La corsa
sottotraccia. Dopo l'allerta lanciata ieri da Germano Orrù, biologo molecolare e docente della Facoltà di Medicina dell'Università di Cagliari («Bisogna cominciare a pensare a una possibile Fase 3, in Asia si stanno già preparando»), viene fuori che il
rischio di una seconda ondata in autunno dell'epidemia di Covid è assai
concreto. «Il problema è che non sappiamo come si
comporterà il virus d'estate - spiega Stefano Vella,
infettivologo, componente del comitato scientifico della Regione -.
Generalmente i virus respiratori un
po' si ammosciano, ma non illudiamoci:
ormai lui sta con noi». Siccome per il momento l'unico vaccino a
disposizione è quello contro l'influenza, è urgente avviare una
campagna di vaccinazione più estesa possibile. «Un intervento necessario
per tenere sotto controllo almeno la pandemia influenzale. Perché
altrimenti sa cosa succederà? Qualche caso di influenza verrà
preso per Covid e viceversa, il che sarebbe un disastro».
Il
rischio di infezione. Anche Giovanni Sotgiu, infettivologo e docente di
Statistica medica all'Università di Sassari, ritiene che, «da un punto di vista
probabilistico vi sia un rischio concreto di un ritorno dell'epidemia». Chiamato dal presidente
Solinas a far parte del comitato tecnico-scientifico della
Regione in questa delicatissima fase di riaperture, è
«l'uomo dei numeri», l'esperto che calcola gli indicatori dell'infezione.
Uno che, insomma, può prevedere le mosse del virus. «Il rischio
esiste soprattutto perché, con gli interventi di lockdown, si sono create
grosse isole di suscettibilità, ci sono cioè tanti soggetti a
rischio di infezione».
Ma attenzione, avvisa il professor Sotgiu, «il virus sta circolando e, pur essendo io un ottimista per natura, devo dire che in realtà quelle che si chiamano "isole di suscettibilità" non necessariamente potranno essere
colpite in autunno. Sì, è vero, con l'arrivo
del freddo, e con gli ambienti chiusi e un contatto sociale
più stretto, ci sarebbero le condizioni ideali per questo virus come
per quello dell'influenza.
Ma, attenzione, non è da escludere la possibilità che ci possano essere impennate anche
durante l'estate, proprio perché c'è una grande quantità di persone finora non
interessate dal virus e quindi a rischio di infezione». Non a caso, spiega, «tutte
le Regioni si stanno orientando in termini di prevenzione
e controllo del rischio biologico con una serie di misure per
evitare il rischio di nuovi focolai».
«La rete
sempre pronta» Noi, conferma l'assessore Mario Nieddu, «ci stiamo preparando a ogni evenienza,
anche a quella di una seconda ondata dell'epidemia in autunno». L'idea, «è
quella di potenziare ulteriormente la sorveglianza nel territorio con la
progressiva stabilizzazione delle Usca, le unità di assistenza a domicilio dei
pazienti Covid».
Il prossimo
31 luglio dovrebbe scadere il termine dell'emergenza sanitaria dichiarata a
febbraio, «ma vediamo cosa verrà fuori dai test sierologici a campione, per capire
un po' di più quanto è circolato il virus, e poi aspettiamo di valutare gli
effetti delle progressive riaperture». Intanto, se e quando non ci saranno più
pazienti ricoverati negli ospedali, la rete delle strutture Covid verrà dismessa.
«La speranza è che possano bastare
le Usca per gestire i pazienti a domicilio. Ma, nell'eventualità di un ritorno
dell'epidemia in autunno - avvisa Nieddu - saremo perfettamente in grado di riattivare
i protocolli messi a punto e tutto il patrimonio di ospedali Covid, servizi,
competenze, macchinari». Ventilatori compresi? «Tra quelli acquistati, ricevuti
in donazione, e quelli in dotazione alla protezione civile ne abbiamo in numero
adeguato. Intanto, non abbassiamo la guardia. Ad esempio, abbiamo pronta tutta la
dotazione dell'ospedale militare da campo che invieremo a Nuoro».
Piera
Serusi
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Federico
Marini
skype: federico1970ca
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