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Luglio 1944) Nel cortile del Comando Supremo dell’Esercito, a Berlino, vengono
fucilati i protagonisti della cosiddetta “Operazione Walchiria”, ovvero una congiura
organizzata per uccidere il Adolf Hitler. Tra
loro, Claus Schenk von Stauffenberg, uno degli artefici del fallito tentativo
di colpo di stato. Nato a Jettingen-Scheppach nel 1907, von Stauffenberg
proviene dall'aristocrazia cattolica bavarese e mai aderì al Nazismo.
Come
ufficiale dello Stato Maggiore, combatté in Africa, ma il 7 marzo 1943 fu
gravemente ferito, perdendo tra l'altro un occhio e restando zoppo. Per spirito
di fedeltà alla Patria continuerà a prestare servizio nell'esercito, ma con
l’unico intento di liberare la Germania da Hitler. Si dice che morì urlando:
“Lunga vita alla Sacra Germania!”
Lo scopo dell'attentato era quello di
eliminare Adolf Hitler e instaurare un nuovo governo che avesse il compito di
negoziare una pace separata con gli Alleati, per evitare la disfatta militare (la Germania
era ormai in ginocchio) e l'invasione della stessa. L'attentato fu pianificato
sfruttando la possibilità che offriva il piano Valchiria (in tedesco: Walküre),
ossia la mobilitazione della milizia territoriale in caso di colpo di Stato o
insurrezione interna, opportunamente modificato dal colonnello von
Stauffenberg.
Il luogo scelto per l’attentato sarebbe
stato l’interno della Wolfsschanze, la famosa “tana del lupo”, il quartier
generale del Fuher a Rastenburg nella foresta della Prussia orientale. La sala riunioni era situata
in un edificio di legno e mattoni, con larghe finestre protette da schermi in
acciaio forato a difesa dalle schegge. Quel giorno di luglio, tuttavia, a causa
del caldo torrido, le finestre furono aperte, è l'effetto della bomba fu molto
meno devastante.
L'esplosione dell'ordigno uccise tre
ufficiali e uno stenografo, tuttavia il Führer non morì, subì soltanto ferite
più o meno lievi tra cui, a testimonianza del suo medico Erwin Giesing, un
costante dolore all'orecchio destro, con sporadiche e copiose uscite di sangue
dallo stesso. Per pura casualità, inoltre, la valigia con la bomba, posizionata
accanto a Hitler, fu spostata da un ufficiale. Se la bomba fosse rimasta dov’era
stata posizionata inizialmente, Hitler sarebbe di certo morto.
Mentre
von Stauffenberg stava percorrendo a piedi i circa 300 metri che lo separavano
dall'automobile che lo attendeva, il generale Heusinger stava terminando la sua
relazione e la sua frase «se non facciamo ritirare immediatamente il nostro
gruppo di armate che si trova accanto al lago Peipus, una catastrofe...», fu
interrotta dall'esplosione che avvenne alle 12.42. Il colonnello, insieme al
tenente von Haeften, salì in macchina ed ordinò all'autista di partire; egli ritenne che l'attentato fosse riuscito
ma, nella confusione e nella fretta, non era riuscito a vedere nulla di quanto
fosse realmente accaduto.
L'esecuzione delle prime condanne avvenne
nel carcere di Plötzensee, a poche ore dalla lettura della sentenza. I condannati furono
impiccati con corde di pianoforte ed i loro corpi appesi poi a ganci da
macellaio. Tutte le esecuzioni furono filmate per circa quattro ore, questo
venne in seguito mostrato a Hitler e successivamente ad altri gerarchi, non
pochi dei quali si sentirono male e dovettero abbandonare la sala di
proiezione. Il filmato fu proiettato per l'ultima volta nel 1950, e da allora
occultato a Berlino.
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