Il
governo Conte sarà l'unico arbitro della Sassari-Alghero. Non più il Consiglio
regionale, con l'interpretazione autentica del Piano paesaggistico, che
comunque la maggioranza di centrodestra s'è ostinata a voler approvare. È una
legge, quella della Regione, che potrebbe essere inutile. Perché, al più
presto, in un modo o nell'altro, Palazzo
Chigi s'è caricato sulle spalle l'onere di mettere fine alla disputa
giudiziaria con la giunta Solinas sugli ultimi tre chilometri e mezzo della
Quattro corsie. A prendere l'impegno, formale e solenne, è stata la
ministra alle infrastrutture. «Ho rimesso il caso nelle mani del Governo. Sarà
una nostra decisione collegiale a sbloccare i lavori», ha annunciato Paola De
Micheli.
La svolta. Il
cantiere, quindi, riaprirà senza aver bisogno del lasciapassare (arrivato ieri
alle 20.15) ipotizzato dalla legge regionale che corregge buona parte del Piano
paesaggistico, proposta dalla maggioranza di centrodestra, e senza neanche
attendere le prossime sentenze del Tar. Nulla di tutto questo dovrebbe
essere più necessario, perché - ha proseguito la ministra - sarà il Governo a «superare
gli ostacoli, oggi esistenti, che hanno impedito la completa realizzazione
dell'opera».
A
questo punto, leggendo ancora fra le righe del comunicato, è molto probabile
una svolta di questo tipo: il ministero ai beni culturali sarà costretto a
rimangiarsi il veto sulla Sassari-Alghero. Bocciatura cancellata. A gennaio,
dopo un parere tecnico della direzione generale delle Belle arti, era stato
infatti proprio quel ministero a imporre l'alt all'asfalto dalla cantoniera Rudas
all'ingresso di Alghero, perché «incompatibile con il Piano paesaggistico».
Parere
poi impugnato dalla Regione davanti al Tar. Ma stando all'ultima ricostruzione
di Paola De Micheli fra pochi giorni «verranno di sicuro meno tutti i motivi
del contenzioso». Perché, almeno così s'intuisce, sarà il Consiglio dei
ministri, con una decisione collegiale, a promuovere la Sassari-Alghero al
rango di «opera strategica dal grande interesse economico e nazionale» fino a «svincolarla
- all'improvviso - dall'obbligo di essere sottoposta a
uno o
più pareri preventivi».
Lieto fine. Che andrà a finire così, con la
riapertura dei cantieri, è fin troppo chiaro dopo aver letto e riletto anche un
altro passaggio del comunicato del ministero: «Abbiamo ascoltato con attenzione
le richieste arrivate dai sindaci del nord Sardegna e quelle proposte dai
parlamentari sardi della maggioranza che sostiene il Governo. Tutti hanno ribadito la necessità che sia
completato, in tempi rapidi, il collegamento fra l'aeroporto di Alghero, il
porto di Porto Torres e l'aeroporto di Olbia. Per dotare - testuale - il territorio di un'infrastruttura essenziale
per la mobilità dei cittadini e lo sviluppo del turismo». Sono parole scolpite
sulla pietra: non ci saranno passi indietro.
Interpretazione del Ppr. È evidente che la discesa
in campo del Governo ha spiazzato la crociata del centrodestra, in Consiglio
regionale, per rivendicare maggiore autonomia anche nell'urbanistica. Perché,
va ricordato, lo scontro di questi giorni con le opposizioni nasce soprattutto
dal contenzioso sulla Sassari-Alghero e, in futuro, sull'Olbia-Arzachena. Per essere ancora più chiari: secondo chi
governa, senza un'interpretazione autentica del Piano paesaggistico lo Stato
avrebbe potuto ancora bloccare, come ha fatto, le opere pubbliche.
«Invece
noi, partendo proprio dal contenzioso sulle strade - è stato detto dai banchi
della maggioranza - nella fascia costiera, nell'agro e nelle aree intorno ai
beni identitari non vogliamo essere più obbligati a trattare con i ministeri
cosa possiamo e non possiamo fare. Vogliamo solo sbrogliare questa matassa
giuridica». Detto fatto: la proposta di legge non è stata ritirata dal
centrodestra fino ad arrivare al voto finale favorevole. Ma è stata proprio
questa determinazione a voler andare avanti comunque ad aver riacceso le
polveri in Consiglio regionale. «Ora che è saltato l'impasse sulla
Sassari-Alghero, dopo l'intervento del Governo, il centrodestra ha gettato la
maschera. Non abbiamo più dubbi: con la
scusa delle strade, la maggioranza ha demolito il Piano paesaggistico e
spazzato via gran parte dei vincoli in vigore dal 2006», è stato ribadito dalle
opposizioni. Non è certo finita qui: sull'urbanistica gli scontri saranno molti
altri ancora.
di Umberto Aime
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Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca
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