martedì 9 marzo 2021

(09 Marzo 1994) Muore a San Pedro lo scrittore Henry Charles Bukowski


 

“Tutto si riduce all’ultima persona a cui pensi la notte, è lì che si trova il cuore.” Charles Bukowski (Andernach, 16 agosto 1920 – San Pedro, 9 marzo 1994)

 

(09 Marzo 1994) Muore a San Pedro lo scrittore Henry Charles "Hank" Bukowski Jr. Accostato spesso alla beat generation per il suo atteggiamento anticonformista e per lo stile disadorno, Bukoswki ha sempre rifiutato ogni etichetta e dichiarato apertamente d’ispirarsi, per i suoi libri, solo alla sua città. Bukowski scrive moltissimo: centinaia di poesie, racconti e sei romanzi. Tra i suoi lavori più famosi “Factotum”, “Storie di ordinaria follia”, “Post office” (se proprio lo si vuole collocare in una corrente letteraria, il dirty realisim  sembra più appropriata, una corrente letteraria americana sorta tra gli anni ’70 e ’80 che aveva come obbiettivo il riportare la scrittura ai suoi fondamentali).

 

Nato il 16 agosto 1920 ad Andernach (una piccola cittadina tedesca nei pressi di Colonia), figlio di un ex artigliere delle truppe americane. Charles ha solo tre anni quando la famiglia si trasferisce negli Stati Uniti, a Los Angeles.  Qui trascorre l'infanzia costretto dai genitori a un quasi totale isolamento dal mondo esterno. A sei anni era un bambino con un carattere già ben formato: schivo e impaurito, escluso dalle partite di baseball giocate sotto casa, irriso per il suo tenue accento teutonico, manifesta già quelle difficoltà d’inserimento che caratterizzeranno la sua esistenza e la sua arte, anche perché le sue opere sono spesso tratte dalla sua vita alienata e caotica.

 

A vent'anni abbandona la casa paterna. Inizia così un periodo di vagabondaggio segnato dall'alcol e da una sequenza infinita di lavori saltuari. Bukowski si trasferisce a New Orleans, a San Francisco, a St. Louis, soggiorna spesso e volentieri in pensioni-bordello dove incontra un’umanità variegata e ai margini. Fa il lavapiatti, il posteggiatore, il facchino, si sveglia sulle panchine dei parchi pubblici, per qualche tempo finisce perfino in galera. E continua a scrivere.

 

Proprio in quel periodo comincia a scrivere le prime poesie e i primi racconti. Siamo negli anni ‘40 e lo scrittore inizia ad avere qualche problema con la legge per renitenza al servizio di leva. Viene arrestato nel 1944 e dopo qualche giorno di prigione sarà sottoposto ad alcuni esami che lo riterranno inidoneo al servizio militare. Nel 1956 viene assunto come postino a Los Angeles e da tale esperienza, durata appena tre anni, trae ispirazione per il suo primo romanzo, “Post Office“, pubblicato nel 1971, dove appare per la prima volta quello che sarà il protagonista principale delle sue opere, Henry Chinasky, l’alter ego usato dallo scrittore in molti suoi racconti e romanzi. Incapace di relazionarsi positivamente con gli esseri umani, uno delle sue battute più frequenti è «Umanità mi stai sul cazzo».

 

Nei suoi scritti ritrae una schiera di personaggi che vivono ai margini della società: prostitute, alcolisti, individui disadattati, vagabondi, alienati e giocatori spregiudicati. Tutti personaggi che si aggirano come fantasmi in un mondo che li rigetta. La sua produzione rappresenta in modo realista la depravazione della vita urbana e la difficile esistenza degli oppressi nella società americana. Il suo linguaggio crudo e le immagini violente che emergono nelle sue pagine dividono tutt’oggi i critici ed è raro, se non impossibile, trovare un suo scritto in un libro di letteratura. Non pochi sono ancora i critici perbenisti che reputano volgare e offensivo lo stile di Charles Bukowski. La loro alterigia li ha resi incapaci di cogliere i messaggi sociali racchiusi nelle sue opere.

 

Nel 1988 si ammala di tubercolosi, ma continua a scrivere e pubblicare libri fino a quando, il 9 marzo 1994, all'età di 73 anni, muore stroncato da una leucemia fulminante, a San Pedro, poco dopo aver completato il suo ultimo romanzo, Pulp. I funerali furono officiati da monaci buddisti, alla cui disciplina spirituale si era avvicinato negli ultimi anni. La sua lapide recita: "Henry Charles Bukowski - Hank - Don't Try - 1920-1994", e sotto appare l'incisione raffigurante un pugile.

 

Queste due semplici parole – don’t try – frase che usa spesso in una delle sue poesie in cui dà consigli sulla creatività e sul metodo agli aspiranti scrittori, si riferiscono però al suo approccio alla scrittura. In una lettera del ’63 scrive: «Qualcuno in uno di questi posti… mi chiese: “Cosa fai? Come scrivi, come crei?” Non lo fai, gli dissi. Non provi. È molto importante: non provare, né per le Cadillac, né per la creazione o per l’immortalità. Aspetti, e se non succede niente, aspetti ancora un po’. È come un insetto in cima al muro. Aspetti che venga verso di te. abbastanza, lo raggiungi, lo schiacci e lo uccidi. O se ti piace il suo aspetto ne fai un animale domestico.»




 

 

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