mercoledì 29 aprile 2020

Gli scienziati si schierano con Conte la seconda ondata sarebbe terribile



La risalita dei casi in Germania e il rinvio dell'apertura delle scuole in Francia sono la prova che il rischio «di contagi di ritorno è molto concreto». Ecco perché, dopo le critiche per la timidezza della Fase 2, Giuseppe Conte può rivendicare la linea dura, anche sulla base dei dati dell'Iss sul rischio di collasso delle terapie intensive in caso di ripartenze generalizzate.

Il premier non indietreggia «Non abbiamo ondeggiato rispetto ad altri Paesi», spiega il premier. E aggiunge che riportare al lavoro 4,5 milioni di persone dal 4 maggio è già un rischio: un «rischio calcolato» e con un meccanismo d'emergenza pronto a scattare, con «chiusure mirate» per le aree o anche Regioni dove tornassero a salire i «focolai di contagio». «È ragionevole invece accelerare dove la curva è più bassa», propone il Pd.

«Dopo il 18 maggio conteranno le differenze territoriali», spiega Francesco Boccia. Già dall'11 maggio potrebbero arrivare le prime novità: si valuta la possibilità di far svolgere messe all'aperto, venendo incontro alle richieste della Cei. Ma anche il Papa invita a «prudenza e obbedienza perché la pandemia non torni». È l'unica linea possibile per ora, dice Conte nell'incontrare governatori e sindaci della Liguria, della Lombardia, dove va in visita a Lodi e Cremona, e dell'Emilia Romagna, nella città di Piacenza duramente colpita dal virus.

Renzi all'attacco Da Roma lo contestano non solo Lega e Fdi (che manifesta davanti a Palazzo Chigi) ma anche Matteo Renzi, che accusa il premier di aver «violato la Costituzione con un dpcm, limitando le libertà personali». L'accusa a Conte è avere avocato a sé pieni poteri: «La libertà viene prima del governo. Quando non succede, sono tempi bui per tutti», dice il leader di Iv, che pure dice di non voler rompere con la maggioranza.

Ma le peggiori notizie per il governo arrivano dall'agenzia di rating Fitch, che al contrario di Standard&Poors declassa l'Italia a BBB- (un gradino sopra i titoli spazzatura). Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri replica che «i fondamentali dell'economia e della finanza pubblica dell'Italia sono solidi» e la valutazione dell'agenzia non tiene conto dello scudo Bce, ma Fitch ricorda impietosamente che la manovra antivirus causerà «un deterioramento del bilancio»: il debito pubblico salirà al 156% e il deficit sarà vicino al 10%.

L'allarme dell'Iss Ma per quanto la sforbiciata al nostro rating sia allarmante, non deve spronare a una ripartenza disordinata o affrettata delle attività produttive. Nel peggiore degli scenari previsti da Istituto superiore di sanità e Comitato tecnico-scientifico, con una riapertura delle attività quasi generalizzata l'indice di contagio R0 tornerebbe sopra il valore 2 e le terapie intensive raggiungerebbero la saturazione entro l'8 giugno.

Il nodo scuole. Per questo, per l'avvio della Fase 2, la riapertura delle scuole è esclusa: «Innescherebbe una nuova e rapida crescita dell'epidemia di Covid-19». Al contrario, si legge nel documento, «nella maggior parte degli scenari di riapertura dei soli settori professionali, in presenza di scuole chiuse, anche qualora la trasmissibilità superi la soglia epidemica, il numero atteso di terapie intensive al picco risulterebbe comunque inferiore alla attuale disponibilità di posti letto a livello nazionale, circa 9mila».

Le stime che emergono dal modello richiedono comunque un «approccio di massima cautela per verificare sul campo il reale impatto». Per questo, tra i suggerimenti della relazione tecnica, anche quello di «considerare magari una riapertura parziale delle attività lavorative, ad esempio al 50%». E l'app Immuni? Dal Governo dicono che arriverà a maggio anche se ancora non è chiaro quando

I numeri Istat Nel frattempo salgono i decessi (382 in più) ma il numero dei malati è diminuito di altri 608; i ricoveri in terapia intensiva sono scesi di altri 93 e ora sono 1.863; i pazienti negli altri reparti calano, per la prima volta dal 22 marzo, sotto i ventimila; il rapporto tra contagiati totali e tamponi fatti è il più basso finora registrato, al 3,6%. Ma dei 2.091 nuovi contagiati, 869 sono in Lombardia, il 41,5% del totale. Ma è l'Istat a delineare, probabilmente, i veri numeri. «Da un esame su 5.069 Comuni» risulta che «il totale dei decessi tra l'1 marzo e il 4 aprile è stato superiore del 41% rispetto allo stesso periodo del 2019 (62.667, quando erano 44.583 nel 2019)».


Articolo tratto da l’Unione Sarda del 29.04.2020

-----------------
Federico Marini
skype: federico1970ca


Nessun commento:

Posta un commento