«Chi ha fa il test e parte per le vacanze
senza attendere l'esito è un irresponsabile». Stefano Vella vorrebbe essere
ancora più duro, ma si trattiene. Il
caso dei due turisti torinesi positivi al coronavirus arrivati a Palau nei
giorni scorsi sembra isolato. Però non va neanche sottovalutato. Nelle ultime settimane l'impennata dei contagi, che
si erano arrestati a fine giugno,
c'è stata: «È vero, ma sperare che non ci
fosse nemmeno un caso “importato” mi pare troppo. L'importante è essere preparati, e la Sardegna mi
pare lo sia. Ho visto che c'è un buon
utilizzo delle mascherine e di tutte le misure di precauzione», dice l'infettivologo, componente del
comitato tecnico scientifico che affianca
la Giunta dall'inizio dell'emergenza.
La curva I numeri fotografano una ripresa dei
contagi collegata all'arrivo dei turisti
e dei sardi che rientrano nell'Isola dopo viaggi in Italia o all'estero. A giugno si sono
registrati 9 casi in tutto (appena 3 nelle
ultime due settimane del mese), poi il contatore ha ripreso a girare: 10 nuovi positivi nella prima metà di luglio, 12 in questo secondo
scorcio. Tanti sono d'importazione: oltre alla coppia di torinesi sbarcata
a Palau (e che si era sottoposta
prima di partire al tampone) c'è il sassarese
rientrato dal Kazakistan dove si trovava per lavoro, lo studente nuorese che ha contratto il virus a Barcellona e una
volta arrivato in Sardegna ha
contagiato i genitori, la turista romana in
vacanza a Sant'Antioco.
Il sistema «Buona
parte dei rischi di contagio sono legati alla responsabilità personale: chi sta
male o ha sintomi sospetti deve dirlo subito. Tutti gli altri invece devono sapere che il virus circola ancora, è un'emergenza globale come vediamo dai
bollettini quotidiani. La Sardegna
ha adottato alcuni sistemi, come il modulo da compilare all'ingresso e l'app, che sono di grande aiuto. Con il tracciamento si può ricostruire la
rete di contatti dei positivi, è fondamentale», spiega Vella.
Sotto osservazione. I casi di “ritorno” sotto osservazione in tutta Italia,
e lo dimostra l'obbligo di quarantena introdotto dal ministero della Salute per
chi arriva da Romania e Bulgaria. La
Regione Lazio poi ha annunciato i test
per chi torna in pullman dai Paesi a rischio. E se fosse necessario un nuovo giro di vite sui trasporti? «Al
momento godiamo ancora dell'effetto positivo del lockdown», ricorda Vella,
«il Governo sta mettendo alcuni paletti, ma direi che al momento non è né fattibile
né auspicabile sospendere i collegamenti.
Comunque sono decisioni che vanno prese a livello nazionale. La settimana che
sta cominciando sarà determinante, perché arriveranno nell'Isola tante persone
per le vacanze. Solo dopo si potranno
tirare veramente le somme».
I numeri. Intanto in Sardegna il numero dei contagi
si è fermato. Nessun nuovo caso segnalato dall'unità di crisi regionale, su 337
tamponi eseguiti nelle ultime ore (103.086 dall'inizio dell'epidemia). Restano 6 i pazienti ricoverati in
ospedale, ma nessuno di questi è in terapia intensiva. Stabile anche il dato
delle persone in isolamento domiciliare (13). Invariato il numero delle
vittime, 134 da marzo a oggi
.
Michele Ruffi
Dall’Unione Sarda del 27 Luglio 2020
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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