I treni ad alta velocità attraverseranno l'Italia dalla Sicilia al Trentino,
ma salteranno la Sardegna, dove per andare da Cagliari a Sassari servono almeno
tre ore, e si arriva fino a quattro – in omaggio il mitico cambio a Chilivani -
se la destinazione finale è Olbia. L'Isola resta indietro, e non è certo
una novità. Nel 2015, durante il viaggio
inaugurale del Pendolino sardo - che cinque anni dopo è ancora a mezzo servizio: non pendola - i big
di Trenitalia spiegarono che il Frecciarossa
non sarebbe mai arrivato da queste parti perché «antieconomico». Insomma: un investimento eccessivo per i pochi passeggeri che si spostano sul territorio
sardo.
I programmi Il ritardo dell'Isola rispetto alle altre
regioni emerge anche da #italiaveloce, il Piano delle infrastrutture del
ministero dei Trasporti. Su tutto lo Stivale sono previsti interventi per
portare la rete ferroviaria a 200 e addirittura 300 chilometri all'ora, il
doppio della velocità massima che possono raggiungere i treni in Sardegna. Qui
invece il Governo prevede solo un «miglioramento prestazionale».
Rallentamenti L'arrivo degli Atr spagnoli, nel 2015, non
ha migliorato i tempi di percorrenza. Anche perché nel frattempo sono arrivate
nuove norme di sicurezza e la rete
sarda, una delle più vecchie d'Italia, si è dovuta adeguare: sul percorso tra nord e sud dell'Isola si incontrano decine
di passaggi a livello. I conducenti
sono costretti a rallentare. Per avere un tracciato moderno servono diversi
miliardi (solo il cantiere per variante di Bonorva, che permetterebbe di
risparmiare 40 minuti sulla tratta Cagliari-Sassari, costa 900 milioni). E
allora rimane tutto così.
Le distanze Il divario con la Penisola spazia
dall'energia (manca il metano, manca una
dorsale del gas) alla rete viaria. La
Sardegna è l'unica regione senza autostrade. E l'arteria principale, la Carlo Felice, è un cantiere eterno. Il
Governo ha inserito la 131, la Diramazione
centrale nuorese e la Sassari-Olbia tra le opere prioritarie. C'è aria di commissariamento, come per le
dighe.
La polemica A proposito: sul questo punto l'assessore
ai Lavori pubblici chiede di più a
Palazzo Chigi. «Le richieste delle Regioni, in primis della Sardegna, che chiedevano a gran voce un cambio di passo normativo rispetto al decreto Sblocca Cantieri e
al Codice degli appalti sono rimaste
inascoltate. Il Commissariamento delle
dighe, da noi ritenuto sacrosanto e necessario per tutelare le riserve idriche
dell'Isola, non può considerarsi la risposta alle numerose richieste di semplificazione
che abbiamo rivolto al Governo», dice Roberto Frongia, che definisce il Dl Semplificazioni non in linea con le
aspettative di snellimento delle
procedure.
«La
realizzazione delle grandi opere non subisce
alcuna accelerazione - continua Frongia - Il Decreto lascia infatti immutato il quadro autorizzativo, non modifica la
normativa degli appalti, non
velocizza l'iter che dalla fasi progettuali che portano alla effettiva realizzazione delle opere». Il riscatto passa per i cantieri stradali.
«Aspettiamo di avere l'elenco
definitivo delle opere stradali per capire se le nostre richieste di commissariamento su 10 strade sarde siano state
accolte», conclude l'assessore ai
Lavori pubblici.
La rete stradale Alla Sassari-Olbia mancano ancora all'appello quattro
lotti su dieci per il completamento. Da
poco è stato aperto al traffico un nuovo
tratto (circa un chilometro e mezzo) tra Ardara e Ozieri. L'Anas vorrebbe tagliare il nastro di altri
due lotti (il 5 e il 6) entro il 2020.
A fine 2021 invece potrebbe vedere la luce il lotto 2, uno dei più tormentati: due delle imprese a
cui era stato affidato sono fallite,
una terza ha dovuto affrontare un concordato. Nel lotto 4 invece gli operai arriveranno nei prossimi giorni: il contratto
con l'impresa aggiudicataria è stato
firmato da poco. Infine la Carlo Felice,
eterno cantiere: i nodi riguardano soprattutto la parte nord, da Bauladu in poi: dovranno essere eliminati
gli incroci a raso e in alcuni
tratti sarà allargata la carreggiata. (m. r.)
Articolo tratto da “L’Unione Sarda” del 09 Luglio 2020
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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