“C’è
poco da fare: con qualcuno, per gli irresponsabili, ci vuole il Tso. Di fronte
alla scelta deliberata di mettere a repentaglio la salute, anzi, la vita di
altre persone, io sono per il carcere. Non possiamo buttare via mesi di
sacrifici e sostenere costi mastodontici per colpa di qualche genio.” Luca
Zaia, presidente del Veneto.
Poi vedi in Piazza del
Popolo, a Roma, il suo segretario nazionale, che con ostentazione, si mostra
senza mascherina e stringe mani fregandosene della salute altrui, come se contravvenire
alle norme sanitarie fosse una forma di virilità, di opposizione al governo e
non alla salute, alla scienza e al buon senso.
La
risposta è nella massa, i seguaci, la folla che lo idolatra a prescindere da
ciò che fa e dice.
La
prova? Eccola!
Salvini, la cui
esistenza come politico è direttamente dipendente dal numero di imbecilli che
gli stanno attorno,
ieri in piazza del popolo, durante il comizio, ha affrontato la questione della
legge contro l’omofobia ponendo alla folla la domanda finale, «Ritenete giusto
rischiare la galera per difendere il concetto di famiglia composta da una mamma
e un papà, Sì o No?».
La
risposta coerente al quesito del gaglioffo sarebbe dovuta essere No. Invece,
quelli, in coro, hanno risposto, Sìììì.
Imbecillità allo stato
naturale, appunto, ma il loro voto vale quanto quello di Mattarella, ed è
l'unica cosa che interessa a Salvini.
Giovanni Maria – Mimmia Fresu.
Giornalista pubblicista. Consulente politiche sociali e immigrazione.
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