martedì 12 maggio 2020

Allarme autunno «Epidemia, pronti alla seconda ondata»



La corsa sottotraccia. Dopo l'allerta lanciata ieri da Germano Orrù, biologo molecolare e docente della Facoltà di Medicina dell'Università di Cagliari («Bisogna cominciare a pensare a una possibile Fase 3, in Asia si stanno già preparando»), viene fuori che il rischio di una seconda ondata in autunno dell'epidemia di Covid è assai concreto. «Il problema è che non sappiamo come si comporterà il virus d'estate - spiega Stefano Vella, infettivologo, componente del comitato scientifico della Regione -.

Generalmente i virus respiratori un po' si ammosciano, ma non illudiamoci: ormai lui sta con noi». Siccome per il momento l'unico vaccino a disposizione è quello contro l'influenza, è urgente avviare una campagna di vaccinazione più estesa possibile. «Un intervento necessario per tenere sotto controllo almeno la pandemia influenzale. Perché altrimenti sa cosa succederà? Qualche caso di influenza verrà preso per Covid e viceversa, il che sarebbe un disastro».

Il rischio di infezione. Anche Giovanni Sotgiu, infettivologo e docente di Statistica medica all'Università di Sassari, ritiene che, «da un punto di vista probabilistico vi sia un rischio concreto di un ritorno dell'epidemia». Chiamato dal presidente Solinas a far parte del comitato tecnico-scientifico della Regione in questa delicatissima fase di riaperture, è «l'uomo dei numeri», l'esperto che calcola gli indicatori dell'infezione. Uno che, insomma, può prevedere le mosse del virus. «Il rischio esiste soprattutto perché, con gli interventi di lockdown, si sono create grosse isole di suscettibilità, ci sono cioè tanti soggetti a rischio di infezione».

Ma attenzione, avvisa il professor Sotgiu, «il virus sta circolando e, pur essendo io un ottimista per natura, devo dire che in realtà quelle che si chiamano "isole di suscettibilità" non necessariamente potranno essere colpite in autunno. Sì, è vero, con l'arrivo del freddo, e con gli ambienti chiusi e un contatto sociale più stretto, ci sarebbero le condizioni ideali per questo virus come per quello dell'influenza.

Ma, attenzione, non è da escludere la possibilità che ci possano essere impennate anche durante l'estate, proprio perché c'è una grande quantità di persone finora non interessate dal virus e quindi a rischio di infezione». Non a caso, spiega, «tutte le Regioni si stanno orientando in termini di prevenzione e controllo del rischio biologico con una serie di misure per evitare il rischio di nuovi focolai».

«La rete sempre pronta» Noi, conferma l'assessore Mario Nieddu, «ci stiamo preparando a ogni evenienza, anche a quella di una seconda ondata dell'epidemia in autunno». L'idea, «è quella di potenziare ulteriormente la sorveglianza nel territorio con la progressiva stabilizzazione delle Usca, le unità di assistenza a domicilio dei pazienti Covid».

Il prossimo 31 luglio dovrebbe scadere il termine dell'emergenza sanitaria dichiarata a febbraio, «ma vediamo cosa verrà fuori dai test sierologici a campione, per capire un po' di più quanto è circolato il virus, e poi aspettiamo di valutare gli effetti delle progressive riaperture». Intanto, se e quando non ci saranno più pazienti ricoverati negli ospedali, la rete delle strutture Covid verrà dismessa.

«La speranza è che possano bastare le Usca per gestire i pazienti a domicilio. Ma, nell'eventualità di un ritorno dell'epidemia in autunno - avvisa Nieddu - saremo perfettamente in grado di riattivare i protocolli messi a punto e tutto il patrimonio di ospedali Covid, servizi, competenze, macchinari». Ventilatori compresi? «Tra quelli acquistati, ricevuti in donazione, e quelli in dotazione alla protezione civile ne abbiamo in numero adeguato. Intanto, non abbassiamo la guardia. Ad esempio, abbiamo pronta tutta la dotazione dell'ospedale militare da campo che invieremo a Nuoro».

Piera Serusi

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Federico Marini
                                                 skype: federico1970ca


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