Quindi, se ho capito bene, ieri la regione Sardegna ha diffuso dei
dati relativi all’epidemia in Sardegna. Bei grafici a torta, ben disegnati ben colorati, ma tutti
sbagliati. Io sono fortemente convinta che sarebbe da evitare che si dia
l’impressione di confusione e faciloneria su tutto ciò che riguarda la crisi
sanitaria. Anche sulla distribuzione dei contagi nei comuni non vedo nessuna
chiarezza.
Ne danno notizia ogni tanto Mauro Pili, ogni tanto un sindaco, che
spesso precisa di essere informato dagli stessi cittadini ammalati, a volte i giornali online
attraverso fonti loro, ma zero sul fronte della comunicazione istituzionale. E
così tutto ha l’aspetto di un raccapezzarsi confuso qua e la, senza metodo,
senza criterio e senza la più pallida idea di cosa sia il diritto alla
trasparenza e all’informazione.
Ma il problema non è
solo che i dati non li abbiamo noi, che pure vorremmo tenerci informati. Il
problema è che i dati sembrano non averli neanche loro che devono guidare,
prendere decisioni, governare la crisi. Imbarazzante qualche giorno fa, il Presidente Solinas che,
alla domanda sulla diffusione dei contagi comune per comune, ha risposto
tranquillo che il dato non è disponibile perché negli uffici di igiene pubblica
non c’è personale a sufficienza e quindi, secondo lui, chiedergli anche questo
dato sarebbe caricarli di un lavoro un sovrappiù e che non sarebbe giusto
fargli sopportare.
Ma quanto è sensibile lui alle angustie dei lavoratori! E le scelte
di intervento su quali basi le fanno? Ad occhio? A naso. Solo domande. Risposte zero. E se
glielo scrivi si offendono. Sono pure permalosi. Buongiorno
Di Lucia Chessa
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