Oltre duecento operatori del settore
turistico, costituiti in un movimento autonomo, hanno inviato ieri mattina una
lettera al presidente della Regione, Christian Solinas, dove spiegano le gravi difficoltà
del comparto e, in sostanza, chiedono
che sia “archiviata” l'idea del passaporto sanitario per i
turisti che potrebbero decidere di
trascorrere le vacanze estive in Sardegna. La convinzione dei firmatari è che
continuare a parlare di questa soluzione possa solo creare confusione, facendo
sfumare qualunque remota possibilità di salvare la stagione.
Vista la
situazione, infatti, i turisti potrebbero optare per altre mete. A lanciare l'allarme sono albergatori, campeggiatori, operatori dell'extra alberghiero, del settore agroalimentare, di bed and breakfast e affittacamere, ristoratori, gestori di bar, gestori di servizi turistici, agriturismo, che puntano l'attenzione sulla crisi economica che sta investendo l'intero settore.
Lettera
al presidente «Abbiamo seguito con apprensione - scrivono i firmatari - il valzer degli annunci, delle correzioni, delle specificazioni e dei ripensamenti che la stampa e le televisioni diffondono come posizione della Giunta regionale sarda in materia di programmazione turistica in vista della stagione entrante. Dirci sconcertati è certamente un eufemismo. A poche settimane dalla teorica possibile
riapertura delle strutture ricettive non comprendiamo che politica turistica
intenda perseguire lei, presidente.
Ci permetta, tuttavia, di rivolgerle
il nostro accorato appello, l'appello disperato di oltre 200 piccole e microimprese
diffuse su tutto il territorio dell'isola, in gran parte nelle zone interne e
nelle aree notoriamente “marginali” della Sardegna, che rischiano non solo di
non svolgere attività economica nella imminente stagione, ma forse di non
aprire più alcuna attività».
Chiamata
a vuoto Gli imprenditori precisano di avere inoltrato una lettera simile il 18 e
il 20 aprile scorsi, per esporre al governatore sardo una serie di proposte, finalizzate ad aiutare il comparto e l'intera economia sarda a cui, però, l'ufficio di gabinetto del presidente non
avrebbe dato alcuna risposta.
Le uniche interlocuzioni sarebbero
avvenute con gli assessori ai Trasporti, Giorgio
Todde, e con quello al Turismo, Gianni Chessa, durante una
videoconferenza. Se anche stavolta non
dovesse arrivare risposta, i firmatari
assicurano che con le loro famiglie e centinaia di dipendenti sono
pronti a manifestare a Cagliari e a presidiare il Consiglio
regionale.
Turisti
disorientati. Gli imprenditori chiedono al presidente della Regione di non
imporre «ai turisti che intendono venire in Sardegna il cosiddetto passaporto sanitario», perché «è il modo più
sicuro per dissuaderli dal fare le loro vacanze nella nostra
isola». A tutto questo si aggiungerebbe la difficoltà di effettuare i
tamponi. Inoltre, gli operatori ritengono che sia ingiusto anche
«scaricare il costo dei test sul turista, dopo i reiterati annunci suoi che
sarebbe stato, invece, un onere a carico della Regione Sardegna.
Non esitiamo a credere che, in
presenza di una forte domanda di tamponi, il loro
prezzo lieviterà enormemente, come già avvenuto con le
mascherine». La richiesta è di seguire «l'esempio delle
altre regioni e delle altre nazioni» e di pianificare il servizio di eventuale
presa in carico e assistenza sanitaria per i turisti che «malauguratamente
dovessero palesare sintomi di infezione da coronavirus».
Eleonora
Bullegas
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