venerdì 1 maggio 2020

L'eccidio di Portella delle Ginestre


(01 Maggio1947) A Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, si riuniscono circa duemila lavoratori del territorio di Piana degli Albanesi, per festeggiare il Primo Maggio e per manifestare a favore dell’occupazione delle terre incolte dei latifondi. La gente in festa è colpita, improvvisamente, da diverse raffiche di mitra, provenienti dalle colline circostanti. Muoiono 11 persone, fra cui due bambini. Si scoprirà, in seguito, che l’esecutore materiale della strage è stato il criminale Salvatore Giuliano, con la sua banda. I mandanti, però, non saranno mai identificati.

I motivi per cui Giuliano compì l’eccidio e, nei giorni successivi, assaltò numerose sedi dei partiti di sinistra e delle Camere del lavoro nel Palermitano non possono esaurirsi nella sua dichiarata avversione nei confronti dei comunisti. Ad appoggiarlo e a dargli copertura erano poteri mafiosi, schegge dell’autonomismo siciliano e forze che intendevano garantire il perpetuarsi degli equilibri di potere anche nel nuovo quadro istituzionale e politico nazionale del dopoguerra. Per quanto la ricerca dei mandanti non sia mai arrivata a conclusioni certe, risultarono evidenti le responsabilità degli ambienti politici siciliani interessati a intimidire le masse contadine che reclamavano la terra e avevano premiato il Blocco del popolo nelle elezioni del 1947.

In tempi più prossimi la tesi delle collusioni ad altissimo livello, fino al capolinea del Quirinale, è stata assunta e rilanciata da Sandro Provvisionato, in Misteri d'Italia (Laterza 1994), e da Carlo Ruta, il quale nel prologo de Il binomio Giuliano-Scelba (Rubbettino 1995) scrive:

«Sugli scenari che si aprirono con Portella della Ginestra, alcuni quesiti rimangono aperti ancora oggi: fino a che punto quegli eventi tragici videro realmente delle correità di Stato? E quali furono al riguardo le effettive responsabilità, dirette e indirette, di taluni personaggi chiamati in causa per nome dai banditi e da altri? Fra l'oggi e quei lontani avvenimenti vige, a ben vedere, un preciso nesso. Nel pianoro di Portella venne forgiato infatti un peculiare concetto della politica che giunge in sostanza sino a noi. »


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