domenica 26 aprile 2020

Pignene: l’ultimo baluardo della specie umana. Di Matteo Girina.



Qualche giorno fa, girando per Cagliari col Porter pieno di bombole, m’imbatto in un gruppetto di tre pignegne, intenti ad arrancare tra Via La Nurra e il distributore automatico di una farmacia di Via Cornalias. Sì, penso, forse gli è rimasto un barlume di coscienza che li ha spinti a comprare delle siringhe nuove e pulite. Ed è tutto esattamente pazzesco. Le strade deserte, gli zombie col volto deformato e bruciato dal sole, una gamba trascinata dopo l'altra.

Son tutti magrissimi, sporchi, paiono maciullati. Sembra che se li tocchi si possano disfare, cellula dopo cellula. Li si sente bofonchiare tra loro, non si capisce se da quelle bocche escano parole o grugniti. Si sentono gemiti, poi degli sbuffi, che finiscono immediatamente una volta che finalmente il trio attraversa completamente la strada, un pezzo alla volta, per trovarsi di fronte al distributore automatico.

Fanno per cercare qualcosa nelle tasche, forse soldi che probabilmente hanno immaginato di avere o che qualcuno per pietà gli ha donato. L'occhio bagnato e sporco di uno di quelli lì ruota improvvisamente e pare osservarmi, così accelero e scappo nel timore che volesse avvicinarsi per chiedermi qualcosa o, semplicemente, per alitarmi addosso un po' di marciume.

Sembrava la scena di un film, ma tutto molto stereotipato, troppo ovvio, gli zombie cattivi e il tizio che scappa a gambe levate per la paura. Eppure queste son scene di ordinaria amministrazione, in quella zona. A colazione paste in Via Seruci, una passeggiatina nel verde, magari dietro un cespuglio, nascosti alla vista di tutti. Il mondo non esiste, il resto non esiste. La vita è sempre uguale, Coronavirus o no. Forse, se quasi tutta l'umanità dovesse sparire, resteranno solo le pignegne, ultimo baluardo e residuo d'evoluzione della specie umana.

Di Matteo Girina

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