Per
ricostruire il Pd, Enrico Letta parte da un vademecum che ha messo a punto nel
suo primo giorno al Nazareno per interrogare circoli e sezioni sul futuro del
partito. La ricetta dell'ex
premier per far ripartire il Pd somma partecipazione della base e vicinanza ai territori. Un mix che qualcuno
legge come antidoto alle beghe correntizie. Intanto, come annunciato, Letta ha
cominciato a sbrigare le pratiche per rinunciare a tutti gli incarichi retribuiti.
Resterà solo dove non riceve compensi, come al think tank dell'istituto
parigino Jacques Delors. Anche per questo si fanno insistenti le voci di una
sua corsa per il seggio alla Camera lasciato libero a Siena da Pier Carlo
Padoan, andato a Unicredit.
“Salvi” i capigruppo.
«Per noi sarebbe un onore», ha detto al Tirreno la segretaria del Pd toscano Simona Bonafè. Al momento non ci sono state richieste formali e quindi nemmeno risposte ufficiali, ma una battuta di Letta a “Che tempo che fa” suona possibilista: «Rinuncio a tutti gli incarichi retribuiti che ho perché credo nella moralità in politica. Ma anche per questo io in questi giorni devo rivedere tutto...». Inevitabile una rivisitazione delle caselle del partito mentre i capigruppo - scelti quando segretario era Renzi - Andrea Marcucci al Senato e Graziano Delrio alla Camera, pare resteranno. «Nel 2019 - ha detto Marcucci a Repubblica.it - come successe al mio collega Delrio, fui riconfermato presidente con un seguito molto alto. Non credo che i numeri siano cambiati».
Risposte in 100 battute
Letta ha
scandito la sua agenda in assemblea, su quei punti ha ricevuto una investitura
unanime e ora si rivolge alla base con un vademecum su 20 macro temi come
divari di genere, voto ai sedicenni, “non siamo il partito del potere”, il
nuovo centrosinistra, ius soli:
risposte e
idee in 100 battute. E poi il punto 21: come costruire l'agorà democratica, uno
spazio di discussione che ricordi più i circoli che la piattaforma Rousseau.
Due settimane, poi una nuova assemblea, per fare sintesi.
Resta il
lavoro sulle alleanze. Letta intende «costruire un nuovo centrosinistra». Art 1
scrive a lui e a Conte proponendo «una casa alla sinistra plurale, ma il tema
principlae è il rapporto con i 5 Stelle. Malgrado la reazione freddina del
Movimento sullo ius soli, si parte dalla “benedizione” di Grillo all'asse
giallo-rosso e dalle buone relazioni fra il professor Letta, fino a ieri
direttore della Scuola di affari internazionali della grande école Sciences Po
Paris, dove approdò dopo la caduta del suo governo, e il professor Conte, che da
quando non è più premier è tornato a insegnare diritto privato all'università
di Firenze.
Articolo
tratto da l’Unione Sarda del 16 Marzo 2021
Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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