giovedì 11 giugno 2020

La falsa partenza dei navigator sardi



La Fase 3 dei navigator sardi parte col piede sbagliato. Mimmo Parisi, presidente dell'Agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro, ha annunciato che li vorrebbe sul campo dal 15 luglio. Un'intenzione manifestata durante una trasmissione radio a cui non ha fatto seguito nessun atto ufficiale.

Silenzio. Massimo Temussi, direttore generale dell'Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro, spiega di non aver ricevuto nessun documento o comunicazione da Roma: «Apprezzo la buona volontà di Parisi ma per permettere ai navigator di tornare al lavoro si rende necessario avviare un'interlocuzione con noi. È infatti l'Agenzia sarda che ospita questo personale all'interno delle proprie strutture».

A prescindere dallo scambio tra gli uffici di Cagliari e quelli della Capitale si rende doverosa anche una forte attenzione sulla sicurezza dei dipendenti pubblici e dei cittadini che usufruiscono dei servizi erogati dai Centri per l'impiego presenti in diversi centri dell'Isola: «I nostri uffici sono chiusi ma stiamo decidendo come ripartire in piena sintonia con le organizzazioni sindacali. Abbiamo garantito il tampone a tutti i dipendenti e gestiremo le prime attività rivolte al pubblico con un servizio di protezione. Questi sono elementi che dovrò condividere con Anpal: anche i navigator si dovranno sottoporre al tampone prima di poter rientrare negli uffici regionali a svolgere le loro mansioni».

Blocco totale. La momentanea assenza di dialogo tra amministrazioni rischia di produrre un danno ai percettori del reddito di cittadinanza. Persone che non avranno la possibilità di confrontarsi con il mercato del lavoro a seguito dello sviluppo dei percorsi individuati dai navigator prima della pandemia.

Uno dei 121 funzionari in servizio in Sardegna spiega che l'attività si è fermata: «Negli ultimi mesi abbiamo avuto difficoltà a svolgere i nostri compiti. Tutti i contatti con i beneficiari del reddito di cittadinanza si sono dovuti interrompere». Un rallentamento che impatterà sulle potenzialità di questa misura di welfare bandiera del Movimento 5 Stelle: ad oggi le assunzioni a tempo indeterminato di beneficiari sono residuali. I numeri parlano di meno del 5%.

Dopo l'estate. Temussi spiega che lo scenario sarà ancora più difficile in autunno: «Dopo l'estate faremo i conti con gli effetti del coronavirus sull'economia sarda. Durante la fase di lockdown siamo arrivati a contare circa 4.000 nuovi disoccupati a settimana. Il turismo, comparto importantissimo per l'Isola, è stato messo in ginocchio e forse potrà assorbire solo la metà dei collaboratori normalmente impiegati nella ricettività».

Si registrano anche dei timidi segnali di ripresa: «La manifattura e l'edilizia stanno facendo segnare diverse nuove attivazioni di contratti. Posso ipotizzare che il bonus fiscale al 110% sui lavori edilizi inizi ad avere effetti positivi». Trend che potrebbero essere intercettati anche dai navigator. Sempre che Parisi si ricordi di avviare un confronto con la Regione.

Matteo Mascia
Articolo tratto da “L’Unione Sarda” del 11.06.2020

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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