vesti in difesa della “nostra terra” e delle "nostre bellezze”. Alle forze politiche si sono aggiunte esprimendo contrarietà, associazioni ambientaliste e giuridiche. Le une e le altre augurandosi una impugnazione della legge da parte del governo per incostituzionalità.

La maggioranza replica piccata “Nessuna sanatoria, la nostra è solo un’opera di semplificazione”,”non siamo cementificatori, la legge ci ha consentito di rispettare un punto qualificante del mandato ricevuto dai nostri elettori”, “abbiamo reso un buon servizio ai sardi con una legge ispirata a fare bene con un futuro di sviluppo e lavoro”. Il capogruppo del Psd’Az , primo firmatario della legge, ha parlato di “una nuova pagina nella storia dell’Autonomia della Sardegna, attraverso la riaffermazione di un diritto che affonda le radici nella storia del nostro Statuto, respingiamo la cultura del sospetto e una narrazione che ipotizza cose del tutto inesistenti. E’ vero invece che molti interventi strategici per la Sardegna sono stati e sono ancora bloccati per l’eccessiva rigidità delle norme in materia paesaggistica”.

Per indipendentisti come noi affermazioni di rivendicazione di sovranità e autodeterminazione sarebbero dovute suonare come musica per le nostre orecchie. Ma, chissà perché, ci suona un campanello di allarme che ci ricorda la delibera a firma dell’assessorato agli enti locali dello scorso 1 aprile (quando eravamo tutti chiusi in casa) e poi prontamente ritirata, che avrebbe permesso di realizzare progetti immobiliari a Castiadas e Piscinas, con la motivazione del “preminente interesse generale e rilevanza regionale”.

In questi giorni sulla stampa hanno ricominciato a circolare notizie poco rassicuranti, riguardanti progetti immobiliari in attesa da decine di anni (per es. Costa Turchese), e di amministrazioni comunali interessate ad approvare in volata i PUC. E’ legittimo dubitare che tra “interventi di interesse generale e rilevanza regionale” ed “interventi strategici per la Sardegna bloccati dalle norme troppo rigide” riparta l’assalto generale alle coste?

Noi di Liberu pensiamo che la Sardegna non abbia bisogno di altre seconde case ed alberghi che si riempiono due mesi all’anno. Le ruspe degli speculatori a noi non piacciono, neanche riverniciate con i quattro mori. Ribadiamo quanto già dichiarato anche ad aprile e cioè che l’interesse generale dei Sardi sia quello di tutelare le coste, non consumare più territorio, preservare un patrimonio paesaggistico unico al mondo, che è il nostro punto di forza e la principale attrattiva turistica.

Allora sì, fatti salvi questi presupposti, avremmo potuto apprezzare la rivendicazione di autonomia esibita della Giunta.


Liberu – Lìberos Rispetados Uguales


giovedì 23 luglio 2020

(23 luglio 2011) è ritrovata morta nel suo appartamento londinese Amy Jade Winehouse


“Nessuno può essere un critico più duro di me. Sento una tale pressione. Ci sono giorni in cui vorrei prendermi una pausa dalla mia mente. Non penso di sapere cosa fosse la depressione. Sapevo di sentirmi strana a volte, ero diversa. Penso sia una cosa che capita ai musicisti. È per questo che scrivo musica. Io non mi sento, come dire, una persona incasinata. Ci sono un sacco di persone depresse che non hanno una via d’uscita. Non possono prendere in mano una chitarra, suonarla per ore e sentirsi meglio.” (Amy Jade Winehouse)
(23 luglio 2011) è ritrovata morta nel suo appartamento londinese Amy Jade Winehouse. È stata una cantautrice, stilista e produttrice discografica britannica. Nata il 14 settembre 1983 a Enfield (Middlesex), in Inghilterra, cresce a Southgate, quartiere a nord di Londra, dove la sua famiglia (di origine ebreo-russe) è formata dal padre farmacista e dalla madre infermiera. Tuttavia la piccola Amy preferisce la musica allo studio: infatti a soli dieci anni fonda un piccolo gruppo rap amatoriale: "Sweet'n'Sour".

A sedici anni Amy ha già imboccato la strada del professionismo vocale: viene scoperta da Simon Fuller, noto e astuto ideatore di "Pop Idol": Amy viene quindi messa sotto contratto dall'agenzia di management "19 Entertainment", procurandole un contratto discografico con la Island Records. Il singolo "Stronger than me", composto dalla stessa Amy Winehouse insieme al produttore Salaam Remi le permette di vincere numerosi premi: è in questo periodo che Amy comincia a dare le prime manifestazioni del suo carattere ribelle e inquieto.

Ritorna ad apparire in pubblico con un nuovo lavoro musicale alla fine del 2006. Il un nuovo disco si intitola "Back to black" e s’ispira a Phil Spector, nonché alla musica degli anni '50 e '60. Il singolo estratto dall'album è "Rehab" (che parla dei temi di cui Amy è stata protagonista in prima persona, la traduzione , infatti, è "riabilitazione") che proietta subito il disco nella top ten inglese, arrivando sino alla vetta all'inizio del 2007.

Nel frattempo L'Independent pubblica un articolo sulla depressione, in cui Amy Winehouse viene citata come clinicamente affetta da psicosimaniaco-depressiva che rifiuta le cure. Lei tuttavia ammetterà solo di aver sofferto di disordini alimentari (anoressia e bulimia). I problemi legati a droga e alcol sembrano comunque non avere una fine. Fidanzata con Blake Fielder-Civil, si sposeranno nel mese di maggio del 2007, ma anche la nuova situazione familiare non la porta verso una condotta di vita tranquilla: nel 2007 dopo alla manifestazione celebrativa "MTV Europe Music Awards" sale per due volte sul palco in apparente stato confusionale.

Ai Grammy Awards 2008 (gli Oscar della musica) di Los Angeles trionfa vincendo quattro premi; tuttavia non avendo ricevuto il visto per entrare negli USA partecipa alla serata cantando da Londra. Il suo ultimo concerto si tenne il 18 giugno 2011 a Belgrado, è secondo un parere unanime è stato una catastrofe sotto tutti i punti vista. Doveva segnare il suo ritorno in gran spolvero sulle scene, invece ventimila persone l'hanno sonoramente fischiata a seguito dell'incapacità di cantare e persino di ricordare i nomi dei propri musicisti. Quelle persone avevano pagato 40 euro per assistere all’esibizione, ma quelle immagini restano nella storia della musica per la loro esasperazione.

Nonostante i vari tentativi di riabilitazione, gli eccessi della sua vita hanno il sopravvento sul suo fisico: Amy Winehouse viene trovata morta a Londra il 23 luglio 2011. Aveva 27 anni (come Jim Morrison, Jimmy Hendrix, Janis Joplin). Inizialmente la sua morte fu motivata con un suicidio, tuttavia, in relazione agli esami medici, emerse che la cantante inglese fu vittima di un eccesso di alcol, in un periodo di totale disintossicazione.