(07
Aprile 1994) Comincia a Kigali, capitale del Ruanda, il genocidio dell’etnia
Tutsi da parte della maggioranza Hutu. Nel 1993, era stato raggiunto un accordo che prevedeva la
spartizione del potere tra Tutsi e Hutu, ma una frangia estremista Hutu, visto
compromesso il proprio potere organizza il massacro dell’etnia rivale.
Questo genocidio fu uno
dei più sanguinosi episodi della storia africana del XX secolo. Dal 6 Aprile
alla metà del Luglio del 1994, per circa 100 giorni,
vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, machete e bastoni chiodati)
almeno 500.000 persone, secondo le stime di
Human Rights Watch. Il numero delle vittime tuttavia non è ancora del tutto
certo, infatti, attualmente è salito fino a raggiungere una cifra pari a circa
800.000 o 1.000.000 di persone. Il massacro, in termini ufficiali, si considera come conluso alla fine
dell'Opération Turquoise, una missione umanitaria voluta e intrapresa dai francesi, sotto egida
dell'ONU.
Le vittime furono in
maggioranza di etnia Tutsi, corrispondenti a circa il 20% della popolazione, ma
le violenze coinvolsero anche Hutu moderati appartenenti alla maggioranza del
paese. L'odio interetnico fra Hutu e Tutsi costituì la radice scatenante
del conflitto, pur se l'idea di una diversità
di carattere razziale fra queste due etnie è estranea alla storia ruandese e
rappresenta più precisamente un’eredità del periodo
coloniale belga.
Infatti furono i belgi che, a partire dal 1926, trasformarono quella
che era una semplice distinzione socio-economica (gli Hutu erano agricoltori, i Tutsi allevatori: i
matrimoni misti fra i due gruppi erano sempre stati permessi) in una differenza
razziale basata sull'osservazione dell'aspetto fisico degli individui.
Essi osservarono che i Twa, un terzo gruppo etnico dell'area,
corrispondente ad appena l'1 % della popolazione, erano di bassa statura (come
i pigmei), gli Hutu di media altezza,
mentre i Tutsi erano di altezza
maggiore, con lineamenti del volto e del naso più sottili. Così facendo i
gruppi si irrigidirono e non fu più possibile cambiare gruppo.
I Tutsi divennero i ricchi al potere, gli Hutu i poveri che dovevano subire.
Dopo sanguinose rivolte e massacri, gli Hutu, con l'accordo dei
belgi, presero il potere nel 1959–1962 e iniziò la lunga persecuzione dei Tutsi. Molti di loro fuggirono nei Paesi vicini,
soprattutto in Uganda. Erano Hutu anche i due gruppi paramilitari
principalmente responsabili dell'eccidio: Interahamwe e Impuzamugambi.
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