martedì 12 maggio 2020

Non siamo figli di un dio minore. Di Michele Melis.



Nella bozza del "Decreto Rilancio" non una parola né un solo euro per il settore trasporto turistico non di linea (autovetture ncc e bus). Siamo quelli che vi portano ogni anno nelle località turistiche in totale sicurezza, spesso sacrificando anche le nostre vite private ma, si sa, chi fa questo lavoro lo fa prima di ogni altra cosa per passione.

In Italia siamo circa 200.000 autisti che lavorano per circa 80.000 aziende, con un fatturato azzerato per circa 2,5 miliardi di euro. Siamo stati il settore che ha pagato maggiormente questa crisi: il primo costretto a fermarsi e l'ultimo che, probabilmente, ripartirà. E non tutti ripartiranno, purtroppo.

Le aziende per cui lavoriamo (perlopiù di medio-piccola dimensione) hanno subito ingenti perdite e noi lavoratori, che spesso campiamo con 5/6 mesi di lavoro all'anno, ci ritroviamo fermi, a casa, la maggior parte di noi senza neanche ammortizzatori sociali.

Pretendiamo venga fatta programmazione anche per il nostro settore: ad oggi sappiamo quando riaprirà qualsiasi altra attività; sappiamo chi ha riaperto la settimana scorsa, chi ieri, chi riaprirà lunedì prossimo, chi potrà farlo il prossimo 1° giugno. Noi non sappiamo ancora se dovremmo morire o campare. Non chiediamo di tornare a lavorare domani, né la settimana prossima. Ma esigiamo chiarezza.

Non siamo figli di un dio minore. La programmazione poi potrà essere sempre rivista in anticipo o, eventualmente, in ritardo. Ma ora è necessario che si programmi. Sarebbe inutile e controproducente arrivare in stazione col treno ormai già passato. Ho voluto usare il plurale perché penso di poter scrivere per conto di tante persone. Prepariamoci ad un intensa stagione di lotta.

Michele Melis


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