lunedì 1 marzo 2021

Scampoli di libertà, ma resta la paura


 


«Non è ancora finita, purtroppo. Quando accadrà di nuovo?». Cagliari è una città spaventata e diffidente. Il bianco che da oggi colora la Sardegna non basta a far superare la preoccupazione. Al Poetto, tra le vie dello shopping, nei parchi, seduti al bar per un aperitivo, in una domenica climaticamente poco cagliaritana, si fanno i conti con le vecchie libertà riconquistate («finalmente potremo tornare in un ristorante la sera», «che bello, potrò vedere i miei amici dopo cena», dicono soprattutto) ma soprattutto con la paura. «Paura che tutto torni come prima o, addirittura, possa andare peggio», dice Valentina Delogu, 39 anni, nel Largo Carlo Felice. «Forse stiamo facendo un passo più grande di noi.

 

I numeri sui contagi ci dicono che sono in calo, e questa è un'ottima notizia. Ma i comportamenti di molte persone continuano a minacciare questo fragilissimo equilibrio che abbiamo costruito dopo un anno di pandemia», racconta Virginia Corrias, 52, mentre aspetta l'autobus al Poetto. Nella storia, il primo marzo non è mai stato un giorno con troppe pretese. In qualche misura, per la Sardegna, da oggi non è più così: perché l'Isola è la prima regione a riconquistare una “semi-libertà” dopo l'estate scorsa.

 

Ma è proprio il ricordo della scorsa estate che getta ansia tra i cagliaritani. «Abbiamo visto tutti come è andata ad agosto», spiega Mattia Casanova, mentre passeggia alla Prima Fermata con la fidanzata Dominika. «Non dobbiamo ripetere quell'errore. Detto questo, sono contento ma con moderazione perché riconquistiamo un piccolo spazio di libertà, la cena in ristorante, gli incontri con gli amici. Tutto questo avrà un valore anche dal punto di vista economico».

 

Le attese. Il Poetto è una cartolina di una domenica invernale, pochi a fare su e giù sul lungomare e tutti concentrati a fare in conti con quello che accadrà da oggi e per le prossime due settimane. «Speriamo che questa zona bianca duri davvero», dice Sofia Giua, 20 anni. «È vero, adesso potremo tornare a mangiare una pizza fuori la sera, e di questi tempi anche un fatto banale come questo sembra una grande conquista. Ma resta un grande interrogativo: siamo davvero pronti per la zona bianca? Oppure tra due-tre settimane ci ritroviamo di nuovo in zona gialla o, peggio, arancione o rossa, per colpa di coloro che con queste nuova libertà potrebbero sentirsi autorizzati a non rispettare neanche le regole di base?».

 

Il concetto lo ribadisce Emanuele Podda, 22 anni. «È importante questo piccolo ritorno alla normalità, ma è fondamentale farlo procedendo per gradi e con la massima cautela». Piazza Yenne In centro sembra invece una domenica mattina qualunque, traffico in tilt nell'ora di punta e tavolini di bar e locali strapieni all'ora dell'aperitivo. «Personalmente ho dei dubbi su questa zona bianca che arriva in questo momento», dice Marco Palmas, uno dei titolari del Caffè Svizzero.

 

«Non nascondo che averla sia un fatto assolutamente positivo perché significa che la situazione pandemica sta migliorando e noi gestori di bar, locali e ristoranti avremo finalmente la possibilità di lavorare anche la sera. Detto questo, però, non è una reale zona bianca, il virus c'è ancora, ci sono territori in lockdown, c'è il problema delle varianti, e tutto questo alimenta la paura che tra poche settimane potremo vivere di nuovo l'incubo delle restrizioni», aggiunge.

 

«Sono felice di questa nuova libertà, quello che mi è mancato di più negli ultimi mesi è stato proprio il fatto di non poter vedere gli amici la sera e non poter frequentare le lezioni in presenza all'università», dice Sofia Picchedda, 20 anni. «Detto questo, però, temo che la zona bianca non durerà a lungo».

 

Mauro Madeddu

 

 

Articolo “Unione Sarda” del 01.03 .2021

-----------------

Federico Marini

marini.federico70@gmail.com

skype: federico1970ca

 

Nessun commento:

Posta un commento