Nella bozza del "Decreto Rilancio" non una parola né un
solo euro per il settore trasporto turistico non di linea (autovetture ncc e
bus). Siamo quelli che vi
portano ogni anno nelle località turistiche in totale sicurezza, spesso
sacrificando anche le nostre vite private ma, si sa, chi fa questo lavoro lo fa
prima di ogni altra cosa per passione.
In Italia siamo circa
200.000 autisti che lavorano per circa 80.000 aziende, con un fatturato
azzerato per circa 2,5 miliardi di euro. Siamo stati il settore che ha pagato
maggiormente questa crisi: il primo costretto a fermarsi e l'ultimo che,
probabilmente, ripartirà. E non tutti ripartiranno, purtroppo.
Le aziende per cui
lavoriamo (perlopiù di medio-piccola dimensione) hanno subito ingenti perdite e
noi lavoratori, che spesso campiamo con 5/6 mesi di lavoro all'anno, ci
ritroviamo fermi, a casa, la maggior parte di noi senza
neanche ammortizzatori sociali.
Pretendiamo venga fatta programmazione anche per il nostro settore: ad oggi sappiamo quando riaprirà
qualsiasi altra attività; sappiamo chi ha riaperto la settimana scorsa, chi
ieri, chi riaprirà lunedì prossimo, chi potrà farlo il prossimo 1° giugno. Noi
non sappiamo ancora se dovremmo morire o campare. Non chiediamo di tornare a
lavorare domani, né la settimana prossima. Ma esigiamo chiarezza.
Non siamo figli di un dio minore. La programmazione poi potrà essere sempre rivista in
anticipo o, eventualmente, in ritardo. Ma ora è necessario che si programmi.
Sarebbe inutile e controproducente arrivare in stazione col treno ormai già
passato. Ho voluto usare il plurale perché penso di poter scrivere per conto di
tante persone. Prepariamoci ad un intensa stagione di lotta.
Michele Melis
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