Prima
l'ipotesi di candidare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ora la
stessa proposta sarebbe stata girata ad Alessandro Di Battista, altro leader
dei 5 stelle. Le elezioni suppletive, a settembre, nel collegio di Sassari per il
seggio al Senato rimasto vacante dopo la morte di Vittoria Bogo Deledda,
continuano a tener banco nel Movimento.
«Abbiamo
bisogno di te, Alessandro devi candidarti», avrebbero detto, in questi giorni,
diversi senatori e senatrici pentastellati - secondo quanto riferiscono fonti parlamentari
- nel proporgli la candidatura proprio nel collegio di Sassari. A sostenere
questa possibilità sarebbero innanzitutto il senatore sassarese Ettore Licheri
e Paola Taverna, vicepresidente di Palazzo Madama.
Però,
stando alle notizie che rimbalzano da Roma, al momento Di Battista avrebbe
declinato l'offerta, con l'ex ministra Barbara Lezzi - molto vicina al «Dibba» - che ha
aggiunto: «Gli obiettivi di Alessandro sono altri e poi sarebbe soprattutto u
atto di arroganza tagliare fuori dalla decisione sul candidato i nostri iscritti
in quel collegio elettorale».
In ogni caso l'idea di candidare Di
Battista non sarebbe un tentativo di legargli le mani ma far sì che prenda in
mano il Movimento a Palazzo Madama, per poi puntare alla leadership nazionale
dei Cinque stelle. Però, come confermato da fonti a lui vicine, l'ex
parlamentare sarebbe orientato per il no.
Dopo aver
lanciato, in queste settimane, l'offensiva per conquistare il vertice dei
Cinque stelle, ha poi rallentato, rimando l'eventuale scalata a ottobre dopo le
elezioni regionali. Al di là delle intenzioni di Di Battista ci sono due problemi che nel caso
andrebbero risolti: il primo è quello legato alla territorialità della candidatura,
essendo Di Battista romano.
Ma - spiegano fonti parlamentari M5s
- anche alle Politiche sono state concesse delle deroghe. Il secondo nodo
sarebbe legato invece al tema del doppio mandato. Ovvero Di Battista,
nell'eventualità che si candidasse alle suppletive di settembre, non potrebbe
teoricamente candidarsi in una successiva tornata elettorale. Ma anche in
questo caso – sottolineano sempre fonti grilline - ci sarebbe una via d'uscita:
è quella del cosiddetto mezzo mandato visto che la legislatura è cominciata due
anni fa.
Articolo
tratto da la “Nuova Sardegna” del 26.06.2020
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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