domenica 5 aprile 2020

L'omicidio di Martin Luther King

(04 Aprile 1968) Il 4 aprile del 1968, poco dopo le sei di pomeriggio, il reverendo Martin Luther King fu ucciso da un colpo di fucile mentre si trovava sul balcone di un motel a Memphis, in Tennessee. Il colpo, che gli trafisse la guancia e lo trapassò fino alla spalla, fu sparato da James Earl Ray, un criminale comune razzista e convinto sostenitore del segregazionismo.

Cinquant’anni dopo la morte di King, non si conoscono i veri motivi del gesto di Ray. In molti, da decenni, sostengono che non abbia agito da solo e negli anni sono state formulate numerose teorie cospirazioniste. Come la maggior parte dei grandi eventi e degli omicidi politici del Novecento, l’assassinio di Martin Luther King è ancora oggi circondato da misteri e circostanze non chiarite, e che forse rimarranno tali per sempre.

Guida del boicottaggio dei mezzi pubblici dopo l’arresto di Rosa Parks nel 1955, King diventa Leader nazionale del movimento anti razziale. La forza delle sue richieste esplode nella grande manifestazione per i diritti civili del 28 agosto 1963. Durante quell’occasione, davanti ad una folla di 200.000 persone radunate a Washington, pronuncia il famoso discorso dell’ “I have a dream”. La legge per i diritti civili viene approvata il 10 febbraio 1964. Nel dicembre dello stesso anno Martin Luther King viene insignito del premio Nobel per la pace.

Il presidente Johnson chiese al popolo di non cedere alla violenza, ma in più di 120 città si registrarono atti violenti quali incendi e saccheggi. Sempre il Presidente in carica dichiarò il 7 aprile come giorno di lutto nazionale in onore del leader per i diritti civili; al funerale in sua vece era presente il vicepresidente Hubert Humphrey. Il candidato democratico per la Casa Bianca Robert Kennedy fu informato dell'omicidio mentre si stava dirigendo a Indianapolis, per fare campagna elettorale. 

Nel suo breve ma concitato discorso a coloro che gli stavano intorno, Kennedy espresse il desiderio che gli attivisti legati a King continuassero sulla strada della non-violenza. Stokely Carmichael affermò che si trattava di una dichiarazione di guerra al popolo afroamericano e che ci sarebbero stati dei disordini per vendicare la morte di King.  I disordini successivi determinarono 46 morti, 2.600 feriti e 21.000 arresti. Sotto l'impressione destata nel paese dall'assassinio, il Congresso si decise ad approvare le più urgenti leggi integrazioniste, in particolare quelle sugli alloggi

Su richiesta della vedova Coretta King al funerale del marito, tenutosi il 9 aprile, fu letto l'ultimo sermone che il defunto aveva pronunciato il 4 febbraio di quell'anno. Nel sermone King chiese che il funerale si svolgesse con semplicità: la sua bara fu portata da un carro con due asinelli della Georgia, così come richiesto quando era ancora in vita.

King non volle che fossero menzionati i suoi premi o altri onori che aveva ricevuto; chiese solo di esser ricordato come chi aveva cercato di dare da mangiare agli affamati, coprire coloro che non avevano i vestiti, essere chiaro e duro sulla questione della guerra in Vietnam e infine "amare e servire l'umanità". Poco tempo dopo la morte di King la città di Memphis, che vide un corteo di 42.000 persone sfilare l'8 aprile, provvide ad accettare le richieste degli spazzini neri, che interruppero così lo sciopero.

Nessun commento:

Posta un commento