In merito alla lingua
sarda Carlo Setzu – peraltro
spassosissimo autore di uno straordinario testo teatrale, CUNC’ALLICCU –
esprime un coacervo di luoghi comuni ereditati dal passato ma particolarmente
diffusi nel periodo fascista, cui l’Autore appartiene. Così – ad iniziare dalla
copertina della Commedia “CUNC’ALLICU - Commedia in quattro atti nel dialetto
meridionale sardo” – etichetta il sardo come “dialetto” ma soprattutto fa dire a uno dei
personaggi, il soldato Luisicu, in un Italiano improbabile: ”In sadro, non posso parlare,
perché il regolamento ce lu proibisce, poi sarebbe ancora vergogna per la
crasse dei caporali, parlare in sadro”.
E continua”Oggi, il parlare italiano è signo di civilitate… quando parlo col mio Capitano egli
mi dice che sono molto prugato nella lingua, tanto che gli sembra, che io sia,
più continentale che sadrignolo” (Atto Primo, scena V). Insomma Sardo = Inciviltà
e arretratezza; Italiano = Civiltà e progresso. E’ il solito
armamentario ideologico e italo centrico, costruito per criminalizzare la
nostra lingua, per tentare di estirparla, proibendola o comunque utilizzandola,
come fa Carlo Setzu, come elemento di folclore. E’ un armamentario che viene da
lontano.
Ma ancora oggi
largamente presente. Ecco cosa scrive uno dei valenti progenitori: Carlo
Baudi di Vesme, storico e deputato
subalpino:” […] Un’altra innovazione in materia d’incivilimento della Sardegna
e d’instruzione publica, che sotto varii aspetti sarebbe importantissima, si
è quella di proibire severamente in ogni atto pubblico civile non meno che
nelle funzioni ecclesiastiche, tranne le prediche, l’uso dei dialetti sardi, prescrivendo l’esclu¬sivo impiego
della lingua italiana”.
E ancora: “[ …] E’
necessario inoltre scemare l’uso del dialetto sardo ed introdurre quello della
lingua italiana anche per altri non men forti motivi; ossia sì per incivilire
alquanto quella nazione”. [in Considerazioni
politiche ed economiche della Sardegna, Torino, Stamperia reale, 1848 ora anche
in La Sardegna nel 1848: La polemica sulla “Fusione” a cura di Giancarlo
Sorgia, Editrice Sarda Fossataro, 1968 Cagliari, pagine 102-103].
Di Francesco Casula
Saggista, storico della letteratura sarda
Con Zuanna Cottu, autore del libro “La
lingua sarde e l’insegnamento a scuola”, Alfa Editrice
*L’articolo è tratto dal sito
“sardegnaeventi24.it”
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