Il reddito d'emergenza, la cassa
integrazione, i prestiti a fondo perduto per le pmi e l'ingresso dello Stato
nelle grandi imprese. Continuano a dividere il governo i grandi
capitoli del decreto da 55 miliardi, atteso in settimana - forse
mercoledì - in Consiglio dei ministri.
Decreto
impegnativo Un provvedimento definito «impegnativo» dallo stesso premier Giuseppe Conte, che spinge per meccanismi «ancora più accelerati» per ovviare ai ritardi registrati finora nei pagamenti. Uno snodo cruciale per il governo, per provare a tamponare il crollo del Pil. Il Pd, con Nicola Zingaretti, chiede di farne occasione per «avviare una nuova
politica industriale». Roberto Speranza si batte per nuovi fondi per Covid Hospital e posti letto negli ospedali. Mentre Luigi Di Maio alza l'asticella e chiede di «abbassare le tasse».
I fondi
per la Cig. Ieri Conte ha riunito con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri i
capi delegazione e gli esperti dei partiti in materia economica. L'incontro è
stato breve perché non è chiaro se i 13 miliardi ipotizzati per la cassa
integrazione bastino a coprire altre nove settimane o servano ulteriori fondi.
«Le cifre dell'Inps ballano», dice una fonte.
Dal
tavolo, Conte prova a scacciare le ombre di crisi, dopo l'avvertimento
lanciatogli da Matteo Renzi. Bolla l'idea di un esecutivo
tecnico come «chiacchiericcio» e definisce un «danno» l'instabilità politica.
Aggiunge che lavora «bene» con Iv, e che ascolta le proposte di tutti i
partiti, anche se rappresentano «il 2%» del Paese. L'accusa di volere pieni
poteri? Nessuna «investitura messianica» né «condizionamento di gruppi o
cordate».
Nel tentativo di abbassare i toni e
calmare la navigazione il premier è affiancato dal Pd ma anche del M5s. Questa
settimana è attesa la proposta della Commissione Ue sul Recovery Fund e poi si
entrerà nel vivo del dibattito sul Mes: ora l'imperativo è sminare. Lo fa, con l'opposizione,
anche il ministro Francesco Boccia, aprendo alla richiesta dei presidenti di
centrodestra di tenere le elezioni regionali in estate. Lo fa anche Di Maio
invitando Renzi a «indossare la stessa maglia».
Di Maio: meno tasse Il ministro
degli esteri si intesta una battaglia sospesa causa Coronavirus, quella per
«abbassare le tasse» perché «il
reddito di emergenza non basta». Ma anche sul Rem si discute ancora
e, sebbene fonti M5s assicurino che la misura è passata, dagli altri partiti spiegano
che c'è ancora «grande distanza» su come farla: Pd e Iv chiedono che a gestire
i fondi siano i Comuni, non l'Inps. I Dem con
Zingaretti, rilanciano anche il tema di quello che Romano Prodi definisce il
«ruolo dello Stato nell'economia».
Con la proposta non solo di
incentivare a investire in Italia, ma anche di risorse a fondo perduto per le
pmi e di dare fondi pubblici alle grandi aziende con l'ingresso dello Stato
come socio. Una proposta, quest'ultima, che vede favorevoli i Cinque stelle che
a loro volta l'avevano lanciata, ma contraria Iv. In concreto si attendono le nuove
indicazioni Ue per gli aiuti di Stato per capire i limiti alle nuove norme.
Risorse
per la sanità. Ancora da definire anche le risorse per la sanità: «Faremo un investimento
straordinario molto significativo sull'assistenza territoriale e metteremo
molte risorse per rendere permanenti i Covid Hospital», annuncia Roberto
Speranza. Ma ballano le risorse, come per la famiglia. E la discussione è
aperta sui cantieri: l'idea è accelerare grandi cantieri, anche perché il
provvedimento non sia solo assistenziale ma introduca spinte per la ripresa. Ma
M5s e Dem non sono d'accordo sul come fare.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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