Una cosa molto bella
che sto vivendo, in queste ore, è ricevere le telefonate e i messaggi di auguri
di buona Pasqua da parte dei familiari, dalle persone beneficiarie di
amministrazioni di sostegno e dalle persone che vivono esperienze di fragilità
e sofferenza. È diverso rispetto agli altri anni. Perché vivo una condizione di sospensione dai
ritmi della vita che avevo prima, una condizione di orizzontalità e di parità
con la loro incertezza sul futuro.
E come loro, non so, non posso saperlo con certezza, cosa avverrà
dopo la fine di questo improvviso e aggressivo isolamento delle relazioni. Nessuno effettivamente può sapere
che cosa ci aspetterà fuori dalla porta delle nostre case dopo questo
isolamento a cui siamo costretti a vivere. E c’è una enorme differenza
nell'ascoltare queste parole oggi. Leggo questi messaggi con
occhi meno freddi e al contrario, sento il bisogno di ascoltare con più
attenzione tutto ciò che accompagna la loro vita e i loro desideri.
E sono curioso nel
conoscere tutti i dettagli, dalla descrizione dell’uovo di Pasqua di Valentina
portato dall'assistente alla spesa, o la spigola fresca dalle dimensioni enormi
di Valerio, che mi chiede se sia meglio farla al forno o in padella. Penso
che ci meritiamo proprio una sanità migliore di quella che ci viene offerta perché di fronte alle profonde
difficoltà dei servizi di salute mentale, di fronte alla fredda limitazione
delle libertà personali, l’isolamento forzato e il blocco dei servizi
territoriali, chi vive una condizione di malessere riesce a trasformare questi
momenti di scambio con me, anche se per pochi attimi, in preziose boccate
d’ossigeno di gentilezza e di sensibilità.
E queste sono cose che
ora mi fanno bene. E che mi danno la motivazione di auspicare maggiore coesione
sociale e solidarietà in un sistema territoriale della salute pubblica e dei
servizi sociali che consenta le persone di avere seconde possibilità, di avere
considerazione da parte del mondo della politica. E
di non essere lasciate sole da parte dei loro familiari, dagli amici e da parte
della società. Ha proprio ragione
Eugenio Borgna quando scrive che nostra fragilità ci spinge a cogliere fino in
fondo quello che viviamo, e aumenta anche la nostra capacità di conoscere gli
altri. Buona Pasqua a tutte e tutti
Roberto Loddo
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