martedì 14 aprile 2020

Il focolaio in corsia: l'85% dei contagi tra ospedali e Rsa




Potrebbe partire da Sassari un primo importante studio sulla diffusione del Covid-19 nell'Isola. «Magari con dei test rapidi – ha spiegato il presidente della Regione Christian Solinas nel corso del quotidiano appuntamento sull'evoluzione del virus - quelli chiamati "drive-in", ovvero dei tamponi effettuati su chi sta passando in auto a Piazzale Segni. Tamponi da processare subito, naturalmente, in modo da avere un quadro più preciso della situazione».

È una delle novità emerse ieri, insieme a un dato che fa riflettere: gli operatori sanitari contagiati (medici e infermieri sono il 24% del totale in Sardegna). Impressiona, però, che l'84,7% dei contagiati nell'Isola abbia contratto il virus tra ospedale (69%) e Rsa (15,7%).

Gli aggiornamenti In Sardegna, dall'inizio dell'emergenza, sono 1.128 i casi di positività, più 15 rispetto al giorno di Pasqua. Numero che comprende, va sottolineato, i decessi e i pazienti guariti, e che è stato rilevato dall'Unità di crisi regionale nell'ultimo aggiornamento.

Nell'Isola, inoltre, sono stati eseguiti 11.010 tamponi. I ricoverati in strutture ospedaliere sono 134, di questi 27 in terapia intensiva, mentre 780 sono le persone in quarantena domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 104 pazienti guariti, più altri 35 guariti clinicamente. I decessi sono 75, più 2 rispetto al giorno precedente. Sul totale, nello specifico, 197 casi riguardano il territorio della Città Metropolitana di Cagliari (+6 rispetto al dato precedente), 745 (+8) a Sassari, 35 (+1) a Oristano, 67 a Nuoro, 84 il
Sud Sardegna. Queste ultime due province non hanno subito variazioni sul giorno precedente.

Numeri sorprendenti Non è una grande scoperta, anzi, è solo la conferma di quanto è emerso durante l'esplosione del contagio, in particolare nella provincia di Sassari: tra ospedali e Rsa sono stati registrati oltre 260 casi sul totale, ovvero il 24% del totale. Per intendersi, a essere colpiti più di altre categorie sono stati i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari, ovvero la prima linea del fronte anti virus.

Intanto, Solinas ha parlato di numeri complessivi, tutto sommato, in flessione per quanto riguarda i nuovi contagi e i ricoverati in terapia intensiva. «Ma bisogna mantenere le misure di contenimento – ha aggiunto - perché questi dati confortanti ancora non sono sufficienti a farci abbassare la guardia».

Comuni immuni Il governatore ha poi aggiunto che sui 377 Comuni sardi, ben 262 sono stati risparmiati dal contagio, cioè, il 69,5%. Mentre l'incidenza dei pazienti per singolo centro vede Sassari in testa alla classifica con il 58,2% contro l'19% di Cagliari, il 5,8 di Olbia, il 7,2 di Nuoro, il 5 del Medio Campidano, il 4 di Oristano e appena uno 0,7 e uno 0,1 di Sulcis e Ogliastra.

Prospettive. Sempre guardando al futuro con un certo ottimismo, Solinas ha fatto notare che l'85% dei pazienti, ai primi posti in Italia, è in isolamento domiciliare («Non hanno bisogno di cure ospedaliere»), l'11,7 è invece ricoverato in ospedale e il 3% si trova in terapia intensiva, anche in questi casi numeri importanti. «Sono il risultato del lavoro che stiamo portando avanti. Sta crescendo anche la nostra capacità di intercettare i pazienti asintomatici, oggi stimati al 29,3%. È chiaro che dobbiamo aumentare i tamponi, far salire la nostra media giornaliera che è di 324 test. Vorremmo portarla a 600 in tempi brevi».

Dispositivi a operatori «Da giovedì - ha assicurato Christian Solinas - avremo le scorte di presidi sanitari per due mesi. Sappiamo che ne servono 60 mila al giorno, tra chi lavora negli ospedali, nelle case di cure, nelle associazioni che si occupano di persone con problemi di salute, nelle carceri e in tutte le strutture pubbliche. Nelle carceri, va sottolineato, abbiamo attivato da subito un canale diretto con il provveditore regionale Maurizio Veneziano e credo che le iniziative intraprese siano state finora abbastanza efficaci». ( v. f. )

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