lunedì 13 aprile 2020

1970. Il Cagliari vince lo scudetto


(12 Aprile 1970) Il Cagliari conquista il suo primo e unico scudetto. E Gigi Riva, con ventuno reti, vince per il secondo anno consecutivo il titolo di capocannoniere. Sei rossoblù campioni d’Italia verranno convocati per il Mondiale in Messico: Albertosi, Niccolai, Cera, Domenghini, Riva e Gori. Celebre la battuta dell’allenatore Scopigno: "Tutto mi sarei aspettato nella vita, fuorché vedere Niccolai via satellite".

Gianni Brera scriverà che " Lo scudetto del Cagliari rappresentò il vero ingresso della Sardegna in Italia. La Sardegna aveva bisogno di una grande affermazione e l'ha avuta con il calcio, battendo gli squadroni di Milano e Torino, tradizionalmente le capitali del football italiano. Lo scudetto ha permesso alla Sardegna di liberarsi da antichi complessi d’inferiorità ed è stata un'impresa positiva, un evento gioioso."

Il Cagliari Calcio vince lo scudetto entrando nel mito di un popolo. Due gol al Bari in uno stadio gremito di tifosi e titolo conquistato con due giornate di anticipo, grazie anche alla contemporanea sconfitta della Juventus in trasferta sul campo della Lazio. Il Cagliari di Riva, Albertosi, Domenghini, Nené chiude con 45 punti, sopra alle più blasonate Inter, Juventus e Milan, coronando un sogno partito dai piccoli campi della Serie C e proseguito con una scalata fino alla massima serie.

L’ossatura della squadra era solidissima: nella stagione precedente era arrivata seconda, alle spalle della Fiorentina. Proprio in quella stagione la società presentava due nuovi acquisti fondamentali: il portiere Albertosi e il fantasista Brugnera. Essi si aggiungevano a elementi di sicura efficienza che nei cinque anni dalla B alla A si erano susseguiti e si erano cementati in una serie di campionati degnissimi: il libero Cera di classica impostazione, il roccioso stopper Niccolai, l’interno di regia Greatti, il trequartista Nené e sopra gli altri Gigi Riva, bomber irresistibile.

Grande protagonista di questo "piccolo" miracolo calcistico fu proprio Gigi Riva da Legnano, detto "Rombo di tuono" Il giovane Riva inzialmente si prepara al trasferimento sull'isola con molti dubbi: ragazzo con un carattere taciturno si trova lontano da casa, se vogliamo in una terra assai diversa da quella in cui era nato. Tuttavia occorrerà poco tempo per capire che La Sardegna sarà per lui come una madre adottiva.

Riva si innamora della Sardegna e della sua gente, arrivando in futuro a rifiutare le offerte delle squadre più prestigiose pur di rimanere a Cagliari. E' anche grazie a questo atteggiamento, a queste scelte, che diventa una vera e propria bandiera: giocatore amato dai propri tifosi e rispettato da tutti gli altri.



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