martedì 7 aprile 2020

Il genocidio in Ruanda


(07 Aprile 1994) Comincia a Kigali, capitale del Ruanda, il genocidio dell’etnia Tutsi da parte della maggioranza Hutu. Nel 1993, era stato raggiunto un accordo che prevedeva la spartizione del potere tra Tutsi e Hutu, ma una frangia estremista Hutu, visto compromesso il proprio potere organizza il massacro dell’etnia rivale.

Questo genocidio fu uno dei più sanguinosi episodi della storia africana del XX secolo. Dal 6 Aprile alla metà del Luglio del 1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, machete e bastoni chiodati) almeno 500.000 persone, secondo le stime di Human Rights Watch. Il numero delle vittime tuttavia non è ancora del tutto certo, infatti, attualmente è salito fino a raggiungere una cifra pari a circa 800.000 o 1.000.000 di persone. Il massacro, in termini ufficiali, si considera come conluso alla fine dell'Opération Turquoise, una missione umanitaria voluta e intrapresa dai francesi, sotto egida dell'ONU.

Le vittime furono in maggioranza di etnia Tutsi, corrispondenti a circa il 20% della popolazione, ma le violenze coinvolsero anche Hutu moderati appartenenti alla maggioranza del paese. L'odio interetnico fra Hutu e Tutsi costituì la radice scatenante del conflitto, pur se l'idea di una diversità di carattere razziale fra queste due etnie è estranea alla storia ruandese e rappresenta più precisamente un’eredità del periodo coloniale belga.

Infatti furono i belgi che, a partire dal 1926, trasformarono quella che era una semplice distinzione socio-economica (gli Hutu erano agricoltori, i Tutsi allevatori: i matrimoni misti fra i due gruppi erano sempre stati permessi) in una differenza razziale basata sull'osservazione dell'aspetto fisico degli individui.

Essi osservarono che i Twa, un terzo gruppo etnico dell'area, corrispondente ad appena l'1 % della popolazione, erano di bassa statura (come i pigmei), gli Hutu di media altezza, mentre i Tutsi erano di altezza maggiore, con lineamenti del volto e del naso più sottili. Così facendo i gruppi si irrigidirono e non fu più possibile cambiare gruppo. I Tutsi divennero i ricchi al potere, gli Hutu i poveri che dovevano subire.

Dopo sanguinose rivolte e massacri, gli Hutu, con l'accordo dei belgi, presero il potere nel 1959–1962 e iniziò la lunga persecuzione dei Tutsi. Molti di loro fuggirono nei Paesi vicini, soprattutto in Uganda. Erano Hutu anche i due gruppi paramilitari principalmente responsabili dell'eccidio: Interahamwe e Impuzamugambi.



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