Le Regioni, le opposizioni, le
categorie: per il premier Giuseppe Conte è il giorno dell'assedio. Una nube di proteste circonda il Dpcm che darà
vita alla Fase 2 e anticipa l'informativa che il capo del governo farà in mattinata alla Camera e al Senato. Lo scenario politico è
cambiato. Matteo Renzi ha ricominciato il suo bombardamento e anche il Pd
sembra aver cambiato atteggiamento. In serata i deputati e i senatori della
Lega hanno addirittura occupato le due Aule.
Di fronte
a tutto questo, Conte si presenterà alla Camera puntando su quanto finora
fatto, richiamando alla responsabilità alla vigilia del decreto che, nel piano
del Governo, potrebbe permettere la ripartenza economica dell'Italia. Decreto sul quale
permangono nodi tecnici e politici, col grande interrogativo
degli aiuti Ue: se il Recovery Fund non verrà messo in campo nel
giro di due-tre mesi, il rischio di ricorrere al Mes resta alto.
Slitta il
decreto aprile Una manovra monstre. Misure da calibrare bene per evitare ritardi (e polemiche). Spinte delle varie anime della maggioranza da contenere e da portare a sintesi. Alla fine il «decreto aprile» slitterà a inizio maggio: una maxi-manovra da 155 miliardi, che non ha precedenti nemmeno negli anni più duri della crisi finanziaria dal 2008 in poi. In Parlamento la richiesta di scostamento da 55 miliardi di deficit trova il sostegno anche delle opposizioni, mentre sul quadro complessivo del Def scattano i distinguo, Lega in testa, in attesa di vedere come se la caverà il governo con la Fase 2.
Il ruolo
del Quirinale Quanto al susseguirsi di Dpcm Conte non ipotizza però passi
indietro. È «un uso legittimo», ragionano fonti di governo ricordando come la legge
quadro resti il «decreto lockdown». Ed è un uso sul quale, finora, neppure dal Quirinale sono arrivate osservazioni in materia costituzionale. Anzi, fonti parlamentari raccontano che le letture politiche al discorso della presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia - sulla necessità di rispettare i paletti della Carta - abbiano colto di sorpresa il presidente Sergio Mattarella.
Bordate
bipartisan Adesso però la Lega - che al momento della chiusura della seduta, è rimasta nell'Emiciclo e ha annunciato una sorta di occupazione permanente delle Aule - e Fdi hanno però trovato un alleato anche nella maggioranza: il capogruppo del Pd in Commissione Affari costituzionali della Camera, Stefano Ceccanti, ha presentato un emendamento al decreto Covid per «parlamentarizzare» i Dpcm. Italia Viva ma anche Leu e Più Europa, gli sono andati dietro ed anche il capogruppo del Pd a Montecitorio, Graziano Delrio si è spinto a dettare lo stop: «la fase dei Dpcm è finita».
Il nodo
precari. Non bastasse questo, nuove tensioni percorrono la maggioranza sulla gestione
del decreto scuola. Anche lì le pressioni della Lega sull'assunzione
dei precari, bypassando i concorsi previsti da mesi dal governo, si sono
saldate alle richieste di Leu di stabilizzarli. Ma in commissione la loro
richiesta si è unita a quella del Pd: insieme alle Autonomie hanno
presentato emendamenti al decreto scuola per modificare la procedura
di reclutamento dei docenti precari. Con un iter per titoli e prova
finale che assicuri la partenza a pieno organico dell'anno
scolastico il 1 settembre.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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