«Il punto essenziale è la base
volontaria: il turista che arriva in Sardegna decide se farsi monitorare,
quindi scarica la App sul suo telefono e attiva la geolocalizzazione. Per noi,
vedere gli spostamenti e i contatti sarà uno strumento importantissimo nel malaugurato
caso si scoprisse un positivo al coronavirus».
Gli obiettivi. Nel giorno in cui
Apple e Google hanno attivato la tecnologia per il tracciamento dei contagi e
l'hanno messa a disposizione delle autorità sanitarie di tutto il mondo, Italia
compresa (che dovrà far decollare Immuni ), l'assessora agli Affari generali
Valeria Satta racconta che uno degli obiettivi chiave della riapertura
nell'Isola è la App regionale (che andrà sia su iOs che su Android) per seguire
chi sbarca e se ne va in giro nell'Isola a godersi le ferie.
Un progetto diverso da quello nazionale,
perché non contempla dati medici (febbre, sintomi, eccetera), ma un'arma in più
per proteggerci e agire tempestivamente quando potremo accogliere di nuovo a
braccia aperte i vacanzieri.
La piattaforma Dunque, oggi la
Sardegna è ancora praticamente chiusa: chi viene, in aereo o in nave, dietro
autorizzazione concessa solo per motivi precisi (salute, lavoro, assoluta
urgenza, rientro a casa) deve compilare un modulo e stare in quarantena per
quattordici giorni.
Pian piano però le frontiere si
stanno riaprendo, oltre ai voli privati (da oggi), dal 1° giugno riprendono le
rotte della continuità territoriale (con Roma e Milano), dal 15 giugno i
collegamenti con tutti gli aeroporti nazionali e dal 25 quelli internazionali.
E dal 2 giugno non si dovrà più sottostare all'isolamento domiciliare, ci sarà
libertà di movimento, quindi maggiore pericolo di (ri)diffusione virale .
«Noi siamo stati i primi in Italia a
digitalizzare tutto l'iter dei permessi regionali in tema di trasporti nel
periodo del lockdown», spiega Satta, «un team interno guidato dal direttore
generale
dell'assessorato Riccardo Porcu ha
progettato una piattaforma che ha
consentito di ottenere
l'autorizzazione all'ingresso o alla partenza dall'Isola con un clic. I
viaggiatori possono compilare il form dallo smartphone, sia tramite browser che
scaricando l'App "trasporti Regione Sardegna". I dati delle
quarantene obbligatorie sono stati mappati in tempo reale e hanno consentito a
comuni, enti e autorità di polizia locale, di fare i controlli».
Il salto Adesso - prosegue
l'assessora - «siamo pronti per l'upgrade di questa App, il lancio dovrà essere
stabilito con una delibera di Giunta». L'idea è quella di abbinarla al
passaporto sanitario. «Vediamo se le due cose potranno andare all'unisono»,
sottolinea Satta, «certo è che la App - per la quale abbiamo ovviamente chiesto
indicazioni al Garante per la privacy - non sarà obbligatoria ma volontaria.
Dovremmo cominciare a farla funzionare dal 2 giugno, in coincidenza con la fine
dell'obbligo di quarantena, quando i rischi potenziali di diffusione dell'epidemia
saranno di nuovo elevati».
Funziona così: un turista viene in
Sardegna, ha un certificato che dimostra che è negativo al Covid-19, scarica
sul telefonino la App e fa sapere così dove soggiorna, come si sposta, quali
luoghi frequenta. «Confidiamo nella sensibilità dei vacanzieri, nel senso di
responsabilità a voler condividere informazioni, senza pregiudicare la privacy.
Tutto questo sarà utilissimo nel momento in cui qualcuno viene contagiato, si potranno
così ricostruire il luogo dell'infezione, i contatti, si potrà intervenire
immediatamente per individuare il focolaio e circoscriverlo. Un sistema che ci
consentirà di tenere la nostra terra sicura e difendere le strutture
ricettive».
Il progetto nazionale Intanto oggi
alle 12 la Conferenza delle Regioni è chiamata, tra le altre cose, a fornire le
sue valutazioni sulla proposta di documento sulla App Immuni da inviare alla
commissione Giustizia del Senato e sullo stato d'avanzamento dei lavori per il
progetto della banda ultralarga.
Cristina Cossu
L’articolo
è tratto dalla Nuova Sardegna del 21 Maggio 2020
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