Spero si colga la differenza: a me
non disturba il monumento a C. Colombo come elemento storico, però sono dalla
parte dei Nativi contro i festeggiamenti del Columbus Day. Dopo
la furia iconoclasta sui monumenti e la cinematografia, per coerenza, si
passerà alla letteratura? Perchè qui il campo
diventa davvero sconfinato: quanti e quali libri dovranno essere distrutti?
Fahrenheit 451, di Ray Bradbury, dice niente?
E i riferimenti storici, i fatti accaduti, i crimini di stampo
razzista e le foto dei loro artefici, dovranno essere eliminate anche quelle? Quanto sarebbe utile la lettura de, Il cuore nero di Paris Trout, di Pete
Dexter, per capire quando l’antirazzismo è talvolta usato per sembrare
incolpevoli.
Anche a me, ad esempio, piacerebbe un
monumento diverso in piazza Yenne, a Cagliari, Giovanni Maria Angioy, per dirne
uno, e non Carlo Felice. La
131, che collega Cagliari con Sassari, l'avrei chiamata Amsicora, ma resta il
fatto storico che fu quel tiranno del popolo sardo ad averla costruita, allora riterrei più utile se la
storia della Sardegna e dei suoi oppressori venissero studiati nelle scuole
sarde, perché senza una cultura adeguata sulla nostra storia, finisce che pure
questo “ha fatto cose buone”, e allora non è più il monumento a farmi paura, ma
l’incultura dei sardi che lo vestono a festa o gli ballano attorno quando sono
contenti.
Mi fido poco delle sommosse popolari
solo su base emotiva, seppure giustificate da un assassinio, da un crimine
razzista. Perché, spesso e senza cultura, in nome della rivoluzione ci si
accontenta di distruggere i simboli, poi, però, nel deserto culturale, c'è chi adopera altri
simboli scagliati contro i George Floyd del Mediterraneo e di quelli
schiavizzati nei campi agricoli e i cambiamenti veri li fanno nei seggi
elettorali e, a giudicare da ciò che sta esprimendo il nostro Paese, la nostra
isola, ma anche in Europa e nelle Americhe, sono monumenti assai più temibili
di quelli di marmo e di bronzo e non è affatto certo che sia altrettanto facile
tirarli giù
Giovanni Maria – Mimmia Fresu.
Giornalista pubblicista. Consulente politiche sociali e immigrazione.
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