Incontro
tra l'assessore Sanna e i 69 sindaci costieri: «Da soli non ce la facciamo» Si
pensa di utilizzare volontari e beneficiari di reddito di cittadinanza Controlli
nelle spiagge libere intesa difficile con i Comuni
Le criticità ci sono, risolverle non
sarà facile, ma sia chiaro: i Comuni
non potranno essere lasciati da soli nella gestione delle spiagge libere. Il primo confronto su come saranno organizzate gli arenili e su chi dovrà
vigilare sul rispetto delle regole c'è stato. Da una parte l'assessore agli
enti locali, Quirico Sanna, dall'altra i 69 Comuni costieri. Il confronto è
durato quattro ore. Quale è stato il risultato finale? Che senza linee guida chiare e senza il
sostegno della Regione e dello Stato, mai i Comuni potranno far rispettare i protocolli dell'Inail, dell'Istituto superiore di sanità e le nuove ordinanze del governatore Solinas.
I sindaci non hanno i soldi e
soprattutto il personale, per presidiare i 480 chilometri di spiagge non in
concessione. «È un impegno che non possiamo sostenere da soli», hanno ribadito
da Arzachena fino a Villasimius.
Task
force. Una delle ipotesi proposte per uscire in fretta dall'incertezza è stato
il coinvolgimento delle associazioni di volontariato, ma servirà una convenzione, e anche dei
cittadini che hanno beneficiato del reddito di
cittadinanza o di inclusione, il Reis. «È una delle possibilità su cui ci siamo
confrontati», conferma l'assessore Sanna, ma «da parte di tutti i Comuni è
stato sollecitato anche un maggior coinvolgimento delle forze dell'ordine e
infatti chiederemo proprio questo alle prefetture».
Sarà invece difficile che scendano
in campo forestali e barracelli: «Non sarà possibile distoglierli dalla campagna
antincendio». Comunque, il primo obiettivo sarà puntare sulla prevenzione.
«Abbiamo allo studio una campagna informativa, in italiano e in inglese.
Sistemeremo diversi cartelloni all'ingresso delle spiagge, con tutte le
prescrizioni indispensabili per garantire il massimo della sicurezza
sanitaria».
Linee
guida. Le regole da seguire anche nelle spiagge libere saranno quelle previste per
gli stabilimenti balneari: 10 metri quadri esclusivi per ogni ombrellone, un
metro e mezzo di distanza fra i lettini, un metro fra i bagnanti e nessun
assembramento in riva al mare. Ma altre potrebbero arrivare con le prossime
ordinanze della Regione.
Oggi,
però, per i Comuni è fondamentale sapere quali saranno le regole d'ingaggio dal
primo giugno in poi: «Serve chiarezza in tempi molto rapidi», è stata la richiesta dei sindaci. Poi ci sono i controlli: a chi spetteranno? I protocolli nazionali li hanno scaricati sui Comuni, ma la replica è stata: «Se non ci sarà un contributo straordinario del Governo e della Regione, non avremo i soldi per assumere». L'assessore ha assicurato: «Le
linee guida definitive saranno pubblicate al più presto e ci sarà un
finanziamento per assicurare la copertura ai Comuni delle maggiori spese».
Numero
chiuso. Diversi sindaci hanno confermato che
«ridurre gli ingressi, soprattutto nei fine settimana, potrebbe essere la soluzione
migliore». In alcuni Comuni il via libera ai ticket è stato deciso in questi giorni, ma altri si sono detti contrari: «Sarebbe una limitazione in più e potrebbe allontanare i turisti», è stata una delle perplessità sollevate. Con l'assessore Quirico Sanna che, alla fine della riunione, ha detto con ottimismo: «Una linea unitaria la troveremo di sicuro». (ua)
Articolo tratto da la Nuova
Sardegna del 23.05.2020
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Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca
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