giovedì 23 luglio 2020

Telecamere in 370 comuni la vigilanza 24 ore su 24


Videosorveglianza, firmato il protocollo. Gli obiettivi: sicurezza e prevenzione
Ventiquattr'ore su ventiquattro, 370 Comuni video sorvegliati attraverso un «nodo centralizzato» a disposizione di carabinieri e polizia in tempo reale: è un «grande fratello», ma stavolta in nome della sicurezza. Della sicurezza partecipata, com'è scritto nelle prime righe del protocollo firmato dal prefetto di Cagliari, Bruno Corda, e dall'assessora agli affari generali Valeria Satta. Prima in assoluto fra le regioni, la Sardegna sarà controllata grazie a una capillare piattaforma telematica, ribattezzata il «supervisore delle reti».

L'avvio. Telecamere, fibra ottica e data base sono di proprietà della Regione, che dal 2015 ha finanziato i Comuni perché facessero parte della rete. Con le immagini in diretta, come sollecitato più volte dal ministero dell'interno, che saranno indispensabili per garantire l'ordine pubblico: dalla prevenzione alla repressione. «Da oggi in poi, abbiamo la certezza che non ci saranno più zone d'ombra.

Il monitoraggio sarà continuo», è stato ribadito nella presentazione del «supervisore». È di sicuro un salto di qualità: servirà a contrastare dalla piaga degli attentati agli amministratori comunali a qualsiasi altro reato o atto vandalico. Per gli investigatori, presenti in Prefettura, è «un passo decisivo per assicurare il reale monitoraggio del territorio».

Il meccanismo. Il dialogo all'interno della rete sarà costante. «Attraverso un sistema di alert ogni ripresa delle telecamere sarà messa a disposizione in tempo reale delle forze dell'ordine, compresi i vigili urbani, e del centro elaborazione dati del ministero dell'interno, permettendo così, da un lato, una maggiore consapevolezza degli atti criminali commessi, e dall'altro il coordinamento ottimale di tutte le fasi di controllo e indagine», è scritto in un altro passaggio del protocollo. «I sistemi di sicurezza - ha aggiunto l'assessora Satta - sono finalmente tutti compatibili fra loro. Abbiamo eliminato gli ostacoli che, in questi anni, avevano impedito alla rete di funzionare al meglio ed essere efficiente». Nell'accordo è presente anche più di un passaggio a garanzia della privacy: il rispetto di leggi e norme sarà totale nell'utilizzo di qualunque dato e video.

Le tappe. La prima pietra del progetto risale al 2015, giunta Pigliaru, con la firma del protocollo preliminare per la legalità. Poi il finanziamento: una trentina di milioni e l'avvio dei cantieri in 80 Comuni. Con un richiamo nel 2018, per far crescere ancora la platea dei Comuni videosorvegliati: altri 200. In questi due anni la mappa è stata quasi completata. «Oggi sono 370 quelli presenti nella la piattaforma», ha confermato Valeria Satta.

Anche quei pochi che ancora mancano all'appello - sono state le parole del prefetto Bruno Corda - faranno presto parte del sistema di controllo a largo raggio. Con l'assessora che ha concluso la cerimonia della firma con queste parole: «Fin dal mio insediamento, ho ritenuto fondamentale privilegiare questo progetto che ha permesso e permetterà ai Comuni di poter contare su un sistema di innovativo per efficienza ed interconnessione».  La terza fase del progetto, l'ultima, ha permesso di valutare tutti i dispositivi adibiti al controllo e alla sicurezza pubblica. È stata valutata, ad esempio, la posizione e l'efficacia delle telecamere già installate e quelle non considerate idonee sono state sostituite o adeguate alla rete telematica regionale.

La gestione. Fatta la rete, ora al sicuro dovranno essere messe soprattutto le telecamere. In più di un Comune, infatti, sono proprio le telecamere i bersagli preferiti dai vandali. Anche questo aspetto fa parte del protocollo, con l'impegno di una continua manutenzione degli impianti di videosorveglianza. (ua)
Articolo tratto da L’Unione Sarda del 23 Luglio 2020

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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