(04 Maggio 1980) Muore
a Lubiana Tito, pseudonimo di Josif Broz, dittatore della Jugoslavia. Alla
fine della seconda guerra mondiale Tito riunisce sotto il proprio governo tutto
il paese, e instaura un regime
fondato sulla dittatura del partito unico. Intollerante alle ingerenze di Mosca
nella politica nazionale, intraprende la "via nazionale al socialismo” fuori
dal Cominform.
Dal 4 luglio 1941 fu
iol comandante dell'Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia,
movimento comunista della Resistenza jugoslava contro i tedeschi, gli
ustascia croati e gli italiani, partecipando in posizione preminente dal 26
novembre 1942 al Comitato Antifascista di Liberazione Nazionale della
Jugoslavia.
I partigiani jugoslavi
di Tito, riuscirono, grazie alla loro determinazione ed all'appoggio degli
Alleati, in particolare dell'Armata Rossa e della Gran Bretagna, a respingere
italiani e tedeschi dai territori dell'ex Jugoslavia, che erano stati occupati
nel corso della seconda guerra mondiale. Sconfissero anche i cetnici del
generale Dragoljub Mihailović, movimento di liberazione rivale.
A seguito delle elezioni dell'11 novembre 1945, fu dichiarato
decaduto il re Pietro II e costituita la Repubblica Socialista Federale di
Jugoslavia, una nazione
monopartitica che Tito governò come Primo Ministro tra il 29 novembre 1945 ed
il 29 giugno 1963 e come Presidente della Repubblica dal 14 gennaio 1953 alla
morte.
Negli anni Sessanta
Tito è, insieme ad alcuni leader dell'Africa e dell'Asia, una delle personalità
più autorevoli della politica del "non allineamento", impostata sulla neutralità nei confronti dei
due grandi blocchi d’influenza nati alla fine della guerra, il Patto di
Varsavia (filosovietico) e NATO (filo occidentale). La sua morte segna la fine
della stabilità della Federazione Jugoslava, tenuta insieme fino ad allora
principalmente grazie alla sua personalità carismatica.
A partire dai suoi ultimi mesi di vita furono sollevati molti dubbi
sulla possibilità che i suoi successori mantenessero l'unità della Jugoslavia. Dubbi confermati dagli eventi
storici successivi: divisioni etniche e conflitti nazionalisti crebbero fino a
scoppiare nelle decennali Guerre slave, una decade dopo la morte di Tito, che
aveva tenuto unito il Paese sostituendo il nazionalismo pan-jugoslavo ai
nazionalismi delle singole repubbliche. Le tensioni nazionaliste
delle varie etnie venivano da lui manipolate come strumenti per mantenere il
proprio ruolo di mediatore "super partes".
Come sappiamo, alla
fine degli anni 90’ i dissidi fra le varie nazionalità che formavano la Jugoslavia
esplosero in tutta la loro forza. Dalla disgregazione della Jugoslavia nacquero
Stati del tutto indipendenti come la Croazia, la Slovenia, la Serbia e il
Montenegro, solo per citarne alcuni.
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