
Il centrodestra intende replicare la
squadra che ha vinto alle regionali quasi un anno e mezzo fa, il centrosinistra
lavora per ribaltare quel risultato. Il Movimento Cinquestelle apre alle
alleanze con liste civiche. Gli
schieramenti si preparano ad affrontare le amministrative
in 160 Comuni che saranno chiamati al voto probabilmente
in autunno, almeno un mese dopo l'election day nazionale del 20 settembre nel quale,
comunque, i sardi si esprimeranno per assegnare il collegio uninominale del
Nord Sardegna per il Senato e sul referendum per il taglio dei parlamentari.
Per motivi diversi, tutti i principali partiti e schieramenti sanno di non
poter fallire la prima vera “rivincita” dopo le Regionali 2019
Il
centrodestra «In linea generale vogliamo verificare se ci siano le condizioni
per riproporre l'accordo che ci ha già fatto vincere», spiega il capogruppo del Psd'Az Franco Mula, «noi proporremo il nostro simbolo ovunque, e anche nel caso delle liste civiche per i Comuni più piccoli l'appartenenza sardista sarà un qualcosa che emergerà». Anche Fratelli d'Italia spinge per il centrodestra unito. «A Quartu, dove le chance di vittoria sono alte, abbiamo proposto già il nostro candidato Tonino Dessì», dice la coordinatrice regionale del partito Antonella Zedda.
A Nuoro spetta alla Lega indicare un
nome: «Ma anche in questo caso è aperto un tavolo dove il Carroccio accetta di
confrontarsi», aggiunge. Tavolo di coalizione operativo anche a Porto Torres,
mentre per quanto riguarda il quarto Comune che supera i quindicimila abitanti,
ossia Sestu, «siamo in attesa di comprendere se la sindaca intenda allargare l'attuale
maggioranza sul modello di quella che governa la Regione. Altrimenti i partiti
che non sono nella maggioranza, cioè noi e i sardisti, proporranno un altro
nome».
Centrosinistra
In questo caso un ampio cartello di partiti e associazioni – Nelson Mandela, Sardegna in Comune, Possibile, Campo Progressista, “Noi, la Sardegna”, Futuro Comune e Verdi – ha già chiesto un tavolo per discutere di amministrative. L'ovvio interlocutore della richiesta è il Pd: per il segretario regionale, Emanuele Cani,
«vale sempre il progetto di costruire un'alleanza di centrosinistra attorno al
Partito democratico». Il tavolo, dunque, sarà presto convocato. Ma restano alcune differenze di approccio.
Per il capogruppo dei Progressisti
Francesco Agus «in presenza di un governo regionale in crisi non è possibile
che non vi sia uno sforzo per andare assieme: questo è un anno particolare, ci sono
mille problemi tra cui una pandemia, non essere ancora riusciti a sederci
attorno a un tavolo è un problema».
Aperture.
Agus non esclude un allargamento al Movimento 5 Stelle, «d'altronde c'è un governo nazionale che va in quella direzione e facciamo anche opposizione assieme in Consiglio regionale, starebbe nelle cose». Eugenio Lai (LeU) lancia addirittura «un appello ai grillini affinché si uniscano al centrosinistra, all'associazionismo e al civismo per battere una delle peggiori destre».
Il Pd non
sembra attratto da ipotesi simili. Tra i dem prevale l'opinione che «l'alleanza
a livello di governo ha già carattere di straordinarietà, inoltre sono gli
stessi 5Stelle a non volerla a livello regionale perché all'interno di una
coalizione perderebbero punti percentuali». Quanto alle altre forze della
sinistra, da parte del Pd si cerca una convergenza che
non sia la somma di sigle ma che si riconosca in contenuti
politici condivisi.
I
Cinquestelle E il M5S? «L'apertura è massima a liste civiche che riconoscano gli ideali del Movimento», spiega il deputato e facilitatore per le relazioni interne Alberto Manca, «siamo presenti a Nuoro con Alessandro Murgia, a Quartu con Guido Sbandi, ci saremo a Porto Torres perché è fondamentale proseguire l'attività portata avanti dal sindaco pentastellato Sean Wheeler, penso per esempio al reddito energetico. E poi- conclude Manca - stiamo valutando che cosa fare a Sestu».
Roberto
Murgia
Articolo tratto da L’Unione Sarda del 29.06.2020
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