La seconda settimana consecutiva in zona
arancione non sarà abbuonata alla Sardegna. Per ora non ci sono certezze, ma
dalle indiscrezioni sembra difficile che i dati che saranno analizzati venerdì
possano stravolgere le previsioni.
Niente abbuono. Anche
dal 10 al 16 maggio il colore rimarrà quindi lo stesso: l'arancione. Un ripensamento
in corsa del ministero della salute dovrebbe essere improbabile. C'è stato in passato,
ma stavolta è difficile che si possa ripetere: l'Istituto superiore di sanità
avrebbe posto un veto insuperabile. Il
giallo, invece,
dovrebbe scattare da lunedì 17. Però
tutto dipenderà dal prossimo verdetto - sarà venerdì pomeriggio - del Comitato
tecnico scientifico nazionale sull'andamento dei contagi.
Gli ultimi numeri del bollettino regionale
fanno ben sperare: il giallo è sempre più vicino, ma non sarà da subito. In ogni caso, nel confronto dell'altra sera durante la commissione salute della conferenza Stato-Regioni, l'assessore alla sanità, Mario Nieddu, ha
insistito nella richiesta: «Va cambiato, comunque, il criterio dei colori. Soprattutto nella parte in cui il calcolo è legato ad alcuni
indici, così com'è non va. È troppo restrittivo». In queste ultime settimane, sempre secondo la ricostruzione di Nieddu, la Sardegna è
stata penalizzata.
«Pur avendo da tempo numeri da zona gialla
- le sue parole in videoconferenza – è finita in arancione prima, rosso poi e
di nuovo in arancione per quasi due mesi». È uno squilibrio evidente, ha
ribadito. Non solo: se quest'altalena di colori, nonostante una realtà ben
diversa, si dovesse ripetere da giugno in poi, potrebbe avere effetti
devastanti in piena stagione turistica. Così la
Sardegna ha rilanciato questa proposta: «Il sistema dei colori va corretto al più presto».
La proposta.
Sostenuto da altri assessori regionali, Nieddu ha ottenuto che l'argomento sia messo all'ordine del
giorno della prossima Conferenza
Stato-Regioni, alla presenza dei ministri Roberto Speranza (salute) e Maria Stella Gelmini (affari
regionali). Ma quale potrebbe essere il contenuto della proposta? I colori
non dovrebbero essere più Regione per Regione, ma molto più ristretti: comunali
o, al massimo, intercomunali.
La spiegazione della richiesta potrebbe
essere sintetizzata così: gli eventuali futuri singoli focolai non dovranno essere
caricati su un'intera Regione, ma confinati solo in quei territori dove sono
stati riscontrati. Per essere ancora più chiari: le zone
rosse o arancioni dovranno essere circoscritte. Tra
l'altro questa colorazione territoriale avrebbe l'effetto di aumentare i controlli
in particolare nelle località turistiche, le più affollate d'estate.
Tutti questi Comuni, infatti, vorranno
evitare il rischio di essere chiusi per un improvviso focolaio, mentre altri –
semmai distanti appena una cinquantina di chilometri - continuerebbero a rimanere
con bar e ristoranti aperti. Dunque, ancora in estrema sintesi, i colori territoriali finirebbero per scatenare una sorta di sana concorrenza fra gli stessi Comuni in
nome della sicurezza. Nei prossimi giorni, dopo il confronto
col Governo, si capirà quando e come la proposta dell'assessore Nieddu potrà
trovare spazio fra gli esperti del Comitato scientifico nazionale.
Coprifuoco. Non
va neanche dimenticato che a metà mese, come deciso a suo tempo dallo stesso Governo,
dovrà essere affrontato anche un altro problema: l'orario
del cosiddetto
coprifuoco. L'ipotesi è che da giugno in poi sia spostato avanti di un'ora: non più dalle 22 alle 5,
ma scatterebbe dalle 23. «Sono ragionevolmente fiducioso che la
misura in tempi brevi possa essere rivista favorevolmente», ha dichiarato il
ministro del turismo, Massimo Garavaglia. «Siamo tutti d'accordo che il
coprifuoco debba essere superato e stiamo lavorando per andare oltre il prima possibile,
grazie anche a una campagna di vaccini che finalmente ha segnato 500 mila dosi
al giorno», gli ha fatto eco il ministro degli esteri, Luigi Di Maio. (ua)
Articolo “Unione Sarda” del 05.05.2021
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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