mercoledì 15 aprile 2020

Il sardo: un dialetto per lo più incivile. Di Francesco Casula


In merito alla lingua sarda Carlo Setzu – peraltro spassosissimo autore di uno straordinario testo teatrale, CUNC’ALLICCU – esprime un coacervo di luoghi comuni ereditati dal passato ma particolarmente diffusi nel periodo fascista, cui l’Autore appartiene. Così – ad iniziare dalla copertina della Commedia “CUNC’ALLICU - Commedia in quattro atti nel dialetto meridionale sardo” – etichetta il sardo come “dialetto” ma soprattutto fa dire a uno dei personaggi, il soldato Luisicu, in un Italiano improbabile: ”In sadro, non posso parlare, perché il regolamento ce lu proibisce, poi sarebbe ancora vergogna per la crasse dei caporali, parlare in sadro”.

E continua”Oggi, il parlare italiano è signo di civilitate… quando parlo col mio Capitano egli mi dice che sono molto prugato nella lingua, tanto che gli sembra, che io sia, più continentale che sadrignolo” (Atto Primo, scena V). Insomma Sardo = Inciviltà e arretratezza; Italiano = Civiltà e progresso. E’ il solito armamentario ideologico e italo centrico, costruito per criminalizzare la nostra lingua, per tentare di estirparla, proibendola o comunque utilizzandola, come fa Carlo Setzu, come elemento di folclore. E’ un armamentario che viene da lontano.

Ma ancora oggi largamente presente. Ecco cosa scrive uno dei valenti progenitori: Carlo Baudi di Vesme, storico e deputato subalpino:” […] Un’altra innovazione in materia d’incivilimento della Sardegna e d’instruzione publica, che sotto varii aspetti sarebbe importantissima, si è quella di proibire severamente in ogni atto pubblico civile non meno che nelle funzioni ecclesiastiche, tranne le prediche, l’uso dei dialetti sardi, prescrivendo l’esclu¬sivo impiego della lingua italiana”.

E ancora: “[ …] E’ necessario inoltre scemare l’uso del dialetto sardo ed introdurre quello della lingua italiana anche per altri non men forti motivi; ossia sì per incivilire alquanto quella nazione”. [in Considerazioni politiche ed economiche della Sardegna, Torino, Stamperia reale, 1848 ora anche in La Sardegna nel 1848: La polemica sulla “Fusione” a cura di Giancarlo Sorgia, Editrice Sarda Fossataro, 1968 Cagliari, pagine 102-103].

Di Francesco Casula
Saggista, storico della letteratura sarda
Con Zuanna Cottu, autore del libro “La lingua sarde e l’insegnamento a scuola”, Alfa Editrice

*L’articolo è tratto dal sito “sardegnaeventi24.it”

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