lunedì 13 luglio 2020

Spiagge affollate e movida: «Niente regole, pochi controlli»



Il termometro che misura il caos è nella parole di due fidanzati di Pistoia in vacanza a Cagliari, Francesco ed Erica, dopo aver ringraziato gli uomini della polizia municipale intervenuti in centro sabato scorso per il furto di una borsetta. «Bellissima questa città, ma da qui vogliamo scappare. Nessuno rispetta la regola del distanziamento, pochi indossano la mascherina».

 

Niente regole. Da quasi due mesi, da quando è partita la Fase 3, gli assembramenti per i sardi sono diventati quasi una "regola": un'onda irrefrenabile e un po' incosciente (spinta forse dal dato dei contagi che rende l'Isola una regione quasi Covid free) che si riprende gli spazi dopo il lockdown, ma poco attenta al rispetto delle regole. A Cagliari, al Poetto ombrelloni e asciugami sono quasi piazzati l'uno sopra l'altro.

 

Stessa scena a Nora (Pula), a Tuerredda (Chia), a Porto Giunco (Villasimius), a Porto Pino (Sulcis): sdraio e lettini sono attaccati. «All'interno degli stabilimenti si rispettano le regole», avverte Danilo Cacciuto, presidente del sindacato balneari (Sib) Sud Sardegna. «Molti gestori hanno addirittura mantenuto gli ombrelloni a 4 metri di distanza, andando quindi oltre le prescrizioni stabilite dal decreto».

 

Non solo spiagge, anche nelle strade si vive come se il Covid non fosse mai arrivato. La sera i giovani si accalcano fino a tarda notte, tutti decisi a divertirsi, totalmente incuranti però di un'emergenza che non è ancora finita. «Il problema è che non ci sono adeguati controlli che permettono di applicare sanzioni a chi non rispetta le regole», spiega Marco Rossi, presidente del comitato di Stampace di Cagliari. «Servono forze dell'ordine che vadano in giro nelle zone dove si formano gli assembramenti per applicare le sanzioni», aggiunge.

 

Uomini e mezzi. «In questo momento in cui ci sono moltissime persone per le strade, i vigili fanno il massimo ma non possono uscire in servizio in due, dovrebbero essere almeno in quattro», dice Marcello Polastri, presidente commissione Sicurezza del Comune di Cagliari. «La polizia municipale gira continuamente nelle spiagge e nelle zone della movida, ma occorrere rafforzare i controlli», aggiunge.

 

I gestori e le feste. Tutti chiedono più controlli, anche i gestori di bar e ristoranti, accusati in qualche caso di favorire gli assembramenti negli spazi davanti ai locali. «Questo non è vero, anzi gli imprenditori sono i primi a far rispettare le regole quando le persone si trovano all'interno dei locali», spiega Emanuele Frongia, rappresentante della Fipe Confcommercio Sud Sardegna. «Quello che accade fuori è un po' più complicato, non spetta ai gestori richiamare le persone al rispetto del distanziamento. Lì serve un altro controllo. Serve un po' di buonsenso da parte di tutti».

 

Sul buonsenso puntano anche gli operatori di sagre, fiere ed eventi pubblici. «Noi abbiamo adottato tutti i sistemi possibili per organizzare in sicurezza», spiega Alessia Littarru, coordinatrice regionale di Unoe, l'unione nazionale degli organizzatori di eventi. «Per la Festa del Gusto», chiusa ieri a Capoterra, «abbiamo delimitato l'area, misurato la temperatura a tutti i visitatori e sistemato un contapersone a infrarossi proprio per evitare di creare assembramenti».

 

Mauro Madeddu

 

Articolo tratto da “L’Unione Sarda” del 13.07.2020

 

 

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Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

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