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Luglio 1945) La Seconda Guerra Mondiale volge al termine. A Postdam, le potenze vincitrici, rappresentate dal primo ministro
britannico Winston Churchill (poi sostituito da Attlee, vincitore delle
elezioni inglesi del 1945) il presidente degli Stati Uniti Harry Truman (F.
Delano Roosevelt era deceduto pochi mesi prima) e il leader sovietico Josif
Stalin, sono chiamate a scrivere la
nuova storia. In gioco e’ il futuro della Germania e del nuovo ordine post bellico.
Nel corso della conferenza, protrattasi sino al 2 agosto, i tre capi di stato
decidono, tra le altre cose, la suddivisione del paese in quattro zone di
influenza, controllate da Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna e
Francia, per impedire che la Germania rappresenti ancora un pericolo per la
pace mondiale.
In
precedenza vi furono diversi incontri, a partire dalla Conferenza di Teheran, nel corso dei quali diversi leader delle
forze interalleate s’incontrarono per risolvere la gestione della vittoria sul
Nazionalsocialismo. Dalla conferenza di
Casablanca emerse la richiesta di resa incondizionata, mentre nel corso della
conferenza di Yalta fu decisa la ripartizione del territorio tedesco in zone di
occupazione coordinate da una commissione di controllo centrale. Dopo il
crollo militare, la resa incondizionata del Terzo Reich dell'8 maggio 1945, e
l'arresto dei leader del governo Dönitze von Krosigk avvenuto il 23 maggio, le
forze vincitrici presero ufficialmente il potere del governo nella Germania
post nazista con la dichiarazione di
Berlino, la costituzione delle zone di occupazione, e l'insediamento del
consiglio di controllo alleato.
Il primo urto scoppiò
violento fra Truman e Churchill, da un lato, Stalin e Molotov dall'altro, quando da parte
americana si propose la revisione della dichiarazione di Jalta sulle zone
liberate d'Europa, con conseguente riorganizzazione dei governi di Ungheria e
Romania su base più democratica. Stalin e Molotov opposero un secco rifiuto.
Il
problema italiano fu poi motivo di un nuovo urto: contro la richiesta degli
Stati Uniti di apportare "alcune modifiche ai termini dell'armistizio, in
considerazione dell'aiuto prestato contro la Germania e della dichiarazione di
guerra al Giappone", da parte sovietica si fu irremovibili nel rifiutare
qualsiasi trattamento speciale che non fosse garantito anche all'Ungheria, alla
Romania e alla Bulgaria. Alla fine il
par. IX del protocollo finale riconobbe come primo compito la conclusione con
l'Italia di un trattato di pace che avrebbe dovuto "rendere possibile ai
tre governi di soddisfare il loro desiderio di appoggiare una domanda da parte
dell'Italia per l'ammissione come membro (membership) delle Nazioni Unite".
Si raccomandava la conclusione dei trattati con Bulgaria, Finlandia, Romania e
Ungheria.
A parte la questione
delle riparazioni la politica da adottare in Germania fu il punto più gravido
di conseguenze future della conferenza. I suoi obiettivi possono ridursi a tre:
a)
disarmo e smilitarizzazione;
b)
denazificazione;
c)
ricostruzione politica del paese su basi democratiche.
Attraverso questi punti
essenziali era intenzione delle potenze occupanti di toglier di mezzo le cause
profonde dell'imperialismo tedesco: militarismo prussiano, centralismo, grande
concentrazione capitalistica e industriale, diseducazione delle masse. Le tre
potenze si trovarono d'accordo nel senso che "per il momento nessun
governo centrale tedesco dovesse costituirsi, giusta la decisione di Jalta di
attribuire la suprema autorità e responsabilità al consiglio alleato di controllo"
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