mercoledì 24 giugno 2020

L'Italia delle opere incompiute: "Sono costate alla comunità 4 miliardi di euro". Di Vincenzo Maria D’Ascanio



Ho sempre avuto il gusto di guardare le opere incompiute, attenzione, non incompiute perché si stanno effettuando dei lavori in corso, ma opere pubbliche incompiute senza un motivo preciso. Anzi, i motivi ci sono. Appalti il cui costo aumenta improvvisamente di quattro volte, imprese che cominciano i lavori e improvvisamente falliscono, con successiva edizione del bando di gara (quando lo si fa), finanziamenti dello Stato Italiano che prima sono sufficienti, poi diventano misteriosamente insufficienti.

Da questo punto di vista in Italia abbiamo un record, tanto che la città di Giarre, in Sicilia, è stata inserita nella classifica di USATODAY, come una delle città col più alto numero di opere incompiute, per un totale di svariati miliardi di euro. Tuttavia Giarre non è affatto sola, è soltanto un simbolo. Infatti, come scrive FANPAGE “Sono 647 le opere pubbliche mai concluse nel nostro Paese. I ritardi e le modifiche sono costati alla collettività circa 4 miliardi di euro. Da Nord a Sud le opere della vergogna sono autostrade che non portano da nessuna parte, ferrovie senza binari, dighe inutilizzate, ma anche scuole elementari e medie, residenze per anziani e impianti di depurazione. La ricaduta sui cittadini e sui lavoratori che si trovano a fare i conti con i disservizi causati da questi ritardi è enorme.”

Naturalmente i dati dovrebbero essere aggiornati, perché tutti saremmo curiosi di sapere il costo reale di molte opere pubbliche, che vendono costruite, abbandonate (e dunque saccheggiate: gli articoli preferiti dai ladri sono i servizi igienici, mattonelle, infissi, rame, porte) poi di nuovo risistemate, per una spesa complessiva quasi pari alla loro costruzione.

Tuttavia, non possiamo pensare che questo sia un problema legato al Meridione, come qualcuno (anche senza malizia) potrebbe pensare. Andate su un qualsiasi motore di ricerca e scrivete “Italia, opere incompiute e poi cliccate sulla parola “immagini.” Avrete la conferma di ciò che dico: le opere incompiute appartengono a tutta l’Italia, senza distinzione di regione. Partendo dalla Valle d’Aosta per arrivare sino alle estremità delle coste siciliane, vedrete opere incompiute che sfiorano il paradosso. Ponti che non hanno strade né al loro inizio né alla loro fine, gallerie incompiute da decenni nelle campagne, addirittura su un ponte incompiuto è stata costruita una casa.

Il problema ha radici profonde. E’ un immenso giro vizioso, dove la mani si lavano vicendevolmente. Gli stessi cittadini sono responsabili, perché basterebbe poco per far sapere, a chi di competenza, il danno economico che tutto questo comporta. Sono d’accordo, talvolta intervengono associazioni legate al rispetto della legalità, che segnalano questi disastri. Noi cittadini sorvoliamo per vari motivi, e pur non essendo un psicologo posso immaginare i vari ragionamenti che tutti possiamo fare: un amico che lavora nell’impresa X che vogliono solo portare il pane a casa, il non sapere con certezza i motivi dei blocchi, il semplice “guardare dall’altra parte”, perché ognuno ha semplicemente da portare la sua croce. Poi, inizialmente, l’opera stessa può risultare utile, e ci si appassiona anche per l’azione delle nostre amministrazioni.

Ad ogni modo io adotterei un’iniziativa: avete presente le targhe commemorative? Bene, io ne metterei una dinanzi a ogni opera incompiuta, e vi scriverei nome e cognome di tutti coloro che sono stati coinvolti in questi scempi, dai sindaci per passare sino ai dirigenti che hanno promosso il bando, inserendo anche l’ordine cronologico di tutte le scelleratezze. È fondamentale chiudere con un’epoca non troppo lontana (e che affonda le radici anche nella nostra), perché un’opera incompiuta abbandonata è un messaggio alle future generazioni, è come dire a un ragazzino: “Guarda, qui in Italia si possono fare soldi a palate, basta essere un tantino furbi”. V’invito a vedere questo breve video, che racconta in pochi minuti le più grandi opere incompiute dello stivale.



Vincenzo Maria D’Ascanio


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