Cagliari, muore a 96 anni l'eroe della lotta al nazifascismo nel Modenese.
Il saluto di Bonaccini
Uno degli ultimi partigiani sardi se ne è andato. Nino Garau, cagliaritano, conosciuto in Emilia come comandante Geppe, avrebbe
compiuto 97 anni a dicembre. Di anni non ne aveva invece nemmeno 20 quando,
dopo l'armistizio di Badoglio, decise che la sua piccola patria sarebbe stata
da quel momento in poi la lotta al nazifascismo.
Non lassù in montagna, ma in pianura. «Ed
era più pericoloso», amava ricordare ripensando alla seconda guerra mondiale.
Ha combattuto nel Modenese e, alla guida di una brigata di partigiani, la
"Casalgrandi", ha liberato Spilamberto. E uno dei primi omaggi alla figura di Garau è arrivato proprio dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano
Bonaccini. «Ciao Geppe, che la terra
ti sia lieve».
Perché Geppe ha dato molto all'Emilia. È stato torturato, ha rischiato di essere
fucilato. Il suo eroismo in nome della
libertà finora è stato premiato con
una medaglia di bronzo. Poca roba rispetto a quello che ha passato, tra
torture terribili con ferri da stiro caldi sui piedi e bevute forzate di acqua
sporca con l'imbuto. «Ne risento ancora», disse in una delle sue ultime
interviste. Per questo era stata inoltrata dall'Issasco, l'Istituto sardo per
la storia dell'antifascismo e della società contemporanea, la richiesta di revisione
della medaglia di bronzo al valor militare.
Garau era stato catturato e fatto
prigioniero a Verona ma poi era riuscito a fuggire grazie all'aiuto di un
sardo. Decorato al valore militare, il 25 aprile del 2015 ha ricevuto dalla
Prefetta di Cagliari Giuliana Perrotta la Medaglia della Liberazione per il 70°
anniversario. È cittadino onorario di Spilamberto e ha ricevuto le chiavi della città
liberata da lui e dai suoi uomini.
Un eroe che negli anni del Dopoguerra aveva dovuto subire anche l'onta, al
ritorno a Cagliari, di qualche giorno di carcere, a Buoncammino, per una lettera
anonima che lo accusava di aver assistito a un omicidio di un ex fascista.
Scagionato. E nemmeno mai interrogato. Con
tante scuse: quel giorno Garau - fondamentale il controllo delle liste dei
passeggeri in aereo - era in Sardegna. Poi la laurea in giurisprudenza,
l'incarico di segretario generale in consiglio regionale e il silenzio. Per
tanti anni. Quindi ha deciso che fosse giusto
raccontare quelle storie e quegli
anni di lotta in nome della libertà dai nazifascisti. E ne ha parlato anche
nelle scuole. Con una lucidità e una precisione incredibile. Non da nostalgico,
ma in nome di valori che valevano allora, la libertà, e varranno sempre.
"Le nuove generazioni? – disse alla Nuova - È importante che conoscano
il rispetto dei genitori che hanno donato un bene così prezioso come la vita. E
che conoscano l'onestá». Tante le manifestazioni di
cordoglio. Il sottosegretario alla
Difesa, Giulio Calvisi: «Oggi siamo tutti un po' più poveri. Con il partigiano Garau viene a mancare un
eroe della Resistenza, che ha speso
la sua vita per i valori in cui credeva, una lotta che ha reso possibile e solida la nostra
democrazia». (stefano ambu)
Stefano Ambu
Articolo tratto da “La nuova Sardegna” del 14 Luglio 2020
-----------------
Federico Marini
skype: federico1970ca
Nessun commento:
Posta un commento