(05 Maggio 1981) Muore in carcere, dopo 66 giorni di sciopero della
fame, l’attivista irlandese Bobby Sands. Entrato a far parte dell’IRA (Irish Republican Army,
organizzazione paramilitare clandestina che aveva lo scopo di riunire l’Irlanda
all’Irlanda del Nord) a soli 18 anni, viene più volte arrestato per detenzione
di armi da fuoco e attentati dinamitardi. Sands è il primo fra gli attivisti
detenuti a sacrificare la propria vita per la causa repubblicana. Con questo
gesto cerca di portare all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale la
cosiddetta dirty war (guerra sporca), che
il governo britannico conduce nelle sei contee del nord dell’Irlanda ai danni
della comunità cattolica favorevole alla riunificazione dell’Irlanda del Nord,
protestante, alla Repubblica irlandese.
Dopo la divisione dell’Irlanda (1921), l’IRA costituì il braccio
armato dell’opposizione cattolica repubblicana dell’Ulster fautrice della
riunificazione dell’intera isola, rendendosi responsabile di violente campagne militari nei
decenni a seguire, con azioni terroristiche nell’Ulster e in Gran Bretagna. Le
azioni dinamitarde contro i protestanti e l’esercito britannico conobbero
un’escalation all’inizio degli anni ‘70, dopo la scissione
dell’IRA (1969) in due organizzazioni distinte, la Official e quella radicale
dei Provisional. Quest’ultima conquistò
in breve tempo l’egemonia del movimento repubblicano nell’Ulster, godendo anche
di un crescendo di consensi tra la popolazione cattolica. Nel 1981
l’irrigidimento del governo britannico, che rifiutò lo staus di prigionieri
politici ai militanti dell’IRA, internati senza processo, costò la vita a 10
dei suoi militanti detenuti nelle carceri inglesi che si
lasciarono morire praticando lo sciopero della fame.
Proprio agli inizi
degli anni si verificò la domenica di sangue (1972). Il 1° reggimento dei paracadutisti britannici sparò
contro la folla durante una manifestazione, uccidendo 14 persone. 5 della
vittime furono colpite di spalle, mentre scappavano, e soltanto nel 2003 un
paracadutista britannico ammise di aver ucciso una persona indifesa, che
agitava un fazzoletto bianco in segno di resa. Lo stesso Governo inglese fece
due inchieste, e in entrambi i casi furono chiarite le responsabilità dei
paracadutisti
L’avvio (1985) di un confronto tra Gran Bretagna e Repubblica
d’Irlanda sulla questione irlandese contribuì a ridimensionare le aspettative
di una soluzione armata. Nel 1998 l’annuncio
di una tregua da parte dell’IRA facilitò l’accordo di pace
sottoscritto da T. Blair e il Sinn Féin (il partito politico prossimo all’IRA), raggiunto anche
grazie alla disponibilità del governo britannico a rinunciare alla
pregiudiziale di sempre, il disarmo dell’IRA, ma provocò anche la comparsa
di una nuova fazione molto agguerrita dell’organizzazione, la REAL IRA
responsabile di sanguinosi atti terroristici. Sempre più isolata tra la maggioranza della popolazione
cattolica dell’Ulster, desiderosa di pervenire alla pace, l’organizzazione ha
infine accelerato il processo del disarmo: su pressione anche del governo
autonomo nord-irlandese, nel 2001 l’IRA ha dichiarato di voler abbandonare le armi e nel 2005
ha proclamato ufficialmente la fine della lotta armata.
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