Con un accordo firmato
in questi giorni, tra il colosso della farmaceutica Sanofi, SIMG (Società
Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie) e FIMMG (Federazione
Italiana Medici di Medicina Generale), la formazione dei futuri
medici di medicina generale, viene affidata nelle mani della multinazionale
francese, ma non solo, questa
operazione nel pieno dei conflitti di interesse, sarebbe alla base di una “revisione
sostanziale di tutto il Sistema Sanitario Pubblico”.
Ci troviamo di fronte
ad un’operazione finanziaria con la quale uno dei più potenti gruppi
farmaceutici a livello mondiale mira a sostituirsi, con la sua gestione, ai
doveri dello Stato nella formazione dei medici e nella ristrutturazione del
Sistema Sanitario pubblico.
La “grande valenza
strategica dell’industria del farmaco”, pubblicizzata dai firmatari
dell’accordo, è indubbiamente un passo avanti nel contesto della nuova
privatizzazione del Sistema sanitario pubblico, una privatizzazione, che per sua natura, non ha al centro
le esigenze e i bisogni crescenti dei pazienti ma il proprio profitto
d’impresa.
In questo particolare
momento, con le emergenze che si sovrappongono in ambito sanitario, ci
attenderemmo dallo Stato e dalle sue più alte istituzioni locali, azioni tese
al ripristino di un Sistema Sanitario pubblico efficiente, al servizio dei
cittadini e non l’abdicazione dei propri doveri istituzionali a favore di
potenti lobby del farmaco.
La salute pubblica e la
formazione dei medici non sono merce da immettere nei mercati finanziari in
nome del Pil, ma fondamentalmente un diritto inalienabile e non monetizzabile. La
ricerca e la medicina non possono sacrificare la propria indipendenza
scientifica sull’altare dei finanziamenti privati.
Claudia Zuncheddu – portavoce Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica
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