lunedì 27 luglio 2020

Virus, l'Isola teme l'ondata di luglio «Settimana decisiva»



«Chi ha fa il test e parte per le vacanze senza attendere l'esito è un irresponsabile». Stefano Vella vorrebbe essere ancora più duro, ma si trattiene. Il caso dei due turisti torinesi positivi al coronavirus arrivati a Palau nei giorni scorsi sembra isolato. Però non va neanche sottovalutato. Nelle ultime settimane l'impennata dei contagi, che si erano arrestati a fine giugno, c'è stata: «È vero, ma sperare che non ci fosse nemmeno un caso “importato” mi pare troppo. L'importante è essere preparati, e la Sardegna mi pare lo sia. Ho visto che c'è un buon utilizzo delle mascherine e di tutte le misure di precauzione», dice l'infettivologo, componente del comitato tecnico scientifico che affianca la Giunta dall'inizio dell'emergenza.

La curva I numeri fotografano una ripresa dei contagi collegata all'arrivo dei turisti e dei sardi che rientrano nell'Isola dopo viaggi in Italia o all'estero. A giugno si sono registrati 9 casi in tutto (appena 3 nelle ultime due settimane del mese), poi il contatore ha ripreso a girare: 10 nuovi positivi nella prima metà di luglio, 12 in questo secondo scorcio. Tanti sono d'importazione: oltre alla coppia di torinesi sbarcata a Palau (e che si era sottoposta prima di partire al tampone) c'è il sassarese rientrato dal Kazakistan dove si trovava per lavoro, lo studente nuorese che ha contratto il virus a Barcellona e una volta arrivato in Sardegna ha contagiato i genitori, la turista romana in vacanza a Sant'Antioco.

Il sistema «Buona parte dei rischi di contagio sono legati alla responsabilità personale: chi sta male o ha sintomi sospetti deve dirlo subito. Tutti gli altri invece devono sapere che il virus circola ancora, è un'emergenza globale come vediamo dai bollettini quotidiani. La Sardegna ha adottato alcuni sistemi, come il modulo da compilare all'ingresso e l'app, che sono di grande aiuto. Con il tracciamento si può ricostruire la rete di contatti dei positivi, è fondamentale», spiega Vella.

Sotto osservazione. I casi di “ritorno” sotto osservazione in tutta Italia, e lo dimostra l'obbligo di quarantena introdotto dal ministero della Salute per chi arriva da Romania e Bulgaria. La Regione Lazio poi ha annunciato i test per chi torna in pullman dai Paesi a rischio. E se fosse necessario un nuovo giro di vite sui trasporti? «Al momento godiamo ancora dell'effetto positivo del lockdown», ricorda Vella, «il Governo sta mettendo alcuni paletti, ma direi che al momento non è né fattibile né auspicabile sospendere i collegamenti. Comunque sono decisioni che vanno prese a livello nazionale. La settimana che sta cominciando sarà determinante, perché arriveranno nell'Isola tante persone per le vacanze. Solo dopo si potranno tirare veramente le somme».

I numeri. Intanto in Sardegna il numero dei contagi si è fermato. Nessun nuovo caso segnalato dall'unità di crisi regionale, su 337 tamponi eseguiti nelle ultime ore (103.086 dall'inizio dell'epidemia). Restano 6 i pazienti ricoverati in ospedale, ma nessuno di questi è in terapia intensiva. Stabile anche il dato delle persone in isolamento domiciliare (13). Invariato il numero delle vittime, 134 da marzo a oggi
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Michele Ruffi
Dall’Unione Sarda del 27 Luglio 2020

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Federico Marini
skype: federico1970ca

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